UNA DONNA PERDUTA

Le valigie sono pronte


Bene, ci siamo lamentati abbastanza. E’ arrivato il momento di scegliere la vita e la vita oggi la trovi fuori da questo paese, per esempio in Bulgaria, in Tunisia, a Panama, in Costarica, in Thailandia, tutti posti dove un pensionato italiano può vivere dignitosamente con i 1200 vergognosi euro che lo Stato italiano gli destina dopo quarant’anni di onesto servizio mentre ne elargisce fino a 100 volte tanto a gente che si è spesso distinta per nullità o, peggio, per furfanteria. Abbandoniamo per il momento le destinazioni lontane che richiedono una volontà più decisa di un taglio ombelicale con il nostro paese e parliamo invece di quei posti che consentono un facile ripensamento, una sorta di ritorno al futuro. Per coloro ai quali “basta che ce sta ‘o sole e basta che ce sta ‘o mare”,
 la Tunisia - a un’ora di volo dall’Italia - offre un buon punto di soggiorno nonostante sia un paese (moderatamente) musulmano. La gente è cordiale anche se poco affidabile, i posti sono belli anche se sporchi, il cibo è gradevole soprattutto il pesce, il clima è caldo e umido vicino alle coste e più secco a ridosso delle zone desertiche. La lingua ufficiale è l’arabo, ma molti tunisini parlano francese e italiano. Con 300-400 euro al mese si può affittare una villa con piscina, si può avere personale di servizio a pochi euro, si può consumare un pasto per due al ristorante con 10-15 euro, si può chiamare un medico a casa con 8 euro (il servizio sanitario in Tunisia è gratuito, dicono, ma io ho pagato), si fa la spesa con 5 euro al giorno. 
E’ questa un’opportunità da prendere seriamente in considerazione in quanto la legge tunisina concede importanti vantaggi fiscali che si traducono in un aumento della pensione netta percepita. A seguito infatti di una convenzione le tasse sono dovute non più all'Italia ma al governo tunisino e sono fissate al 2% del 20% della pensione lorda a fronte del 45% che si paga in Italia sulla pensione intera. Se a questo si aggiunge che il costo della vita in Tunisia è pari a circa la metà di quello italiano è facile immaginare il grande vantaggio che ne ricava il pensionato. Nell’ottica governativa di svuotare l’Italia di italiani e riempirla di stranieri, l’INPS è ben disposto ad agevolare in tutti i modi il trasferimento della pensione ovunque nel mondo, ottemperando in tal modo a quanto dichiarato dalla Kyenge secondo la quale la priorità “è il ringiovanimento demografico italiano”, vale a dire il genocidio in puro stile nazista o la sostituzione etnica secondo la strategia adottata dalla Cina in Tibet con l’immigrazione di cinesi etnici Han. Per la Tunisia è sufficiente un soggiorno, anche non continuativo, di sei mesi nell’arco di un anno e l'apertura di un conto corrente bancario per il quale è necessario presentare copia del contratto di locazione e del certificato di residenza.
In cerca di notizie sulla Tunisia mi sono imbattuta in una disposizione che certifica una volta di più l’intolleranza razzista delle istituzioni verso gli italiani. “I cittadini italiani e i loro familiari che risiedono in Paesi non appartenenti all’Unione Europea, in caso di rientro temporaneo in Italia hanno diritto all’assistenza ospedaliera gratuita urgente .... per un massimo di 90 giorni nell’anno in corso. Decorso il termine dei 90 giorni, agli interessati sono assicurate le prestazioni urgenti con oneri a carico degli stessi.” Risulta a qualcuno che detta disposizione limitativa dell’assistenza sanitaria sia mai stata applicata a clandestini, immigrati, zingari e umanità aliena varia? No, per gli stranieri che approdano in Italia, porte spalancate e precedenza assoluta negli ospedali. Per gli italiani che osano rimettere piede in Italia, un bel calcio nelle gengive. Così imparano.