UNA DONNA PERDUTA

A ciascuno il suo giardino


Il mio giardino ha sofferto la neve, come di una malattia. Mi si è tutto rintirillizzito che non so bene cosa significhi ma il mio nipotino adorato sì, lui lo sa. Lui ama parlare e quando non trova la parola la crea allungando, rabberciando, incuneando una lettera dentro l’altra come quando dice, soddisfatto, “lo scarabozzo” che, se ho ben interpretato, è un incrocio tra “scarabeo”  e “bacherozzo”  o anche invertendo le lettere in una specie di anagramma infantile e così la rotatoria diventa una ruota troia. Il tutto poi è aggravato dal bilinguismo e una semplice frase come “Fred, dov’è la mia spada?” si tramuta in una sorta di poema a rime baciate franco-romanesco  “Fred, mon épais ando’ sté?”.  Le sue traduzioni poi sono esilaranti come quella del cartello posto ai passaggi a livello francesi che invita a fare attenzione perché un treno può nasconderne un altro “Attention! Un train peut en cacher un autre” e che senza tanta fantasia lui traduce con “Attenzione! Un treno può cacarne un altro!”. Ma io divago, era del mio giardino che volevo dire anche se – lo capisco – è un argomento di scarso interesse. Mi stizzisce l’invasione di tante creature viventi nel mio giardino: rospi, cavallette, formiche, sorci, talpe, ricci, serpi, scorpioni, uccelletti variegati e gatti senzatetto. Qualcuno dice: “Eh, ma sono tanto utili! I gatti senzatetto per esempio si magnano i topi. Basterebbe munirli di permesso di soggiorno”. E’ vero che sono utili, ma  chi li ha chiamati? E poi mi fanno inferocire i cani e io sono costretta a chiamare i pompieri per tirarli già dal ramo più alto dell’albero più alto. Anche dei ricci si dice che siano utili in agricoltura e infatti fanno piazza pulita di vermi, lumache e lombrichi ma sono più chiusi e spuntuti di un talebano in ramadan. Gli uccelletti come le capinere, le cinciallegre, gli usignoli e i passeri saranno pure allegri e canterini, ma quando attaccano il repertorio alle cinque del mattino li strangoleresti senza contare che mi tocca sempre chiamare qualcuno a ripulire gli scacarellamenti di quei loro ani aperti notte e giorno, senza chiusura infrasettimanale. E non ho detto delle api e dei bombi che impollinano impollinano ma se ti beccano ti fanno fare la fine di don etneguccio l’estate scorsa a Marienbad. Con questi miei pensieri rumorosi  in buona sostanza voglio ribadire che ciascuno ha il giardino che si merita e che sarebbe giusto che ogni essere vivente se ne restasse nel giardino di appartenenza senza invadere il verde altrui.