Negli angoli di casa

Hai voluto la bicicletta?


La perfezione non è di questo mondo. Ma andarci molto vicino con un punteggio del 95% (86 punti su 90, per la precisione) fa parecchio piacere. Gli altri punti, quelli in bocca, non ci sono più. Posso spazzolare normalmente la gengiva ormai tornata normale e sperare che sia servito a qualcosa. Finalmente è arrivata l'estate anche qui, anche se in casa a volte si sta ancora bene con le maniche lunghe. Mentre ci prepariamo a passare le prossime due settimane in Serbia e facciamo progetti europei per la stagione autunnale, mentre c'è un traffico di gente tra l'aeroporto e la stazione, chi viene, chi va, chi torna, chi parte, mentre ogni giorno mi sveglio ragionevolmente di buon umore, c'è una cosa di cui ho cominciato a sentire il fastidio.Tutto questo gran camminare ovunque, questi 10 km al giorno che finisco per percorrere, al minimo, a una velocità media di cinque all'ora, andavano bene quando non conoscevo le strade. Quando mi serviva del tempo, e me lo prendevo, per osservare i palazzi, cercare di decifrare le scritte, memorizzare i nomi. Adesso che Andrássy út la so a memoria cornicione per cornicione, vetro incrinato per vetro rotto, quello che conta è arrivare. E così, ieri pomeriggio siamo andati a comprare la bicicletta per me, con un gran sospiro di T. che davvero credo mi voglia bene, per aver tollerato di aggirarsi pedibus calcantibus per quattro mesi, lui che sulle due ruote ci farebbe anche colazione.E così adesso è là, parcheggiata in cucina. E già ieri mi ha ridotto di due terzi i tempi di spostamento. E ridacchiavo, mentre schivavo i pedoni sul marciapiede grande del körút, a guardare le macchine bloccate, incolonnate verso il ponte ancora lontano.Vabbè, poi mi è crollato il manubrio e sono quasi caduta, ma questa è un'altra storia...