Negli angoli di casa

Extraterrestre portami via...


Tra un mese e tre giorni saranno due anni che vivo fuori dall'Italia.Comincio a rendermi conto solo ora che mentre io sono qui il tempo va avanti anche là. I miei nipoti crescono, i miei genitori invecchiano, gli amici si accoppiano e si scoppiano, figliano, vivono. E come un astronauta guardo quella palla azzurra e mi sento lontana. Guardo il formicolio e l'agitarsi di questi giorni e trattengo il fiato, sospesa. Dal mio esilio volontario seguo e aspetto.Ma nel frattempo vivo, e così siamo stati di nuovo a Novi Sad, per l'Epifania che è poi la vigilia del loro Natale, e a Belgrado, e a Požarevac, e tutti, tutti quelli con cui abbiamo parlato mi hanno fatto pensare con insistenza che chi dice "serbi" e "zingari" con l'intento di insultare è un minorato mentale, un po' come chi usa come insulto "comunisti". Bisognerebbe conoscere le persone, vivere nei luoghi, ma si sa, è più facile cibarsi di surgelati sul divano. E poi il tempo di rifare le valige e siamo ripartiti per Bratislava, e da lì Břeclav, e poi di nuovo a Praga. In un paese civile di cui nessuno parla perché non fa comodo si sappia che c'è un modo, semplice, per stroncare un bel po' di proventi della malavita. Viaggio e incontro un mondo che mi chiede "Ma che succede nel tuo paese?" E io mi trovo sempre più in difficoltà a rispondere.Quando l'extraterrestre aveva ascoltato il mio richiamo e m'aveva tirata via dal seminterrato, invece che una stella tutta mia m'aveva dato un monolocale sgarrupato su un viale patrimonio storico dell'umanità. Io lo so che arriverà il momento in cui gli chiederò di riportarmi a casa. Il problema sarà quando. E come convincerlo a restare anche lui. Ma non è questo il momento di preoccuparsene. La primavera, è noto, tarda ad arrivare.