angolo... acuto

DIARIO DI VIAGGIO: dall’altra parte del mondo


C’è Orione che ha troppe stelle stanotte, ha una cintura di cento diamanti che scintillano in questo cielo sconosciuto. Mi osservano da lassù costellazioni mai viste, un firmamento di occhi vibranti e luminosi che rischiarano questa notte senza luna. Orione però mi consola, è la certezza che mi trovo nel solito universo. Il sole è regolarmente tramontato ad ovest, anche se a mezzogiorno splendeva inequivocabilmente a nord, da dove soffiava un vento secco e caldissimo. Siamo in dicembre, ma sono fuori, sulla porta di casa, in t-shirt e bermuda, in un’altra stagione, sono partito che c’era la neve, questione di migliaia di chilometri, ma di poche decine di ore. Le info sul meteo dicono che il tempo cambierà presto e più volte, qua nessuno se ne meraviglia, tant’è che uno dei detti tipici di Melbourne fa: “Non ti piace questo tempo? Aspetta dieci minuti.” Il clima oceanico di solito è umido, riempie il cielo di nuvole veloci, fa caldo se soffiano venti da nord, dal deserto, e fa freddo se tirano da sud, dall’Antartide. Per fortuna che c’è la Tasmania proprio davanti alla baia che spezza le correnti polari. Sono appena arrivato, mi sento frastornato e molto confuso. La testa che frulla.Devo ancora controllare quella faccenda dei gorghi dell’acqua del lavandino che girano al contrario. Questione di magnetismo, dicono. Oppure di rotazione terrestre. Immagino di guardare la terra da sopra, dall’emisfero boreale, la scia della luce solare la illumina in senso orario. Mantengo visivamente questo movimento e mi sposto verso sud, attraverso l’equatore e guardo la terra da sotto, dall’emisfero australe: ora quel movimento dell’illuminazione solare ha un senso antiorario. Eppure il sole sorge sempre ad est e tramonta ad ovest. Poi c'è ancora da verificare quella storia degli antipodi, che se facciamo un buco, attraversando il centro della terra, sbuchiamo fuori magari a Pescasseroli, chilometro più chilometro meno... ma chi ha voglia di scavare? A quest’ora in Italia è la mattina di un giorno che ho già vissuto, l’orologio e il calendario hanno valore soltanto se siamo fermi, il tempo è una variabile incerta messa in relazione al movimento nello spazio. Andare verso est, incontro al dopo, ti brucia i minuti e le ore in una accelerazione temporale impercettibile, ti ritrovi in un presente che è già futuro avanzando a doppia velocità verso il tempo di un altro luogo, tempo che nel viaggio ha un’altra misura. Bella scoperta, qualcuno ci deve aver pensato molto prima di me, magari stando pure fermo, costruendoci fior di teorie e di filosofie, ma ora io l’ho sperimentato.Parlavo di confusione? Ben arrivato in Australia!