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SESTA PARTE

Post n°36 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da angeloingabbia

Quei giorni,diventarono settimane e poi mesi,non riuscivo più a comprendere quel che ero,ma soprattutto,non riuscivo più a comprendere chi ero.
Un’essere dalla doppia personalità,un jekil o un hide,ero il ragazzo spensierato senza fronzoli strani in testa,quel bravo ragazzo(al dire di mia madre)che sino all’età di 17 anni faceva parte della gioventù francescana,e che mai aveva abbandonato in realtà.
Quel ragazzo che,innanzi agli occhi di colei che col tempo avrei poi sposato,era la sicurezza,il futuro certo,con sani principi e valori,colui che mai avrebbe tradito la sua fiducia,o mai le avrebbe fatto mancare nulla.
Angela,questo è il nome della ragazza in questione,corpo minuto,aria da ragazzina,aveva 15 anni quando ci siamo dati il primo bacio,e io ero appena vent’enne.
Fù il classico colpo di fulmine,ricordo come se fosse ieri,la prima volta che la vidi.
Era un martedì grasso,classica festa di carnevale,l’avevamo organizzata in una delle sale all’interno del convento francescano,che frequentavo.Appena la vidi entrare rimasi subito folgorato,non so se dalla sua bellezza o dall’abito da suora che portava con tanta grazia,diventò a dir poco imperativo,il fatto di doverla conoscere a tutti i costi.
E la cosa si rivelò al quanto facile,nel momento stesso in cui venni a sapere che era la cugina di un’amica,incominciai a torturarla,e in men che non si dica,la convinsi a presentarmela.
Guardandola negli occhi, in quell’istante, capì che era colei con la quale avrei voluto dividere tutti i miei giorni,i miei spazi,il mio passato,presente e futuro.
Non so dire di preciso ,qual è stato l’effetto scatenante,o cosa fosse,di lei che mi fece immediatamente capire tutto ciò,benche fosse solo una ragazzina e che nemmeno conoscevo,di certo sapevo che era lei ,e che avrei fatto di tutto per averla al mio fianco.
Passarono pochi mesi,e diventammo subito una coppia di fidanzatini,e la cosa mostrava anche delle difficoltà,difficoltà che riguardavano me,più che altro,avevo 20 anni,con un paio di esperienze a livello sessuale,e logicamente dovevo tenere sempre a mente che innanzi a me avevo una ragazzina,inizialmente la cosa fù alquanto complessa,ma col passare del tempo divenne tutto più facile,e questo grazie al profondo rispetto che avevo per lei.
Già il rispetto,bella parola,pesante fardello da portare nel momento in cui,capisci che tutto quello in cui credevi si è dissolto in una notte.
In quel periodo ci eravamo presi il così detto anno riflessione,dunque non stando ufficialmente insieme la cosa non avrebbe dovuto pesare più di tanto,ma mentivo a me steso.
Ciò che mi faceva ancor più rabbia,non era tanto il dilemma sul doverle raccontare o no di liona,di quel che era accaduto,rassicurandola che non poteva esserci nessun seguito o pericolo in futuro,dato l’avverso destino,ma il fatto di esser consapevole di non poterle raccontare nulla,a riguardo se non altre menzogne,che si sarebbero accumulate con altre precedenti.
Forse era proprio quello che mi faceva star male,l’aver mentito in tutto quel periodo a tutti coloro che mi volevano bene,l’aver mentito sul tipo di lavoro,sui posti in cui mi trovavo,su come fosse diventato normale per me,sparare con la consapevolezza di togliere la vita a qualcuno che manco conoscevo,in nome di una causa di cui non conoscevo nemmeno la storia,ma solo perché me lo avevano ordinato.
Ecco dunque il dilemma alla quale dovevo trovare una risposta immediata,continuare per la strada che avevo scelto,sapendo e rispettando tutto quello che ne sarebbe conseguito in futuro,fra cui il continuare la farsa dell’onesto lavoratore in trasferta,e il completo silenzio assoluto,
o porre fine da subito a tutto ciò,raccontando tutto magari un po’ per volta,facendo affidamento sul detto che la verità è la cura a tutti i mali.
Nel cercare un’illuminazione in questo dilemma,mi venne in mente un altro detto”,la verità è sempre lo specchio della realtà”.,e pensai,se è realmente così,come mai la realtà non’è mai lo specchio della verità?
Perché,quello che quotidianamente ci spacciano per verità,tutti i giornali,politici e media in generale,non rispecchia mai quella che è la realtà che ognuno di noi vive?
Dovevo fare in fretta,dal comando,spingevano per un mio immediato rientro,anche i miei compagni cominciavano a farsi sentire,più del dovuto,e l’aria che respiravo in famiglia e con Angela diventava sempre più pesante e pericolosa:Così decisi di partire per il comando,una volta giunto lì,avrei dettato alcune condizioni per l’eventuale mio rientro,una di queste fù per il momento,nessuna missione esterna,adducendo come motivazione,una scarsa lucidità mentale,per via di alcuni problemi familiari,se avessero accettato,sarei stato pronto e operativo da subito.

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Commenti al Post:
samanta27dgl
samanta27dgl il 03/02/07 alle 20:16 via WEB
Ciao, non ho ancora avuto l'occasione di dirti "Bentornato" sul tuo blog e che ti leggo sempre con molto piacere. Un abbraccio, Clau
 
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Un blog di: angeloingabbia
Data di creazione: 21/09/2005
 

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