Negli angoli di casa

Giardini nuovi, sentieri esplorati, anatre pechinesi, un castello e un'uscita


Hai presente, sì, la differenza che c'è tra lanciarsi a trecento all'ora su quella che sembra un'autostrada per il paradiso ed è invece solo una diapositiva proiettata su un muro di cemento, e prendere un sentiero tra gli alberi, vago e non battuto, con il semplice pensiero "fammi vedere dove va a finire" e ritrovarsi in un posto meraviglioso?È la stessa differenza che passa tra quando hai il visto per entrare in un paese e quando non ce l'hai e ti fanno scendere dal treno.A me stavolta il visto non serviva, perché noi in Serbia andiamo con il passaporto, il visto serve a loro per venire qui, e il più delle volte non glielo danno.Novi Sad è stata bombardata. I ponti sono stati distrutti, e qualcuno che ci stava sopra proprio quando è arrivato il proiettile s'è salvato grazie a un pescatore che faceva un turno di speranzoso straordinario sulle acque verdi del danubio. Adesso ci sono due ponti provvisori, e da una parte della città, su una collina di granito, c'è il castello.E intorno al castello c'è Exit. E quando non c'è Exit c'è una città con persone splendide con cui è stato bello mischiare la vita. E sentir ricordare con risate momenti che fanno paura, esplosioni e rumori di passo, tutti i bei grappoli di regali arrivati da Aviano anni fa. Ma anche ballare al ritmo di jungle, coi piedi che volano e una sala vuota, perché se la crew è numerosa e ben assortita basta e avanza per ben iniziare, tanto che quando, poco dopo, non ci si riesce quasi a muovere, si finisce per ballare nel backstage. E raccontarsi e farsi raccontare, perché quando le parole non vengono in inglese, il serbo è di certo più mio del magiaro.E l'anatra che c'entra? Ah, beh, niente, solo che è stato in qualche modo toccante discutere col bassista dei Pekinška patka, bevendo birra in cima a un tetto con tutta la città intorno e le montagne a sfumare, nel primo vero tramonto di primavera, con qualche parola in russo e parecchie in inglese, di come sarebbe veramente ora di fare la rivoluzione.