Titolo: I Borgia Titolo originale: Les Borgia Autore: Alexandre Dumas (padre) Traduzione: Luisa Collodi Casa editrice: Newton Compton pag: 190 costo: 4,90 €
Prima ancora di divenire famoso per i suoi superbi romanzi storici ("I tre moschettieri",
"La regina Margot",
"Il tulipano nero" fra i tanti), ma dopo aver già raggiunto una certa notorietà come autore teatrale, Alexandre Dumas, sempre capace di intuire i desideri del grande pubblico, diede alle stampe un'opera dedicata a crimini celebri della storia ("Crimes célèbres"), pubblicati in otto volumi dal 1839 al 1840. Il primo tomo era dedicato al rinascimento italiano e comprendeva "Les Borgia", un saggio sulla ascesa, vita e caduta di Alessandro VI, uno dei più controversi papi della storia, e dei suoi due prediletti figli illegittimi, Cesare e Lucrezia Borgia, resi immortali dalla loro fama di avvelenatori e traditori (non sempre meritata, vedere
la mia recensione di Lucrezia Borgia di Maria Bellonci), oltre ad un capitolo dedicato invece alla triste storia di Beatrice Cenci, parricida condannata a morte nel 1599, il cui processo suscitò un grande clamore popolare a Roma, perché l'assassina sembrava in verità assai meno colpevole della vittima.Il libro di Dumas fu un immediato successo e i francesi inondarono di lettere l'autore reclamando altri crimini ed altro "sangue" con cui dilettare le proprie letture: furono prontamente accontentati e al primo volume ne seguirono altri dedicati a celebri crimini storici, fra cui uno interamente dedicato, ad esempio, alla regina scozzese Maria Stuarda (non per niente soprannominata "Bloody Mary", Maria la sanguinaria), e altri saggi invece dedicati a delitti oggi quasi dimenticati, ma che furono di grande impatto nell'800 come l'assassinio dello scrittore e drammaturgo tedesco, ma anche feroce reazionario, August Kotzebue, avvenuto nel 1819 da parte dello studente Karl Ludwig Sand. Alcuni dei saggi di Dumas gettarono le basi per i futuri libri dello scrittore, uno di questi ad esempio era dedicato alla storia della "Maschera di Ferro", che verrà poi ripresa ne "Il visconte di Bragelonne", terzo libro della serie dei moschettieri.La casa editrice Newton Compton ha deciso di pubblicare solo la prima parte del primo volume dei "Crimini celebri" di Dumas, quella dedicata alla storia dei Borgia, escludendo quindi il capitolo su Beatrice Cenci, forse riprendendo quanto aveva già analogamente fatto Sellerio in passato, che ha nel proprio catalogo un volume dedicato al medesimo saggio e con lo stesso titolo.Sebbene non ancora molto noto come autore di romanzi, lo spirito di romanziere di Dumas doveva essere già molto forte già all'epoca in cui scrisse "I Borgia", perché il libro non può certo essere definito un'obiettiva e algida ricerca storica, quanto piuttosto un tentativo di offrire in pasto al pubblico tutti i più scabrosi (e succosi) pettegolezzi sulla storia di un papa che fu certamente fra i più luciferini della storia, ma a cui vengono attribuiti forse anche più delitti di quelli che commise: il volume rende conto quindi di numerosi avvelenamenti, omicidi, tradimenti, espropriazioni di titoli nobiliari e terreni operati in gran parte da Alessandro VI per opera del fido Cesare Borgia, suo degno secondogenito, detto il Valentino, perché insignito del titolo di duca di Valentinois.La figura di Lucrezia Borgia, che fu forse molto più una vittima che non una partecipe dei crimini dei propri congiunti, visto che il fratello le uccise l'amato secondo marito Alfonso d'Este, che essa tentò invano di salvare (ma questo Dumas o lo ignora o non ce lo vuol dire), rimane invece sullo sfondo, e l'autore si limita a farle recitare una piccola parte di crudele e incestuosa donna di corte.Ad appassionare la penna dello scrittore francese è certamente Cesare Borgia, a cui si ritiene sia addirittura dedicato "Il principe" di Machiavelli, la cui breve, ma intensa carriera (morì infatti a 31 anni) riuscì a comprendere: un fratricidio (è il principale indiziato per l'assassinio del fratello Francesco, duca di Gandia), il ratto e l'omicidio di una nobildonna che ebbe la sfortuna di passargli vicino mentre andava a sposarsi, la soppressione mediante veleno di un gran numero di parenti e nemici, il tradimento diversi accordi politici, la capacità di essere quasi invincibile in battaglia e così amabile e cordiale come persona da facilitargli il compito di tradire con il sorriso.Da buon francese, inoltre, Dumas non può proprio fare a meno, nel raccontare la storia dei Borgia, di far recitare ai due re d'oltralpe che ebbero a che fare con loro, una parte quasi più grande dei Borgia stessi: ci tocca quindi sorbirci l'eroismo e la bontà d'animo di Carlo VIII e Ludovico XII, entrambi ovviamente coraggiosissimi, furbi e senza macchia (che diamine, son francesi!). Gli italiani invece oltre che avvelenatori come il Valentino, sono descritti come pigri e indolenti, nonché indicibilmente lussuriosi (e non possiamo dire che i politici moderni ci aiutino oggi a sconfiggere questi antichi pregiudizi...).L'opera è quindi nel complesso parzialissima, imprecisa e inattendibile: insomma è Dumas, per il quale una buona storia superò sempre in valore una banale verità.Se cercate una affidabile storia dei Borgia vi conviene certamente rivolgere altrove il vostro interesse. Se invece siete incuriositi dal mito, sia pur falso, che aleggia loro intorno, e che lo stesso Dumas contribuì a creare a livello popolare, allora il volume potrebbe venire incontro a questa esigenza, sebbene debba avvertirvi che lo scrittore è assai più bravo come dichiarato romanziere che non come saggista di biografie romanzate.