Negli angoli di casa

Vent'anni dopo


Era una notte d'estate, e radunati dai quattro angoli del pianeta ridevamo in spiaggia e ci raccontavamo la vita. E poi A.  aveva proposto di fare una partita, e così è avvenuto il mio incontro con Dungeons & Dragons. Al buio su una spiaggia dell'Adriatico, pescando sassi da un sacchetto invece di tirare dadi.Inutile dirlo: appena rientrata a Roma, dopo qualche ricerca, avevo trovato un negozio vicino piazza Risorgimento e avevo comprato libri e accessori. Solo che.Solo che per un lungo tratto della mia vita, sembrava che mi gravasse addosso una maledizione, cosicché non trovavo, per quanto le cercassi, persone con cui condividere le cose che mi piacevano davvero. E quindi nessuno con cui giocare di ruolo. Beh, proprio nessuno nessno no... c'erano i miei fratelli. Che erano abbastanza grandi per giocare e divertirsi, ma non per preparare le avventure. Così la città su 9 livelli abitata da strane creature custodi di un oscuro segreto, e tutte le sue trappole, i suoi incanti, le sue misteriose iscrizioni e gli oggetti fatati sparsi in giro, quella che ci aveva fatto passare 3 mesi sospesi tra la realtà quotidiana e un improbabile altrove, era uscita tutta dalla mia testa.Ma io volevo giocare... non sapere cosa c'è dietro un angolo, prendere precauzioni prima di varcare una soglia, fermarmi ad ascoltare i rumori e cercare di individuarne la provenienza... io volevo giocare. Essere Dio all'epoca mi pareva piuttosto noioso, e tutto sommato lo penso ancora.Vent'anni dopo, in un momento benedetto del mio cammino, quando sembrano compiersi tutte le promesse ed esaudirsi tutti i desideri, anche questo si è compiuto, e ho il mio gruppo e il nostro appuntamento settimanale, sono una potente guerriera con 17 di forza e un bel +2 in attacco, ho ferito gravemente un mostro alto tre metri e fatto fuori due piccoletti bellicosi, ho rischiato la pelle di carta rimanendo con un solo punto su 17. E mi sono divertita come un riccio tra le mele.E penso che la maledizione, quella che mi sentivo appiccicata addosso per tanto tempo, si è sciolta come le catene di un prigioniero. Per termine della pena o magica liberazione, non è importante. Quel che conta è camminare nel sole.