Angeli e Fate

Stramonio.... e la Fata Verde (settima parte)


  Qualche giorno dopo, un rumore assordante e acuto che mai aveva udito, lo svegliò quando il sole era alto e si accorse che un enorme buco era stato intagliato nel profilo tondeggiante della serra: un foro grande almeno un paio di metri, una porta aperta tra quei due mondi che si confrontavano nella loro diversità. Da quel giorno iniziarono le visite dei curiosi uomini vestiti all'interno del suo regno verde... Stramonio fu detronizzato e ridotto da indiscusso sovrano della fortezza di vetro, a umile custode del suo labirinto vegetale. La gente entrava ed usciva: calpestava radici, gruppetti di cespugli, fiori ancora in bocciolo, senza nemmeno accorgersene, solo nella fretta di potersi portar via qualche fiore, qualche foglia, un campione di terra umida o di rugiada.Divenne un via vai senza sosta, che trovava riposo solamente nelle lente ore notturne durante le quali il giovane aveva tempo per osservare le stelle attraverso il suo soffitto lucido, ostinandosi a non metter piede fuori da quella che era la sua casa indiscussa,  ripensando ai tempi tranquilli mentre si impegnava per risistemare il suolo calpestato, accertandosi che il polline e le spore continuassero a viaggiare imperterrite nell'aria, senza disperdersi attraverso quel maledetto varco che era stato creato senza il suo consenso. Dal canto loro, gli umani lo osservavano a distanza, e tra loro si era stabilita come una confidenziale forma di muta rassegnazione degli uni all'esistenza dell'altro, e avevano smesso di porgli domande, di cercare di farsi capire a gesti, di avvicinarsi a lui offrendogli del cibo, delle scarpe o qualche vestito rimediato, poiché egli a nessuna delle loro bizzarre richieste si era mai concesso: come unica forma di cortesia aveva solo accettato una pesante giacca di velluto azzurro, che usava indossare su nient'altro quando la sera scendeva la temperatura e soffiava un tagliente vento proveniente dall'Ovest.Tutti conoscevano lo strano ragazzo curvo dalla carnagione olivastra... quasi verdolina, la folta lunga e scura chioma arruffata che gli copriva gli occhi chiari come "lo strampalato guardiano" della cupola.Gli accampamenti in tende venivano continuamente smontati e rimontati quando i visitatori dopo un mese se ne andavano e ne venivano altrettanti altri, e tutto sembrava ricominciare da capo.In tarda Primavera con la fioritura delle Clematidi, che lui adorava tanto perché riempivano la serra di un profumo quasi impercettibile, assaporabile solo dai nasi più raffinati... giunse anche lei.Lei era ben diversa dagli altri che continuavano a peregrinare nelle terre desolate li intorno: lei non solo era la creatura più bella e più amata da tutti coloro che le erano stati compagni di viaggio, ma si distingueva completamente da essi, superandoli senza nessuna eccezione nell'intelletto e nello spirito.Dicevano che si chiamava Flora e proveniva dalla regione dei boschi sempreverdi, appena prima delle montagne taglienti. (continua...)