Negli angoli di casa

E adesso aspetterò domani per avere nostalgia


il punto è avere la vita non lontana, da dover faticare per raggiungerla, da dover penare per trattenerla, il punto è averla tutta intorno, ribollente, come le pozze di qualche sorgente, il punto è perdersi nelle correnti di facce diverse e preziose, di facce che nascondono storie o le gridano al mondo, di mani tatuate che suggeriscono, di barbe vichinghe e dreadlocks sfilacciati, si tratta di scendere sotto la stazione, e ricordare che kelet vuol dire est, e siamo già ad est, e ancor più a est si può andare, fino a fondersi con l'aurora, fino a fare l'amore coi bordi della notte, ma più semplicemente fermarsi nel mezzo è bello, proprio nella piazza sotterranea della stazione, ma non quella verso est, dove andiamo dopodomani, quella verso ovest, la stazione verso casa, nyugati pályaudvar, e fermarsi proprio nel mezzo e lasciar scorrere la vita tutto intorno, come fa margit sziged col danubio, come fa l'isola tiberina col tevere, ed è così acquatico e amniotico il fluido di umanità di cui mi sento osservatrice e parte, così pacifico lo scorrere del sole su e giù per il cielo, e così misterioso ogni angolo di strada, per quello che può portare, che per dire, oggi sono uscita a fare delle radiografie e ho visto tornando un cartellone e ho pensato a una persona e puff eccola lì, e queste sono le cose che succedono a budapest tutti i giorni, non bisogna rincorrere la vita, non bisogna supplicarla di prestarci un po' d'attenzione, la vita è qui, la vita è ora, e basta uscire di casa per esserne parte, basta prendere una birra, sedersi qualche minuto e qualcosa non può che capitare. mi sa che più che domani aspetterò qualche anno, per avere nostalgia. venite voi, ne vale la pena.