L'angolo di Jane

Il libretto rosa di Finzioni


Titolo: Il libretto rosa di Finzioni Autori: La redazione di Finzioni pag: 40 costo: gratuito in forma digitale formato: pdf
La redazione del blog dedicato ai libri "Finzioni" (dal nome ispirato all'omonimo libro di Borges), ha deciso di diffondere un vero e proprio manifesto, un "libretto rosa" diffuso gratuitamente (qui il pdf) che, come il noto libretto rosso di Mao, elenchi i punti fondamentali su cui attuare una rivoluzione culturale, questa volta pacifica, per fondare una ideale Repubblica dei Lettori. Il volume è articolato in nove punti, che in parte ricordano i celebri "diritti del lettore" di Pennac (elencati in "Come un romanzo"), ma attualizzato a problemi più strettamente moderni (come ad esempio il rifiuto dei drm sugli e-book).Nel complesso il nonalogo, come lo chiamano gli autori, di Finzioni è una specie di dichiarazione di indipendenza del lettore e di rivendicazione di orgoglio bibliofilo (un book-pride o un reader-pride): si dovrebbe leggere solo per amore della lettura, senza fini utilitaristici; si dovrebbe guardare alla sostanza del libro, non alla forma (i libri in tutte le loro declinazioni, dall'e-book a qualsiasi altro formato hanno pari dignità); il mondo dei libri dovrebbe basarsi su criteri di equità e giustizia (giusto compenso per chi lavora nell'editoria, giusto prezzo per i lettori); si dovrebbe essere liberi di parlare dei libri ed ogni parere deve avere pari dignità, dall'ultimo blogger di provincia al più acclamato critico di quotidiano nazionale; i libri dovrebbero stimolare i discorsi, cioè essere fonte di confronto fra lettori, anzi il valore di un libro deriva dal numero di discorsi che genera; i lettori non dovrebbero essere considerati polli a cui spremere soldi, ma persone con una dignità ed un cervello, a cui offrire un prodotto curato nel contenuto e nella forma, con libri di qualità anche nei materiali; non si dovrebbe alimentare il culto della personalità dell'autore, ma valutare oggettivamente solo i libri che scrive.In realtà gli argomenti sono tanti, forse ben più di nove, sebbene sia stata scelta questa forma per esporli.Il pregio più grande di questo volumetto è senz'altro l'entusiasmo per la lettura che emana da ogni pagina: è stato pensato per fare ciò che gli autori di Finzioni ritengono fra le cose più importanti fra quelle che un libro debba fare, cioè generare discorsi sui libri e su sé stesso.Ha un solo limite, che come recensitrice (perché questo non è uno spot, è una recensione) devo sottolineare: è scritto solo per coloro che sono già lettori, si rivolge a chi già ama i libri, addirittura ad un pubblico che potrebbe chiedersi quanto valga la recensione di un critico professionista rispetto alla propria opinione. Anche la forma del linguaggio è pensata per questo tipo di lettore esperto.Non è un volume da dare in mano, come avrebbe potuto accadere per il libretto rosso di Mao, a chi non sia mai stato catturato dalla lettura, per affascinarlo con la seduzione di quello che potrebbe offrire il mondo dei libri, perché per farlo non basta dire che "noi lettori siamo scaltri" e non siamo mai a corto di buone citazioni, e purtroppo non basta nemmeno dire che chi legge è più libero.Per portare il non-lettore nel mondo dei lettori non si può di solito fare appello alla ragione e sono gli stessi autori di Finzioni a scriverlo nel loro primo punto "leggere è fico": non si legge per un fine, si legge solo per il piacere di leggere.Per portare i non lettori dalla parte dei lettori, non basta un manifesto, fosse anche scritto da un esercito di saggi: ci vuole arte, ci vuole qualcosa che trasmetta emozione. In effetti forse, ci vogliono proprio i libri!"Il libretto rosa" ha buone intenzioni, ma parla forse a chi già sa (il che non è necessariamente un difetto, se era questo quello che ci si proponeva).