Il mio ...mondo

...Il lavoro...i giovani e la disoccupazione giovanile...


 Il tema del lavoro è infatti un argomento molto caldo in questa epoca, soprattutto per quanto riguarda il mondo dei giovani. Nei programmi elettorali politici infatti troviamo spesso "l'occupazione giovanile" tra i punti cardine dei manifesti dei candidati alle elezioni, ad esempio. Il motivo è semplice: entrare a tutti gli effetti nel mondo del lavoro è molto complicato in questi anni, soprattutto per i giovani. Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, questo è innegabile, eppure i cambiamenti in corso stanno rendendo sempre più difficile riuscire a trovare un posto fisso. Queste due parole infatti sembrano oggi retaggio di un'epoca passata in cui, una volta fatto il colloquio in un'azienda si entrava direttamente a lavorare. Un'epoca che risale a circa 30/40 anni fa. Oggi il mondo del lavoro per i giovani è una sorta di giungla in cui capacità e competenze servono, ma sembrano non essere mai abbastanza. Le offerte di lavoro prevedono infatti quasi sempre un periodo di prova, ma al termine dello stesso non è mai chiaro cosa succederà. Si può essere assunti tramite un contratto di apprendistato in cui l'azienda si impegna a formare e, si spera, ad assumere il giovane per un primo inserimento lavorativo. Oppure, altra esperienza lavorativa per i giovani è il tirocino o stage. Ha una durata variabile tra i 6 e i 12 mesi e prevede un piccolo rimborso spese. Una volta terminata l'esperienza però non è certo che il giovane venga assunto. Infine vi è l'opzione del servizio civile. Sono tutte possibilità che aprono le porte del mondo del lavoro ai giovani, ma il tasso di disoccupazione in Italia, sebbene sia in diminuzione, è comunque sempre alto e avere un lavoro fisso e continuativo spesso sembra un miraggio. Percorsi mirati accanto a incentivi per le aziende che decidono di assumere gli apprendisti, ma l'idea di un contratto a tempo indeterminato continua a spaventare molto le aziende che, spesso, scelgono magari di assumere un ragazzo, ma lo fanno con contratti a tempo determinato. Senza contare il trucco del licenziamento seguito da una riassunzione che, purtroppo, le aziende mettono in atto per prolungare i contatti precari e non garantire certezze ai ragazzi. In un contesto così è semplice capire il motivo per cui il fenomeno denominato dei "cervelli in fuga" è sempre più attuale. Molti giovani infatti preferiscono tentare di entrare nel mondo del lavoro all'estero dove sembra più semplice riuscire a trovare un lavoro stabile o, piuttosto, cambiare spesso lavoro, ma avendo diverse opzioni a disposizione e anche ben retribuite. All'estero poi alcune professioni "nuove", legate al web e al mondo dei social sono poi ufficialmente riconosciute. Molte aziende infatti decidono di inserire in organico dei social media manager, figura che in Italia sta ancora faticando a trovare una collocazione ben precisa. In conclusione, è evidente che inserirsi nel mondo lavorativo in Italia sia complicato nonostante sia una necessità impellente per una grande fetta di giovani aspiranti lavoratori pieni di voglia di fare. La situazione è critica per via di un vuoto legislativo che si è protratto per anni e di cui, oggi, sono le nuove generazioni a farne le spese. La speranza è che, a breve, vi sia una netta sferzata sia nell'economia che nel mondo politico per dare la possibilità ai giovani laureati di trovare un lavoro in Italia senza dover, per forza, guardare all'estero per immaginare un futuro.