anello di policrate

Fantasmi e illusioni


 Mi sto guardando, forse per la prima volta, in uno specchio, ma non riesco a vedermi. Ombre nebbiose con facile presa si addensano, ne escono fuori, mi avvolgono, dolce torpore, mi ripetono il mio nome, cantilena estenuante, mi richiamano alla realtà. Fantasmi, illusioni, curiose parvenze, tesori abbandonati, terre depistate, marionette sbaragliate, non so più dire cosa vedo perché, ora chiaramente distinguo la totale assenza di me che ogni cosa pervade e ogni cosa, come spugna intrisa di disaffezione, assorbe. Immagini di potermi sentire, forse, ma ogni suono è attutito ed ogni grido è malato ed ogni richiamo è sospeso molto al di là di uno spazio immaginabile: è ciò che io sento, vedi, e non posso cambiarlo perché così piace ad altri. Sento, ormai, che ogni istante è destinato a decadere, quasi a sfocare nella mente di ogni personaggio che partecipa a questa farsa chiamata "vita". Ancora riecheggiano, vedi, antiche parole..."considera allora la rapidità con cui l'oblio avvolge tutte le cose; l'abisso del tempo infinito, del prima e del poi; la vanità della fama, l'incostanza e la leggerezza di chi ha l'aria di applaudirti; lo spazio angusto in cui è confinata la tua fama. Perché la terra intera non è che un punto, di cui il luogo che tu abiti non è che una frazione; e anche qui, quanti, e di che genere, saranno quelli che canteranno le tue lodi?"   Marco Aurelio, Pensieri, IV, 3