UNA DONNA PERDUTA

I tecnici comunisti


Ce l’hanno fatta: abbiamo un bel governo di comunisti e di piagnoni. Questo sono i “tecnici” che non sono tecnici: sono comunisti. Alcuni lo hanno dichiarato e il 90% lo è di fatto. Lo hanno ammesso il ministro Barca e De Vincenti e Riccardi e tutti lo hanno dimostrato con le politiche che attuano. Le hanno provate tutte, da anni, e finalmente ci sono riusciti con un bel colpo di Stato. Del resto, un governo voluto e spinto da Napolitano, Prodi e D’Alema che altro poteva essere? Ma seppure non volessimo credere all’intervento di Napolitano, all’esortazione di Prodi nella riunione di Ca’ de Sass e alle dichiarazioni di D’Alema su una prossima imminente “spinta”,  dovremmo per forza credere alle logiche di politica economica e sociale che hanno posto in essere finora i componenti di questo governo. Copio e incollo: “Nella più onorata tradizione dei governi rivoluzionari, da Lenin a Castro, Mario Monti mentre spreme i suoi cittadini manda soldi all’estero. Mentre il Censis registra che 9 milioni di italiani non hanno un reale accesso alla copertura sanitaria (v.Censis: Sanità negata per 9 milioni di italiani), la Farnesina annuncia un contributo di oltre cinque milioni di euro per lo sviluppo socio-sanitario dei Balcani occidentali, e specificamente per 5 poliambulatori in Albania. Mentre gli imprenditori italiani non riescono ad andare avanti per mancanza di credito e a decine attuano la tragica protesta estrema del suicidio, il governo Monti ufficializza il finanziamento di un progetto della Fao di salvaguardia del patrimonio di biodiversità della Bolivia.***E’ lo stesso film che abbiamo visto con il governo Prodi, quando l’Opificio delle pietre dure di Firenze arrancava per mancanza di fondi e la direttrice contribuiva di tasca sua a pagare gli stipendi ai colleghi. Allo stesso tempo l’Italia finanziava una scuola di restauro in Giordania. Ricordiamo anche che quando Napoli affogava nei rifiuti l’Italia decise di costruire un termovalorizzatore in Libano. Questi li abbiamo mandati a casa con sollievo nel 2008, ma Giorgio Napolitano, in combutta con la finanza internazionale ce li ha rimessi sulla testa dicendoci che si tratta di “tecnici”… (omissis)… Il governo “tecnico” è stato imposto al Paese da un colpo di mano di Napolitano, a cui gli italiani inspiegabilmente riservano una sacralità che neanche al Papa. Le figure che l’Italia mandò a casa con sollievo nel 2008, Napolitano ce le ha rimesse tutte lì. Ora la chiamano “la foto di Vasto”, ma sono i catto-comunisti di Prodi, semmai un po’ meno catto- che nel 2006. Si pensi ad esempio al “Ministro della coesione territoriale”, Fabrizio Barca, vendoliano. Intervistato alla geniale trasmissione “Un giorno da pecora”, ha spiegato cosa hanno acquisito gli italiani con il suo ministero. Per “coesione territoriale”, ha spiegato, si intende “un metodo per far interagire le persone” anche quando non sono d’accordo su determinate questioni. Per guidare questa interazione è necessario un ministero, ha detto, perché dallo studio dell’Economia si apprende che “il progresso viene solo dal conflitto”. Questo, signori miei, è marxismo puro, materialismo dialettico, quello che se non trova la lotta di classe bell’e pronta, spontanea (e non la trova mai), si presta a crearla provocando i conflitti di classe artificialmente. Solo così si fa scattare il progresso….. Questo spiega tante assurdità come quella di mandare il nostro denaro all’estero mentre si svenano i contribuenti italiani e l’economia italiana muore per mancanza di liquidità. Sono assurdità che non si riescono a capire finché si continua a credere a quello che i “tecnici” dicono e non a quello che fanno. “