UNA DONNA PERDUTA

Le intenzioni dell'amore


Sentiva quei tonfi forti sopra la sua testa,  non riusciva ad aprire gli occhi e gli sembrava di vedere una luce fortissima allontanarsi in fretta e gli sembrava anche di udire un pianto lontano. Poi fu sballottato di qua e di là fino a che fu adagiato su un letto dove rimase a lungo sofferente. Gente sconosciuta si avvicendava al suo capezzale e tubi di gomma uscivano dal suo corpo, ma dopo qualche tempo comincio’ a sentirsi meglio, gli sembrava quasi di riconoscere una donna tra le persone che lo visitavano più spesso. Poi un giorno fu dimesso dall’ospedale, sebbene non fosse ancora del tutto a posto. A casa, grazie alle cure della compagna la sua salute miglioro’ tanto che dopo qualche tempo si permise, con l’aiuto di un bastone, una passeggiatina breve nel giardino e poi una un po’ più lunga nel parco vicino. Prese cosi’ l’abitudine di andare nel parco tutti i giorni. Qualche volta andava al cinema, incontrava vecchi amici, giocava a bocce e ogni tanto alzava anche un po’ il gomito. Una vita normale insomma, finché decise che stava bene abbastanza da trovarsi un lavoro che gli sembro’ dapprima noioso e ripetitivo ma poi sempre più stimolante e interessante e anche i rapporti con la sua signora presero una piega decisamente piacevole. Si amavano ogni giorno di più, con maggior vigore e fantasia e poi scherzavano tra di loro, si rincorrevano, facevano progetti, viaggiavano spesso e decisero finalmente che era arrivato il momento di sposarsi. Organizzarono una festa memorabile con parenti e amici e poi emozionatissimi se ne tornarono a casa, ma continuarono a vedersi e a incontrarsi più innamorati che mai. Un giorno che si erano recati alla festa del villaggio accadde qualcosa di molto inquietante: lui si volto’ e non la vide più. Era scomparsa nella folla. La cerco’ inutilmente, ma di lei nessuna traccia. Seccato, si arruolo’ nell’esercito e una volta fuori penso’ di imparare un mestiere e si iscrisse alla scuola della sua città. Con il tempo pero’ aveva sempre più voglia di giocare e di stare con gli amici e sempre meno voglia di studiare, ma si accorse con fastidio di non avere alcun potere decisionale sulla sua vita. C’erano sempre i suoi genitori a decidere per lui quando dormire, quando giocare, quando mangiare. Fu cosi’ che scocciato e piangente si ripiego’ su se stesso e si lascio’ risucchiare in un tunnel scuro e caldo e torno’ per sempre nelle intenzioni dell’amore