Il mio ...mondo

...La parità di genere


                           
          
Il principio di parità di genere, esplicato nella Dichiarazione Universale dei diritti umani, prevede che le persone ricevano pari trattamenti, con uguale facilità di accesso a risorse e opportunità, indipendentemente dal genere. Dagli anni '60, e da quando cioè le donne hanno preso pienamente coscienza dei propri diritti, la situazione è notevolmente migliorata, ma il raggiungimento di una piena uguaglianza tra uomo e donna, da un punto di vista giuridico, lavorativo e sociale, è ancora molto lontano. La situazione è chiaramente più grave nei Paesi in via di sviluppo, in cui vigono ancora una rigida struttura patriarcale e numerosi tabù. Ma anche in Occidente, seppur non così plateali come in altre zone del mondo, le differenze di genere continuano a persistere. Grazie ai movimenti femministi e all'attuazione di politiche sociali paritarie, il divario tra uomo e donna si è decisamente assottigliato rispetto agli anni passati, ma è ancora lontano dallo scomparire del tutto. Le donne hanno meno voce in capitolo degli uomini nei processi decisionali su questioni sociali, politiche ed economiche, e non di rado sono vittime di violenza di genere, discriminazione ed esclusione. In molti Paesi del mondo, complice anche la religione, le donne sono ridotte ad un ruolo subalterno rispetto agli uomini, relegate al ruolo di mogli e custodi del focolare domestico. Esistono ancora nazioni in cui alle ragazze è vietato l'accesso all'istruzione, oltre che la possibilità di partecipare alla vita politica e lavorativa del loro Paese. Si stima che circa 130 milioni di donne non abbiano diritto a proseguire il proprio percorso di studi. Altre società, invece, considerano le donne come semplici premi da vendere al miglior offerente: milioni di ragazze sono date in moglie ad uomini che conoscono a malapena, anche contro la loro volontà. Come non parlare, infine, di stupri e violenze di genere? In Paesi come l'India le stime parlano di violenze che si verificano ogni 20 minuti, anche con il beneplacito dell'opinione pubblica. Non è comunque giusto pensare che questi fenomeni siano lontani dal mondo Occidentale: anche in Italia, così come in Europa e negli Stati Uniti, i femminidici, soprattutto ad opera di parenti e mebri della famiglia, sono all'ordine del giorno. Molti potrebbero pensare che quello della disparità tra uomo e donna non sia un problema presente in tutte le società. Rispetto a cinquant'anni fa le donne lavorano, in alcuni casi anche a tempo pieno; hanno la possibilità di scegliere da sole il proprio destino, di divorziare dal proprio compagno e di vestire come meglio credono. Si tratta senza dubbio di conquiste importanti, che tuttavia non annullano del tutto le differenze di genere ancora presenti anche in Occidente. Oltre alla questione della violenza di genere, già prima affrontata, non sono da sottovalutare le disparità che vige ancora nel mondo lavorativo. Certo, rispetto a qualche anno fa, le donne hanno più facilmente accesso al mondo del lavoro, ma difficilmente arrivano a ricoprire posizioni importanti. Fattore ancora più importante, è quello del gap salariale: secondo un rapporto dell'Onu, nel mondo le donne guadagnano in meno degli uomini. Questo accade perché  lavorano meno ore perchè semplicemente ricevono in media salari più bassi rispetto ai loro colleghi maschi, per fare esattamente lo stesso lavoro. Esistono poi dei settori in cui le presenze femminili vengono ancora accettate a fatica: le donne sono considerate universalmente più adatte a lavorare in settori come istruzione e cura, mentre sono guardate con scetticismo se sognano di diventare informatici, ingegneri o tecnici. Insomma è innegabile che il raggiungimento della parità assoluta è ancora lunga. Bisogna partire dall'educazione, formando le giovane donne e i giovani uomini ad una maggior apertura mentale, disposti ad accettare i cambiamenti e a non ostacolarli. Tocca alla scuola operare affinché le visioni retrogade sulla donna spariscano una volta per tutte, con immediati benefici anche per la società. E' infine necessario un intervento decisivo della politica: servono leggi mirate per garantire parità di trattamento e pieno rispetto delle regole sui luoghi di lavoro e nei pubblici uffici. Solo con uno sforzo congiunto l'uguaglianza non sarà più soltanto un miraggio