UNA DONNA PERDUTA

Io sono di un'altra razza


Amici cari, Amici belli,Io me ne andrei. Dopo otto anni di onorato blog, credo sia giunto il momento di cambiare aria. Gli argomenti di cui scrivere sono tali che dovrei star qui tutto il giorno a strillare, lacrimare e a maledire. Potrei fare come tanti e raccontare delle farfalle di Belém o dell’immortalità dell’anima, ma penso alla prossima fine indecorosa dell’umanità e me ne passa la voglia. In otto anni ho visto capovolgersi il mondo, crollare le mie sicurezze, inaridire i principi e i valori che mi sono stati insegnati. Improvvisamente la legge è diventata ingiusta, la famiglia è diventata frocia, la guerra è diventata pace, l’italianità è diventata colpa, il Bianco Padre è diventato Nero. E’ la differenza tra la democrazia e la dittatura, tra lo sviluppo e il regresso, tra la civiltà e la barbarie, tra la stoltezza e il buonsenso. Il brutto Bel Paese ha preso fuoco, arde di una fiamma rossa e fra poco non ne resterà che cenere e carbone (così perderà il lavoro anche la Befana).  
Io me ne andrei. Perché sono un essere superiore e mi ripugna fondermi con chi erige monumenti all’infamia, con chi è impegnato anima e côre nella distruzione di popoli e nazioni, con chi uccide gli orsi per un impianto sciistico, con chi applaude i delinquentelli sulle motorette, con le cretine in cerca di gloria tra gli sgozzatori halal, con chi lascia impiccare un vecchio senza casa, con chi orina, defeca, copula e vomita in mezzo alla strada chi c’è c’è e vaffanculo all’Italia. 
No, sono di un’altra razza io e nessuno mi confonda con negri e zingari, con politici e banchieri, con buonisti e traditori, con ladri e parassiti. Io sono andata a scuola, io ho lavorato, io non ho mai preso niente che non fosse nel mio diritto, nemmeno i mariti delle altre, per dire, perciò non mi confondete con le razze melmose e torbide che saranno gli italiani del futuro. Sono di una razza doc io, scartavetrata e lucidata da anni di evoluzione e sono preziosa perché la mia è una razza in via di estinzione. Mia nonna diceva di qualcuno eccezionalmente dabbene: “Eh, di gente così si è perso lo stampo”. Ecco, è questo che ci stanno facendo. Stanno buttando via tutti gli stampi, quelli dell’onestà, del rispetto, del garbo, della rettitudine, dell’integrità, del vivere civile. E dell’intelletto.Io me ne andrei. Randagia, alla mercé della nostalgia e con il cuore screpolato. Che ci sto a fare qui? Qui ci stanno cuocendo a fuoco lento, tagliando via un pezzo per volta, un dito, un orecchio, un femore e presto arriveranno al collo e alla testa come hanno imparato dai fratelli musulman-macellallah (che li possino ammazzà) che fremono e  premono sulle spiagge di Tripoli. Ne abbiamo passati tanti di anni senza misericordia e ne siamo usciti sempre miracolati, ma ormai Dio è morto. Ne sono certa, perché se fosse solo malaticcio, nella sua infinita potenza, li avrebbe pietrificati tutti come una Medusa inviperita con una serpe per capello e li avrebbe lasciati incastonati nella Terra proprio come la Berta nella facciata della chiesa di Firenze. Senza contare che  i miracoli non vanno più di moda, non li fa più nessuno, nemmeno un certo Gesù che moltiplicava i pani e i pesci o un certo Renzi che moltiplica le frescacce e chi gli crede (il 42% … AAA CHIIII??? 
Ma soprattutto, i mille aghi che torturano le mie dita mi allontanano sempre di più dalla tastiera e qualche volta anche dal pensiero. Perciò io me ne andrei.No, anzi, me ne vado.