UNA DONNA PERDUTA

Il Grande Bidone


Entrarono nella grande sala, decorata con stucchi, affreschi e quadri di immenso valore e si diressero ai loro posti intorno al tavolo ovale sopra il quale si srotolava, appiattita, la Terra. Molti si muovevano su sedie a rotelle carenate in sospensione idraulica accompagnati dai medici di fiducia, mentre altri cercavano di darsi un’aria salubre aggrappandosi alle stampelle umane ad aria compressa. I medici presero da sotto il tavolo i tubi di collegamento e li agganciarono – non senza fatica – ai peni mosci per antico disuso dei loro pazienti e li fissarono con le ventose in dotazione e qualche molletta d’acciaio di rinforzo. Tutti i tubi si intrecciavano sotto il tavolo e finivano poi in un grande recipiente chiamato da tutti il Grande Bidone del Piscio. C’erano volute diverse riunioni rissose per mettere d’accordo tutti i vecchi i quali avrebbero voluto ciascuno il proprio bidone personale. Chi lo voleva d’oro massiccio, chi di platino, chi tempestato di pietre preziose, ma alla fine si erano accordati per un unico grande bidone onde evitare che la Sala del Consiglio Mondiale Illuminante si trasformasse, nell’immaginario collettivo, in Quella Gran Latrina del Consiglio Mondiale Orinante. Quando tutti si furono sistemati bestemmiando, scatarrando e scoreggiando, il Presidente in carica, Mr. Cacckefeller (ebreo di origini tedesche), batté sulla Siria ripetutamente con il martelletto a forma di bomba provocando un mini funghetto atomico e sollevando nugoli di polveri e detriti, residuati delle precedenti riunioni. “Si dia inizio al processo” rantolò tra un colpo di tosse e un fischio bronchiale. Il segretario e Premio Nobel per la Pace, Mr. Pissinger (ebreo di origini tedesche), noto terrorista di stato raggiunto da condanne per complicità in omicidio (Moro) e per crimini contro l’umanità - raggiunto ma mai afferrato - si sistemò gli occhiali spessi sul naso dilatato da novant’anni di scavi del suo dito mignolo (come da foto pubbliche)
 e biascicò: “Si faccia entrare l’imputato e speriamo che non sia il mio amato compare comunista napoletano”.  In quella, entrò nella sala un tipo di Pinocchietto dall’aria spavalda, con il collo della camicia aperto, le mani in tasca e i dentoni da sorcio. Quando parlava emetteva una sorta di sibilo, un po’ come fanno le serpi e per salutare la folla agitava la manina a destra e a manca, ma soprattutto a manca e riceveva in risposta pomodori, uova marce e arance marocchine che venivano religiosamente raccolti dai suoi servi, perché tutto fa brodo e di questi tempi conviene non buttare via niente, a parte i pensionati che non servono a nessuno.Il Pinocchietto si grattò, sbadigliò, rispose al cellulare, si scattò un selfie  
e disse: “Sssstate ssssereni. Ho fatto tutto ciò che mi è ssstato ordinato. Ho ssseguito le orme del Sssalvatore Tonti e ora gli italiani sssi ssstanno arricchendo, non voteranno più grasssie all’Itavicum e l’Itavia (ita proprio via) sssta morendo in pace e prosssperità”. Il Presidente di lungo corso, Mr Rotthinkul (ebreo di origini tedesche), scapocchiò, levò il muso cavallino e sentenziò: “Non è abbastanza. Così non si promuove la democrazia, come filantropicamente facciamo noi da sempre” e Mr Cacckefeller approvò battendo sull’Itavia con il martelletto a forma di politico comunista e sollevando così altri detriti e altre polveri. E continuarono in tal guisa per tutto il giorno, tossendo, ruttando, orinando e sbattendo il martelletto in un crescendo frenetico ora qua ora là sul tavolo della Terra finché un gran polverone invase la sala e li seppellì tutti. Solo restò il Grande Bidone del Piscio.