UNA DONNA PERDUTA

Le donne sono minus quam merdam


«Ahmed mi balzò addosso come un gatto. Facendo scivolare la mano tra le mie gambe, si spinse nella mia vagina con le dita, poi si ritrasse. Il sangue che aveva sulla punta della dita sembrò soddisfarlo, lo strofinò su un fazzoletto bianco che aveva in tasca. Se ne andò lasciandomi urlante sul letto». Questo è il racconto che fa Khadija al Salami nel suo libro “Tears of Sheba” di quando il marito, impostole a 11 anni e di 40 anni più vecchio, volle accertarsi della sua verginità.  I casi di bambine date in mogli a uomini tanto più anziani di loro sono più di 12.000 nel mondo islamico. E perché no? Se lo faceva il Profeta di sposare bimbe di 9 anni, a ben ragione possono farlo tutti i suoi seguaci. Se no, che profeta era? Nella provincia del Belugistan “Cinque donne sono state sepolte vive perché accusate di aver disonorato la tribù nella quale vivevano. Erano tre adolescenti che avevano espresso il desiderio di scegliersi il marito che volevano e due donne che le avevano difese”. Questo è riportato sul sito di Al Arabiya. Sepolte vive! Che orrore! Naturalmente, nessun arresto è stato effettuato. E quella tredicenne che, incinta perché violentata dal fratello, è stata lapidata?  E le cinque ragazze che furono lasciate morire affogate perché l’insegnante di religione non permise che fossero salvate in quanto il Corano proibiva di toccarle? E le 36 donne che morirono arrostite in Arabia Saudita perché i pompieri non se la sentivano di offendere il Corano? Non ci sono leggi a tutela delle donne e ancor meno se appartengono a un altro credo religioso. “Ogni anno in Pakistan mille e più ragazze cristiane e indù vengono rapite e stuprate da musulmani radicali, costrette alle nozze islamiche, a volte uccise”. E’ un bilancio a tinte fosche quello tracciato da fonti della società civile come la “Commissione per i diritti umani del Pakistan” (Agenzia Fides). In Afghanistan una legge approvata da Karzai, impone alle mogli di soggiacere alle fregole scoperecce dei mariti, ovvero di acconsentire allo stupro serale. In Arabia Saudita sono più di un milione e mezzo le donne, in maggioranza filippine, ridotte in schiavitù che lavorano come bestie e spesso non vengono pagate, ma se si azzardano a reclamare i loro diritti vengono picchiate, frustate, in alcuni casi (documentati) violentate e infine rimandate al paese di origine. Ma queste cose le conosciamo tutti: la lapidazione per le adultere, la fustigazione per gli omosessuali, matrimonio combinato o morte, l’infibulazione, il sudario nero contro ogni tentazione. Per l’islamico, preda evidente di ogni sessuofobia, le donne sono minus quam merdam. Quello che invece comincia a emergere adesso è che la mollezza, l’indulgenza e un frainteso senso di civiltà del mondo occidentale stanno aprendo la strada alla prepotenza e alla protervia islamiche. Non passerà tempo che sui campanili delle chiese cristiane svetteranno le mezzelune al posto dei crocifissi …