Angeli e Fate

Stramonio.... e la Fata Verde (sesta parte)


 Giunsero in primavera, a passo funereo con le loro pesanti e chiassose carovane, alcuni su carri traballanti, chi su aggeggi muniti di ruote sottili che sembravano fatte di stecchini scricchiolanti:Procedevano come un branco di spaventapasseri disarticolati, altri planando dall'alto in pallone aerostatico, gettando dall'alto sacchi pesanti e salutando sollevandosi grosse nere tube pompose, tutti guidati da un barbarico corteo di strilloni che agitavano bastoni e cartelli, gesticolavano con un gran daffare ed una brutalità che li rendeva somiglianti a tribù selvagge.La prima volta che Stramonio li scorse (raggomitolato nella sua posizione solitamente un po' gobba), da dietro un possente arbusto di Camendrio pensò che fossero orrendi, veramente brutti e senza senso, giudicandoli rispetto alle altre piante che gli avevano fin'ora tenuto compagnia.Ben più educate, dai colori più intensi e brillanti, con un senso più rispettoso del silenzio e della quiete, dalle forme più armoniose e dagli odori ben più gradevoli!!!La seconda volta invece si avvicinò alle pareti trasparenti per poter rimirare più approfonditamente quelle specie straniere che avevano invaso ed occupato l'intero territorio per chilometri e chilometri, intorno alla sua inespugnabile abitazione... come un intero formicaio venuto in superficie, trovandoli invece buffi, quasi divertenti.Rideva di gusto e gracchiava, vedendoli così impettiti trasudanti atteggiamenti ed emozioni che egli non aveva mai avuto, come l'orgoglio, l'imperiosità, l'arroganza di chi ha imparato a camminare su due zampe, a pronunciare qualche suono complicato, a mugugnare frasi, a costruire oggetti dei quali si poteva fare indubbiamente a meno, l'aver indossato strani tentativi di rimpiazzo di pelli, e il pretendere di utilizzare degli esilaranti bastoncini luccicanti per mangiare.E lui tranquillo si divertiva dinanzi a quei particolari spettatori, ignorando del tutto cosa fossero le pareti, come fosse il vetro e cosa ci fosse di così tanto inusuale che li distinguesse in maniera così evidente, quasi rendendoli non appartenenti alla stessa famiglia animale, poiché egli non sapeva nemmeno la differenza che poteva esserci tra una margherita ed un bacherozzo, ed aveva fino ad allora creduto che lui, le piante della serra e qualche piccolo insetto al suo interno, fossero tutti parte della stessa unica cosa, di un solo mondo, separato dal resto, confinato e composto solo di quello che Stramonio in 21 anni aveva potuto toccare: il resto era il nulla, il nulla intorno a se.Ma ora che gli umani erano arrivati, per il giovane giardiniere era arrivato troppo tardi il tempo di chiedersi se ci fosse mai stato dell'altro oltre a lui e la sua preziosa Grande Serra, se quello che lui aveva considerato l'intero universo invece si fosse trattato di una semplice briciola dell'intero pianeta,e che lui era semplicemente uno dei tanti animali particolari reclusi in splendide vetrine, belli per essere esposti, ma troppo fragili per esser toccati.(continua...)