Non voglio parlare di complotti, di Illuminati né di massoni. Voglio analizzare la situazione per quella che è, chiara e evidente. Ed è chiaro ed evidente che è in atto un impoverimento del popolo a fronte di un arricchimento di banche, assicurazioni e multinazionali. E’ anche evidente che l’Unione europea persegue questo duplice scopo attraverso una dittatura economica e politica alla quale tutti gli Stati, fuorché l’Islanda e l’Ungheria, si sono assoggettati. Tale dittatura è stata imposta mediante la guerra come nella ex Iugoslavia o con una rivoluzione come in Romania e in Ucraina o con un golpe come in Grecia e in Italia. L’Europa di oggi si configura come un’istituzione antidemocratica e fallimentare per gli Stati che la compongono (Germania a parte). Con l’avvento dell’eurocrate Monti, collaboratore della Goldman Sachs (la banca che ha messo in ginocchio la Grecia) è innegabile che il nostro paese ha iniziato una lenta ma inesorabile demolizione dell’economia nazionale e delle tasche degli italiani sempre più scucite. Questa Europa è nata male ed è finita anche peggio. Per noi, s’intende. I padri fondatori della Comunità europea sono gli stessi che avevano celebrato il Piano Kalergi che teorizzava l’eliminazione delle nazioni attraverso una graduale cessione delle sovranità a un’entità europea über alles e sto parlando di Churchill, Adenauer, Schuman, De Gasperi, Monnet e altri tre o quattro vecchi rincitrulliti. Ma noi, grazie alla triade Monti-Letta-Renzi, abbiamo fatto di più, non abbiamo solo ceduto la sovranità ma anche una buona fetta di natiche ormai desnude senza le mute Ande, le mute Ande, le mute Ande … Ahi come me duele, come me duele, come me dueleeee ... Ahiahi, ahiahiii. Così si cantava nei licenziosi café chantant del dopoguerra e così si canta oggi sotto i ponti. Manuel Barroso ha parlato di “rivoluzione silenziosa”, di “governo dell’economia” e di Stati che “hanno accettato di attribuire importanti poteri alle istituzioni europee riguardo alla sorveglianza e un controllo molto più stretto delle finanze pubbliche”.
Sempre le stesse cose ...
Non voglio parlare di complotti, di Illuminati né di massoni. Voglio analizzare la situazione per quella che è, chiara e evidente. Ed è chiaro ed evidente che è in atto un impoverimento del popolo a fronte di un arricchimento di banche, assicurazioni e multinazionali. E’ anche evidente che l’Unione europea persegue questo duplice scopo attraverso una dittatura economica e politica alla quale tutti gli Stati, fuorché l’Islanda e l’Ungheria, si sono assoggettati. Tale dittatura è stata imposta mediante la guerra come nella ex Iugoslavia o con una rivoluzione come in Romania e in Ucraina o con un golpe come in Grecia e in Italia. L’Europa di oggi si configura come un’istituzione antidemocratica e fallimentare per gli Stati che la compongono (Germania a parte). Con l’avvento dell’eurocrate Monti, collaboratore della Goldman Sachs (la banca che ha messo in ginocchio la Grecia) è innegabile che il nostro paese ha iniziato una lenta ma inesorabile demolizione dell’economia nazionale e delle tasche degli italiani sempre più scucite. Questa Europa è nata male ed è finita anche peggio. Per noi, s’intende. I padri fondatori della Comunità europea sono gli stessi che avevano celebrato il Piano Kalergi che teorizzava l’eliminazione delle nazioni attraverso una graduale cessione delle sovranità a un’entità europea über alles e sto parlando di Churchill, Adenauer, Schuman, De Gasperi, Monnet e altri tre o quattro vecchi rincitrulliti. Ma noi, grazie alla triade Monti-Letta-Renzi, abbiamo fatto di più, non abbiamo solo ceduto la sovranità ma anche una buona fetta di natiche ormai desnude senza le mute Ande, le mute Ande, le mute Ande … Ahi come me duele, come me duele, come me dueleeee ... Ahiahi, ahiahiii. Così si cantava nei licenziosi café chantant del dopoguerra e così si canta oggi sotto i ponti. Manuel Barroso ha parlato di “rivoluzione silenziosa”, di “governo dell’economia” e di Stati che “hanno accettato di attribuire importanti poteri alle istituzioni europee riguardo alla sorveglianza e un controllo molto più stretto delle finanze pubbliche”.