Negli angoli di casa

Consigli, pensieri e nudità


Tanto tempo fa (ma il tanto è relativo), una persona a cui volevo bene e che a modo suo ne voleva a me, disse che quelli che presentavo formalmente come consigli, erano in realtà ordini. Perentori, peraltro. Io mi affannavo a negare, ma poi con un po' di franchezza e la giusta dose di distacco, mi ero rassegnata ad ammettere che aveva perfettamente ragione. Non lo faccio apposta, io col mio lato dispotico cerco di venire a patti, di mitigarlo, di tenerlo narcotizzato. Ma non mi riesce sempre. Anzi. Così la signorina Iosoioevoinunseteuncazzo ogni tanto sfugge al controllo e va scassando gonadi in giro. A volte trova pane per i suoi denti. Per esempio con T. T. sta utilizzando un oggetto mio per risolvere un problema suo. Io gli dico che "secondo me" dovrebbe fare in un certo modo. Lui mi dice che sì, si può fare come dico io, ma prosegue a modo suo. Io gli dico "Sai, io penso che si debba fare così" e lui "Lo so cosa pensi, ma io farò come penso io. Se avrò torto, potrai sbeffeggiarmi se ne avrai voglia". Ora, di fronte a un'argomentazione del genere, la signorina Iosoioevoinunseteuncazzo s'è fatta violacea, e ha cominciato a gonfiarsi come un rospo, sempre più paonazza e sempre più gonfia, fino a che non è scoppiata e i suoi brandelli sono schizzati in giro rimbalzando sulle pareti insieme alle mie risate. E' incredibile sentirsi nuda e riderne a crepapelle. Vedere il meccanismo crollare con un soffio neanche troppo forte e sentirsi sollevata. Liberata. Come uscire dal labirinto degli specchi deformanti delle Notti Orientali dell'EUR.