UNA DONNA PERDUTA

Nessuna pietà


Nessuna pietà per le 24 famiglie bloccate in Congo. Io dico, ma era davvero necessario arrivare fin laggiù per adottare dei bambini? Gli orfanelli italiani non andavano bene? Naaaa, troppo scoloriti e troppo poco etnici. Meglio pagare 25.000 € all’ANAC (Associazione Nazionale Adozioni Congo “Pupilles du Congo”) e andarseli a prendere in Congo dove da anni si scannano tra loro con l’appoggio e il favoreggiamento delle multinazionali occidentali per il possesso del coltan di cui è ricco il paese e che serve per costruire i circuiti dei cellulari e di altri apparecchi per la gioia di noi consumatori. Ricordiamolo quando portiamo all’orecchio un aggeggio che gronda sangue(*). E’ lo stesso paese da dove una furbacchiona è fuggita, facendo il gesto dell’ombrello, per venirsene in Italia a far la bella vita, assenteista super pagata, con tanto di scorta, auto blu e Vacheron Constantin da 23.000€ al polso. Alla faccia nostra che siamo razzisti e maschilisti. E i bambini da adottare andate a prenderli in Italia, figli di italiani, a costo zero e a chilometro zero.
Nessuna pietà per Caterina, la ragazza affetta da ben quattro patologie incurabili di cui una sicuramente al cervello. Non si spiega altrimenti il suo messaggio in favore della sperimentazione animale, a meno che non sia stata strumentalizzata dai sostenitori di questa pratica obsoleta, barbara e unanimemente riconosciuta come inutile dalla comunità scientifica, compreso l’esimio prof. Veronesi. Secondo il PAE, dietro il caso di Caterina Simonsen ci sono interessi che hanno come obiettivo mantenere la sperimentazione sugli animali, contrastare il metodo Stamina e ridare un po’ di luce all’immagine, molto appannata, della ministra per la salute, Lorenzin. E’ sempre la solita zuppa: i soldi. I soldi per le università, per le case farmaceutiche, per gli allevatori, per le riviste scientifiche, per gli avvocati, per i mezzi d’informazione e per gli scienziati stessi che pure loro hanno le bollette da pagare e gli esperimenti sugli animali garantiscono sicurezza economica e avanzamenti di carriera, come pure le pubblicazioni scientifiche. La biologa Susanna Penco, ricercatrice e malata di SLA, pur condannando gli insulti rivolti alla ragazza, ha sottolineato come lo studio fatto su animali diversi da noi non sia un rimedio per i nostri mali. Tant’è che ha offerto il suo stesso cadavere per un’analisi “vera” della sua malattia. Senza contare che ci sono in circolazione tra gli esseri umani tanti di quegli animali che potrebbero rendersi finalmente utili offrendosi di collaborare con la scienza. E’ indubbio che Caterina ha ricevuto tanti insulti (che lei ha impacchettato e consegnato alla Polizia postale), ma è anche indubbio che la prima ad offendere la sensibilità degli animalisti è stata proprio lei, con un commento del tutto gratuito. O non lo era?
(*) http://www.theguardian.com/world/2003/jan/09/congo.jamesastill      http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/3869489.stm