angolo... acuto

Sosteneva mio padre...


Sosteneva mio padre: "Il peggio è per chi muore"Si riferiva al fatto che, probabilmente, passato il momento di inevitabile dolore per la perdita di un familiare, della persona amata, di un amico, la ferita si rimargina in fretta, la vita continua e presto si ritorna alla vita di prima.Il defunto invece non avrebbe più opportunità, per lui tutto è concluso. Cazzi suoi.Non è così.Adesso lo so. Io, che ho fatto le prove generali.Il peggio è per chi resta.Anche se il dolore per la mancanza può durare solo un po' di tempo, anche se la vita inevitabilmente prosegue. Ma il corso delle cose devia, anche se di poco. I segni dell'assenza restano. E resta una vita da vivere, con tutti gli ostacoli e le bellezze, ma con la durezza di sempre.Chi muore è scivolato via leggero. Non ha più pensieri. Non ha più consistenza. Fuso nel nulla primordiale. Dove non esiste gioia e non esiste angoscia. Non esistono ricordi e fotografie. Libero.