UNA DONNA PERDUTA

Mamma mia, dammi 100 lire che in America devo andar ....


Un giorno dei primi anni del ‘900, mentre le suffragette si arrabattavano con quella ridicola idea del voto alle donne e Karen Blixen marcava il territorio del pezzo d’Africa sotto le colline Ngong, qualche tempo dopo l’omicidio dell’anoressica narcisista principessa Sissi , mentre in Europa cominciavano a soffiare i primi venti di guerra e gli americani si beavano del bel canto con Enrico Caruso, nello stesso anno in cui Rodolfo Valentino partiva dalla natia Puglia per incontrare il suo mito e il suo tragico destino, mio nonno Saverio si imbarco’ sul piroscafo per le Americhe con in tasca sogni di gloria e di ricchezza. Bacio’ in fronte la moglie-bambina, fece un paio di carezze ai suoi due figlioletti e parti’. Lasciava un’Italia di briganti, anarchici, massoni e moti di piazza, da poco ricucita dai morsi dello straniero, rappezzata da quattro scalmanati in camicia rossa e consegnata a Vittorio Emanuele, un sôr Savoia qualsiasi, che già preparava la sua genia di inetti, vigliacchi e assassini. Torno’ poco tempo dopo con la tasca sempre piena, non più di sogni ma di ricordi di Nuova Yorke  e con una saccocciata di spiccioli di uno slang americano misto al ciociaro che per vezzo si trascino’ poi fino alla morte. Si fece una certa popolarità tra i compaesani raccontando a più riprese e via via esagerando e infiorando la sua avventura americana e se ne compiacque talmente che poco tempo dopo ci riprovo’ deciso questa volta a tornare in patria ricco e spietato come il Conte di Montecristo. Bacio’ in fronte la moglie-bambina, fece un paio di carezze ai suoi quattro figlioletti e parti’. Ci rimase ancor meno della volta precedente, richiamato in Italia dalla morte. Seppelli’ la moglie-bambina, abbraccio’ piangendo i quattro figli e ormai rassegnato si adatto' a cercare la gloria nel paese natale. E la trovo’. Una glorietta da quattro soldi, di quelle fatte a mano, un po’ timide e un po’ ruspanti, ma per lui andava più che bene. Per me e i miei crucci di bambinetta nonno Saverio aveva sempre una parola di consolazione “Angioletta mia” mi diceva “Non te ne curà, don’t worry, che tanto prima o poi capita a tutti, all right?” lasciava una pausa ad effetto e poi continuava “Oggi a te, domani a te, dopodomani a te ….” Oh, yeah!