Angeli e Fate

Stramonio.... e la Fata Verde (nona parte)


Come lui, sembrava che riservasse un amore quasi inconcepibile per tutti gli altri verso i vegetali, e la cura che ne aveva rendeva Stramonio così affascinato di fronte a tanto splendore da guardarla senza proferire alcun suono, rimanendo immobile un po' nascosto e un po' allo scoperto... né troppo lontano né vicino, ma come un ombra impassibile che controllava secondo per secondo che quella creatura non fosse frutto di una qualche strana allucinazione!!!Lei quasi certamente si era accorta di quella curiosa presenza, ma se ne rimaneva muta (forse perché a conoscenza del fatto che lui non sapesse parlare o forse perché anche lei non ne era mai stata in grado) compiendo le azioni abituali, con espressione persa.Col tempo si ridusse ogni giorno a cercare il volto di lei, scrutando dalla cupola in mezzo a quello dei passanti, senza sapere esattamente il perché di quella ricerca così disperata e ansiosa, cerando di studiarne il comportamento i movimenti il suo modo di interagire con le altre persone, oppure il suo rimanere sempre così instancabilmente sospesa tra il suo mondo fatto di piante e di silenziose attenzioni ai particolari che gli altri grezzamente sembravano non notare in tutte le cose, e quello dei suoi vicini, passeggiando in mezzo a quella folla che non le corrispondeva totalmente, essendone al centro ma senza farne completamente parte ((sempre da sola)) costituita della loro stessa materia eppure comandandola in un modo totalmente diverso... Di pomeriggio inoltrato, sino alle più tarde ore notturne, invece Stramonio aveva trovato la compagnia eccentrica del dottor Ranfield Hokkam, un tipo con striature di bianco nei capelli folti e ben spazzolati, due paia ampie di baffoni su cui sembrava potersi impigliare qualsiasi cosa, un volto corrugato e pieno di segni come se fosse stato a lungo, per ore ed ore, premuto incessantemente sulla ghiaia, di un colore scuro come la corteccia di certe querce, un grosso naso storto a cui non sfuggiva nulla, e due occhi neri come la pece, ma che talvolta trascolorivano nel ghiaccio più inespressivo.Somigliava in tutto e per tutto alla gente dell'Esposizione Mondiale, eppure ispirava una fiducia impagabile, e secondo il parere del giovane... puzzava di onestà, umiltà e una marea di vizi dai quali non poteva essere separato...(continua...)