Angeli e Fate

Stramonio.... e la Fata Verde (ottava parte)


Ogni cosa di lei destava sospetti sulla sua effettiva appartenenza a quei popoli così rozzi e del tutto privi di sensibilità, e se Stramonio avesse dovuto in qualche modo classificarla in mezzo a tutti gli esseri viventi che fino ad allora aveva visto, non avrebbe potuto considerarla umana, bensì una pianta... una di quelle stupende ma incredibilmente facili alla sfioritura, deboli, che non resistono all'inverno, talmente fragili al punto da poter sbocciare una volta sola nella vita.Secondo lui... i capelli avevano il colore ambrato del legno di ciliegio con venature e sfumature di colore tali e quali ad esso.Gli occhi erano della più densa tonalità di clorofilla pensabile, mentre la pelle della stessa consistenza e cromaticità della carne dei gigli.Unica eccezione le labbra che spiccavano vermiglie come le corolle dei garofani!!!Non l'aveva mai vista parlare con nessuno di quelli che lo visitavano stupefatti per il suo solo esistere, o aprir bocca anche se la osservava di lontano continuamente, per strepitare ed emettere suoni strazianti come facevano i suoi compagni, ma solo entrare piuttosto spesso nel suo vivaio di vetro per portarvi delle pianticelle graziose e dagli aromi sconosciuti che di certo aveva importato dalle sue terre ignote, e lui rimaneva in un silenzio commosso, quasi sacrale osservando colpito con quanta grazia quelle dita sottili simili a giovani steli, si adoperassero con insuperabile delicatezza nell'estrarre un tubero dal terreno e pulirlo dalla terra, o affondare nell'humus per assicurarsi la solidità delle radici di alcune grassocce piante di cavolfiore.(continua...)