Quando ho guardato per la prima volta il prezzo dei biglietti sul sito della compagnia low cost che mi permette di tornare a Roma quasi ogni volta che me ne salta l'uzzolo, se ne poteva ancora parlare. E forse avrei dovuto prenotarli, i biglietti, ma alla fine non l'ho fatto.Quando sono tornata a controllare, dopo aver dilapidato notevoli sostanze nell'ultimo viaggio tra biglietti aerei e di treno, vestimenta matrimoniali (nono, non quelle bianche, quelle da sorella maggiore dello sposo, e al solito mi sono commossa) e contributo alla famiglia in formazione, la situazione era decisamente cambiata, e quello che si sarebbe potuto fare è diventato qualcosa che si sarebbe voluto, e senza troppi rimorsi ho premuto il tasto home e me ne sono tornata a googlare tipologie di condensatori.Così, questa domenica non varcherò la soglia della mia scuola media chiedendomi per l'ennesima volta che fine abbia fatto il mio unico quadro a olio di un pomeriggio di pioggia copiato da una delle cartoline della serie di roma sparita, esposto per tutta l'estate a beneficio dei ragni e delle falene e sparito a settembre della quarta ginnasio, quando invano lo ero andato a reclamare.Devo dirlo, un po' mi dispiace. Sono solo due i buchi nella mia tessera elettorale, e di entrambi non mi pento, di questo, un poco, sì.Ma. (C'è sempre un ma nell'esposizione difensiva)Ma, appunto. Sono tornata l'anno scorso, anzi 14 mesi fa, decisa a esprimere la mia scelta per la mia regione di residenza. E sappiamo come è finita. Ricordo la rabbia sull'aereo, e l'amarezza pure ricordo. La sensazione di non riconoscersi, di non essere parte del tessuto, una cellula estranea. Adesso sono passati 14 mesi, e sono successe cose importanti. E proprio mentre guardavo le proiezioni e poi i dati delle ultime amministrative pensavo che magari, chissà, non dovrebbe esserci bisogno che chi ha scelto deliberatamente di andarsene debba prendersi la briga di tornare per difendere i diritti e il futuro di quelli che sono restati.Se non sono capaci da soli... beh, allora vuol dire che la scelta deliberata è stata veramente la più giusta.E se sono capaci... beh, allora vuol dire che non tutto è perduto e che un giorno, chissà, si potrà tornare e guardarsi intorno con un sorriso.
Perché non ci sarò
Quando ho guardato per la prima volta il prezzo dei biglietti sul sito della compagnia low cost che mi permette di tornare a Roma quasi ogni volta che me ne salta l'uzzolo, se ne poteva ancora parlare. E forse avrei dovuto prenotarli, i biglietti, ma alla fine non l'ho fatto.Quando sono tornata a controllare, dopo aver dilapidato notevoli sostanze nell'ultimo viaggio tra biglietti aerei e di treno, vestimenta matrimoniali (nono, non quelle bianche, quelle da sorella maggiore dello sposo, e al solito mi sono commossa) e contributo alla famiglia in formazione, la situazione era decisamente cambiata, e quello che si sarebbe potuto fare è diventato qualcosa che si sarebbe voluto, e senza troppi rimorsi ho premuto il tasto home e me ne sono tornata a googlare tipologie di condensatori.Così, questa domenica non varcherò la soglia della mia scuola media chiedendomi per l'ennesima volta che fine abbia fatto il mio unico quadro a olio di un pomeriggio di pioggia copiato da una delle cartoline della serie di roma sparita, esposto per tutta l'estate a beneficio dei ragni e delle falene e sparito a settembre della quarta ginnasio, quando invano lo ero andato a reclamare.Devo dirlo, un po' mi dispiace. Sono solo due i buchi nella mia tessera elettorale, e di entrambi non mi pento, di questo, un poco, sì.Ma. (C'è sempre un ma nell'esposizione difensiva)Ma, appunto. Sono tornata l'anno scorso, anzi 14 mesi fa, decisa a esprimere la mia scelta per la mia regione di residenza. E sappiamo come è finita. Ricordo la rabbia sull'aereo, e l'amarezza pure ricordo. La sensazione di non riconoscersi, di non essere parte del tessuto, una cellula estranea. Adesso sono passati 14 mesi, e sono successe cose importanti. E proprio mentre guardavo le proiezioni e poi i dati delle ultime amministrative pensavo che magari, chissà, non dovrebbe esserci bisogno che chi ha scelto deliberatamente di andarsene debba prendersi la briga di tornare per difendere i diritti e il futuro di quelli che sono restati.Se non sono capaci da soli... beh, allora vuol dire che la scelta deliberata è stata veramente la più giusta.E se sono capaci... beh, allora vuol dire che non tutto è perduto e che un giorno, chissà, si potrà tornare e guardarsi intorno con un sorriso.