Creato da AngeloSenzaVeli il 04/06/2013

Un Anima a nudo

con pregi e difetti...

 

Libertà mentale...

Post n°193 pubblicato il 06 Marzo 2022 da AngeloSenzaVeli


Post un pò lungo...
La fonte è wikipedia, spudoratamente copiato.
Si, copiato... perchè serve per capire il concetto della grafica e 
dare spunto di riflessione nonchè di discussione.

AngeloSenzaVeli


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La Croce di San Pietro (conosciuta anche come Croce di Pietro) è una croce latina capovolta. Era originariamente usata come simbolo cristiano, ma in epoca contemporanea è ormai considerata uno dei maggiori simboli anti-cristiani ed anti-clericali per eccellenza.
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- Nella cristianità - 

Crocifissione di San Pietro, Caravaggio (1600-1601), Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma.
L'origine di questo simbolo viene dalla tradizione cristiana di San Pietro che fu crocefisso a testa in giù, come detto da Origene di Alessandria. Si crede che Pietro chiese questa forma di crocefissione perché non si sentiva degno di essere crocefisso nello stesso modo di Gesù. Allo stesso modo, alcuni cattolici usano questo simbolo come segno di umiltà e indegnità di essere paragonati a Gesù.
Secondo la Chiesa cattolica, il Papa è il successore di San Pietro come Vescovo di Roma, pertanto, il papato è spesso rappresentato da simboli che vengono utilizzati anche per rappresentare San Pietro. Un esempio è lo stemma del papato, le chiavi del Regno dei Cieli, o la stessa Croce di San Pietro. Durante la visita in Israele, Papa Giovanni Paolo II si sedette su una sedia con la croce di San Pietro intagliata nella parte posteriore.
La croce capovolta è anche un tradizionale simbolo usato dalla Chiesa ortodossa, oltre che da altre correnti cristiane diverse da quella cattolica. Durante il processo di cristianizzazione della Scandinavia, si diffuse tra i popoli vichinghi l'uso della croce rovesciata (oggi detta in molte lingue nordiche "croce del lupo" o "martello del lupo") come simbolo tanto della croce di Cristo quanto del martello del dio nordico Thor. Si diffuse infatti la credenza che portando quel simbolo su di sé, si sarebbe ottenuta la protezione di entrambe le divinità.

- Simbolo satanico e anti-cristiano -

La croce rovesciata è associata al Satanismo poiché considerata perno delle attitudini anti-religiose, viene infatti, ormai considerata come la rappresentazione opposta della fede cristiana. Questa croce è infatti il capovolgimento della comune croce latina simbolo della fede cristiana. È quindi divenuta molto popolare anche tra i gruppi anti-religiosi e tra molti musicisti e cultori di musica black metal e death metal.
In molti film, come ad esempio The Exorcism of Emily Rose o Omen - Il presagio, la croce rovesciata è mostrata come il simbolo di Satana.
Nell'ambito di molti movimenti e associazioni culturali, filosofiche e spirituali anti-cristiane o sataniste, la croce rovesciata è considerata il vessillo contro il clero della Chiesa di Roma e l'emblema anti-papale. La croce rovesciata, in effetti, è proprio il simbolo che viene impiegato nel Satanismo tradizionale occultista (o panteista), quello che per antonomasia è definito "puro". Secondo il suo credo ed attraverso la sua liturgia, gli adepti celebrano una messa nera per onorare il loro anticristo, Satana, nome preso da Lucifero o Iblīs (nome semitico del cherubino caduto, che si trova nella Bibbia e nel Corano nelle versioni in lingua originale) dopo la cacciata dal Paradiso, assieme agli altri angeli ribelli. Infatti, questo tipo di Satanismo odia il dio del monoteismo giudaico così come il Gesù cristiano, Maometto e qualunque altro profeta. Secondo il pensiero di alcuni teologi, forse anche per rivendicare l'appartenenza della croce rovesciata, questi satanisti dovrebbero odiare l'uomo e non Dio. Essi sostengono che Lucifero partirebbe dalla creazione dell'uomo e dalla richiesta di Dio fatta a tutti gli angeli di inchinarsi e salutare questo loro nuovo fratello, Adam (che significa uomo, inteso come umano, in ebraico). Quindi, il vero nemico di Satana e quindi dei satanisti, secondo questi teologi, non sarebbe Dio, ma l'uomo, che ha portato alla rottura del rapporto idilliaco tra Dio e Lucifero; lo scopo di Satana, infatti, sarebbe sempre la tentazione dell'uomo per dimostrarne a Dio la debolezza e l'errore fatto nel dar loro la possibilità di scegliere. Pertanto, secondo questi teologi il vero simbolo impiegato dal Satanismo tradizionalista occulto dovrebbe essere la croce latina e non la croce di San Pietro, dato che questa è anche un simbolo con il quale vengono raffigurati i serafini.


-  Controversie -

Negli odierni ambienti cristiani un crocifisso capovolto è spesso visto come un simbolo estremamente irrispettoso e blasfemo, appunto per la sua associazione al Satanismo. La distinzione tra una croce di San Pietro ed un Crocifisso capovolto è talvolta oscurata e causa molte confusioni circa l'accettabilità del simbolo. Un esempio di questa confusione è stato per lungo tempo pubblicizzato in internet e riguarda la visita del Papa in Israele, quando come citato precedentemente, si siede su un trono con intagliata la croce di San Pietro. Alcuni utenti della rete hanno tentato di far passare questo gesto come prova di associazione fra la Chiesa ed il Satanismo, motivo per il quale la Chiesa avrebbe deciso di abbandonare per sempre l'utilizzo della croce rovesciata che, rimarrebbe a questo punto, accreditata e utilizzata solo più da anti-cristiani, satanisti.

xxx

« Dovunque e comunque si manifesti l’eccellenza,
subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla. »

Arthur Schopenhauer




 
 
 

Ed eccola lì...

Post n°192 pubblicato il 15 Febbraio 2022 da AngeloSenzaVeli

 

 Ed eccola lì.

Lei.

Che tutti dicevano conoscere.

Lei.

Tutta di un pezzo.

Ferma.

Forte.

Felice.

E dentro un'altra donna.

Con i suoi dubbi,

fragile,

piena zeppa di paure,

avida d'amore

e gravida di sogni.

Lei,

a raccogliere i cocci

e ricominciare,

a toccare il fondo

e risalire,

con gli occhi chiusi a ricordare

e il cuore aperto ad aspettare.

- Angelo De Pascalis -



 
 
 

Time...

Post n°191 pubblicato il 26 Settembre 2021 da AngeloSenzaVeli

 

 

...torno presto

 

 

 
 
 

5 COSE CHE NON SAI SULLA PRATICA DELLO SHIBARI

Post n°190 pubblicato il 17 Settembre 2021 da AngeloSenzaVeli

 

 

Kinkster o no, c’è una buona probabilità che tu abbia sentito parlare di “Shibari”, Bondage il giapponese. Forse hai perlustrato immagini di questa pratica sensuale, per molti una pratica spinta e forse anche un tabù per noi occidentali. Come sempre la disinformazione porta a un immagine distorta di quello che effettivamente è la pratica in se. In questo articolo vi spieghiamo in 5 punti l’essenziale per conosce lo Shibari.

 

La cultura dello shibari ha radici molto antiche. Nelle tradizionali cerimonie religiose giapponesi è sempre stato usuale includere corde e legamenti per simboleggiare il collegamento tra l’umano e il divino.

 

Lo hojojutsu si perfezionò nel XV secolo, utilizzato dalla polizia e dai samurai come forma di prigionia, e come tale rimase fino al XVIII secolo. Allora le risorse di metalli scarseggiavano, mentre in compenso abbondavano le funi di canapa e iuta: così spesso i prigionieri non venivano rinchiusi in una prigione, bensì venivano semplicemente immobilizzati con una corda. La polizia giapponese continua a portare nei propri furgoni un fascio di corda di canapa.

 

La legatura entrò nell’immaginario erotico giapponese nel periodo Edo (1600-1860) attraverso le cosiddette seme-e, un particolare tipo di ukiyo-e, che rappresentavano scene di costrizione. Sul finire dell’epoca Edo, nacque Seiu Ito, considerato il “padre del kinbaku”. La sua fotografia e la sua pittura, ispirate dalle scene di costrizione presenti nel teatro kabuki, e prodotte per la maggior parte negli anni ’30 del XX secolo, influenzarono tutta la successiva generazione di kinbakushi.

 

Il Kinbaku divenne molto popolare in Giappone negli anni 1950 grazie a riviste quali Kitan Club e Yomikiri Romance, che pubblicarono le prime foto nude di bondage.

 

 

1. Attualmente non si chiama Shibari.

Shibari non è il termine sbagliato per la pratica della fune giapponese di per sé; Shibari (o shibaru) è un termine generico in giapponese che significa “legare”. Kinbaku è una parola più specifica che implica intrecciare nodi intricati per legare e sospendere le persone a fini erotici e a volte artistici. Kin (緊) significa “stretto” e baku (縛) è il kanji usato per dire “bloccare”. Il termine shibari è diventato molto più comune a livello internazionale in quanto la pratica si è diffusa e adattata per il pubblico e gli appassionati non giapponesi. Se si dice “shibari” in Giappone la gente probabilmente saprà di cosa si state parlando, ma “kinbaku” è decisamente preferito tra i locali.

 

2. Non è un’arte sacra e antica a cui ogni giapponese partecipa segretamente.

Molti hanno soprannominato il kinbaku “un’antica tecnica di legatura dei nodi giapponese”, ma non è abbastanza preciso. Sebbene il kinbaku abbia le sue radici in una pratica chiamata hojojitsu usata per legare i prigionieri in Giappone poche centinaia di anni fa, il kinbaku come sappiamo non era nemmeno una pratica ufficializzata fino agli inizi del 1900. Non divenne popolare in Giappone fino al dopoguerra degli anni ’50. Per esempio, i giapponesi e i soldati americani scambiavano riviste spinte raffiguranti donne legate durante l’occupazione.

 

Il kinbaku moderno è fatto per piacere, non per punizione, e coinvolge almeno due persone: la “cima della corda” o “rigger” (la persona dominante che fa la legatura) e la “corda inferiore” (la persona sottomessa che è legata). A volte queste due persone cambiano ruolo; altre volte, più di una persona potrebbe legare o rimanere legata allo stesso tempo. Occasionalmente c’è un pubblico. Qualunque sia la combinazione, ogni volta che queste parti giocano insieme, il loro legarsi – anche se totalmente privato – è chiamato “scena”. Il consenso è una parte importante di ogni scena, qualcosa che era assente nei giorni di pratica dell’hojojitsu di un tempo.

 

Spettacoli dal vivo regolari, bar fetish, workshop e servizi che coinvolgono il kinbaku possono essere trovati in tutto il Giappone. Tuttavia, non tutti lo fanno o addirittura pensano che sia normale. In realtà, è una pratica underground molto di nicchia. Kinbaku è un aspetto del BDSM e, come gran parte della cultura S & M, i meccanismi interni sono molto silenziosi. Anche se in crescita è ancora una scena molto fraintesa. Molti partecipanti mantengono il loro coinvolgimento al ribasso a causa della vergogna e delle molestie.

 

 

3 Non è una pratica volta obbligatoriamente al sesso

Per quanto può sembrare incredibile questa pratica non ha come scopo ultimo quello del rapporto sessuale.

 

Per alcuni, il kinbaku è prima di tutto un’arte. Molti rigger trascorrono anni se non decenni affinando le loro capacità. I più famosi praticanti di kinbaku sono eccezionalmente abili con le loro mani e leggono i desideri e le antipatie dei loro partner di gioco. Per molti, la parola kinbaku descrive un’arte oltre che una pratica spinta e non si può avere l’una senza l’altra. Per queste persone, cose come esibirsi dal vivo o perfezionare il loro stile personale, sono di grande importanza. Per alcuni, Kinbaku è prima di tutto un’arte… Altri semplicemente partecipano alla schiavitù come mezzo di sollievo dallo stress o relax.

 

Per altri, è un modo di costruire l’intimità e la fiducia con un altro essere umano. Molte spesso chi lega le corde e chi si fa legare sono partner sessuali nella vita reale, ma in alcuni casi questi due lavorano solo insieme a livello professionale. Oppure, sono vicini personalmente ma scelgono di non copulare. Esempi di questo potrebbero essere una dominatrice e il suo cliente, o due artisti di spettacolo. Alcune persone hanno anche partner di gioco che sono separati dai loro partner effettivi, forse perché il proprio partner non può soddisfare un particolare desiderio. Altri semplicemente partecipano alla schiavitù come mezzo per alleviare lo stress o rilassarsi. Hai letto bene! Essere legati non deve essere affatto doloroso. Immagina un bambino ben fasciato o immagina di rannicchiarsi sotto coperte calde in una giornata fredda. Per molti, è così che si sente essere legati. È come ricevere un grande abbraccio. Il fatto di lasciare che qualcun altro ti leghi e ti controlli può essere molto liberatorio. Inoltre, essere legati può effettivamente rilasciare tonnellate di endorfine creando un effetto euforico. 

 

 

4. non è pericoloso (a meno che non si desidera che lo sia).

Il Kinbaku può sembrare pericoloso, ma se praticato correttamente è totalmente innocuo. Poiché ci sono molti possibili rischi (danni ai nervi o soffocamento se le corde sono troppo strette, ad esempio), ci sono tonnellate di misure di sicurezza stabilite in atto. I riggers si allenano molto durante le lezioni o con i maestri di corda prima di legare o sospendere un altro essere umano. Hanno anche una profonda conoscenza dell’anatomia umana. I rigger corretti prendono molto sul serio i rischi e restano molto vigili mentre legano per proteggere il proprio partner e dargli modo di vivere un’esperienza in totale sicurezza e serenità.

 

Kinbaku può sembrare facile per chi viene legato, ma questa persona non è completamente passiva. Di solito chi vive le corde su se stesso spesso si tratta di persone molto adattabili e flessibili e generalmente hanno un’elevata tolleranza al dolore. Il rigger spesso controlla il proprio partner per assicurarsi che sia comodo. Chi lega e chi viene legato si uniscono in una situazioni di vigilanza e contemplazione del proprio corpo, perchè non spetta solo a chi lega tenere il controllo della situazione. Infatti sono entrambi che collaborano per lavorare insieme per arrivare a creare una scena piacevole.

 

La negoziazione implica una comunicazione estesa tra i partner di gioco prima, durante e dopo le scene. Aftercare è la pratica dei riggers che comporta abbracciare, massaggiare, e accarezzare il partner dopo il gioco. Questo è particolarmente utile se una scena è stata dolorosa o in qualche modo faticosa.

 

 

5. Le persone che partecipano non sono psicotiche, dementi o danneggiati in altro modo.

Ovviamente generalizzare su una cosa così sensibile agli occhi di un pubblico non abituato a determinate pratiche può essere motivo di fraintendimento, ma non tutte le persone che si dedicano a questa pratica sono dei malati di mente! Spesso viene praticata da individui di vario ceto sociale, che possono benissimo andare dall’avvocato, la casalinga o lo studente universitario distruggendo così l’iconica immagine del ”padrone e lo schiavo” che un pò tutti i ”disinformati” tendono a creare nella propria mente.

 

Non si tratta solo di look, ovviamente. Maestri Kinbaku, dominatrici e modelli fetish possono sembrare intimidatori, ma sono spesso deliziosi e con i piedi per terra. Dagli hobbisti ai professionisti, gli appassionati di corde provengono da una varietà di contesti culturali e sociali e appartengono a tutti i tipi di clique e carriere. Solo occasionalmente si verificano esibizioni volte al dolore in modo pesante negli eventi e a chiunque causi problemi o disagio gli viene comunque data la possibilità di non essere uno spettatore del pubblico. La comunità kinbaku si guarda l’un l’altra come per prendersi cura di se stessi e degli altri. 

 

Per quanto strano e misterioso possa essere questo mondo, non si tratta altro che di una passione che unisce le persone in una pratica che molto spesso viene mal giudicata prima ancora di conoscerla e che in alcuni casi ha avvicinato più individui a vivere meglio la propria sessualità o il rapporto con il proprio partner.

 

 

 

 
 
 

...fuori dai margini

Post n°189 pubblicato il 14 Settembre 2021 da AngeloSenzaVeli

 

 

“Tenetevi pure i sentimenti misurati, i sogni calibrati, i rischi calcolati. 

Io scelgo i tuffi al cuore, i brividi nello stomaco, 

le corse sulle nuvole e i colori... fuori dai margini.”

Un sorriso...

 

 

 

 Oggi per dar risalto alle mie parole...

ho scelto le parole di  Black_Opium

...un Anima splendida

Grazie

 

xXx

 

Non è mai bene, concedersi, nella pienezza di se, 

neanche una parvenza della completezza è da concedere.


Perché nessuno mai apprezza, 

anche se fai dei tuoi demoni le migliori delizie.


Non è bene mai concedersi, interamente.. 

poiché all'uomo piace l'inganno, piace il profumo dell'impossibile, 

della candida tenebra.

Così che possano sentirsi sopra quando il migliore degli inganni 

fatto a se stessi, dischiude gli occhi, scaricando a te la colpa.

All'uomo piace il gioco, la leggerezza si ed anche la superficialità perché

 li sdogana dal calore delle emozioni.

All'uomo non piace la verità, li zittisce, li ammutolisce. 

Non puoi mostrargliela devono scoprirla da soli e 

poi anche dopo quando si sentiranno abbastanza "piccoli" troveranno 

un modo per continuare a mentirSi e non accettare la pochezza.

Diranno di amarti, ti pregheranno, ti supplicheranno... 

rasenteranno l'apoteosi della vergogna e 

poi una volta mostrato a se stessi che possono, ti lasciano li.

Non è mai bene mostrarsi, offrirsi nella propria completezza.

L'uomo ha bisogno.. di sentire che può ingannare tutto e 

tutti a proprio tempo e modo.. se ti offri gli neghi la possibilità di 

scoprirti, forse, perché pensano che Alcune anime Abbiano un fondo.

 Ma solo perché la loro ne ha uno, e riflettono su di te la loro miseria.

Ma tu no. Tu sei esente. Sei l'eccezione che conferma questa regola.


Non è buono mostrarsi ne scoprirsi, 

non sono capaci ancora di accettare le cose come sono.

Non lo saranno mai.

Non fartene cruccio se vedi che non hai interesse ne approvazione loro.

A te non serve.

Tu sei Altrove.

Solo chi è adeguato riesce a raggiungerti.

Tu non sei per tutti.


Tu Sei. Gli altri si illudono di essere.

Non concederti. Non mescolarti.

Non capiranno. È tempo perso.

Non ne sono capaci.

 

- Black_Opium -




 
 
 
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