L'angolo di Jane

Bright Star - Film in dvd


Jane Campion dedica un film alla storia d'amore fra il poeta inglese John Keats  e la sua musa ispiratrice Fanny Browne, che l'artista conobbe proprio negli ultimi anni della sua breve vita, terminata a soli venticinque anni.Il titolo della pellicola "Bright Star" (nei cinema nel 2009) deriva proprio da una poesia dedicata all'amata, alla quale scrisse numerose lettere durante i vari periodi in cui restarono separati (potete leggerne una traduzione nel sito della Keats-Shelley House di Roma, dove il poeta morì, oggi diventata un museo).I due si incontrarono a Wenthwort Place, un caseggiato costituito da due edifici contigui, una metà dei quali era occupato da Keats e dall'amico Charles Armitage Brown, mentre nell'altra metà vivevano degli amici di famiglia di Fanny. In seguito la famiglia Browne si trasferì proprio nell'altra metà della casa di Wenthworth place e i due giovani poterono frequentarsi quotidianamente. Fanny viene descritta da Keats come una ragazza bella, determinata, affascinante, con energiche idee politiche, che amava leggere e discutere di libri, con una passione per i bei vestiti e tutte le novità della moda che arrivavano da Parigi.Ben presto Keats si innamorò follemente di Fanny, ma i due dovettero separarsi per motivi di salute: il poeta aveva necessità di risiedere in climi più miti e si risolse a partire per l'Italia, dove sperava di migliorare le proprie condizioni.I giovani rimasero legati da un fidanzamento segreto. La riservatezza nella loro relazione derivava da diversi motivi:innanzi tutto dare troppa pubblicità ad un fidanzamento che avrebbe potuto non concludersi in un matrimonio avrebbe  potuto danneggiare Fanny, in secondo luogo i motivi che avrebbero potuto ostacolare il matrimonio derivavano soprattutto dal fatto che Keats era estremamente povero e di salute molto cagionevole, un suo fratello era già morto di tubercolosi e lui stesso ne era gravemente afflitto.Nonostante la separazione i due si scrissero numerose lettere, che rimasero segrete fino al 1878, anno della loro pubblicazione, oltre cinquanta anni dopo la morte di Keats e tredici dopo quella di Fanny, rivelando al mondo una storia d'amore che ebbe certamente una grande influenza sulle opere del poeta.
Jane Campion cerca di rievocare non solo la storia di Fanny Brown e John Keats, ma soprattutto di rendere l'atmosfera di un'epoca, con sequenze che forse non vibrano sempre per bellezza, ma che puntano ad un fedele realismo. Le scene sono spesso girate con quella che sembra luce naturale (se non lo è davvero, lo sembra assolutamente), con forti chiaroscuri e spesso i personaggi devono sedere vicino a delle finestre per essere visti bene. Anche il suono tende ad essere il meno artefatto possibile, con molti rumori di fondo, tanto che sembra di poter sentire (almeno nella versione originale), anche il fruscio degli abiti.Molte sono le sequenze che riproducono scene di vita quotidiana, anche solo per pochi istanti: la condivisione del té, la preparazione di abiti, la madre di Fanny che stira, una passeggiata in una strada fangosissima, come dovevano essere probabilmente a quei tempi in una piovosa Inghilterra.La recitazione che la Campion chiede al proprio cast sembra quasi non voler disturbare il quadro creato con tanta cura: nella maggioranza dei casi gli attori quasi sussurrano, piuttosto che pronunciare le battute, come se temessero di essere troppo vitali e di rischiare di uscire dal  registro di  romantica melanconia per essi predisposto, quasi che i personaggi potessero già conoscere in anticipo il proprio destino, funestato dalla morte e dalla frustrazione dei propri desideri.
Il film è forse un po'  troppo lento e Jane Campion esagera nel voler immergere lo spettatore nei ritmi della vita ottocentesca anche a costo della scorrevolezza della trama, perché a volte la pellicola rischia davvero di essere un tantino (non troppo, in fondo la Campion è sempre una brava regista) soporifera.Ma il ritmo sonnacchioso non è il peggior difetto di questo film, che vede come protagonista assoluta Abbie Cornish nei panni di Fanny Browne, sulla quale è praticamente incentrata tutta la storia. Cornish si prodiga in ogni modo per creare una Fanny credibile: una ragazza giovane, ma determinata, chiaramente affascinata da Keats, che a volte pecca di ingenuità nel suo entusiasmo.Il problema non è il lato femminile della storia, ma piuttosto quello maschile: Ben Wishow nella parte di John Keats è un autentico ciocco di legno, totalmente privo di espressività, nel quale è davvero difficile vedere un poeta romantico. La sua interpretazione di Keats non è certa quella di qualcuno che si lasci dominare dalle passioni, quanto piuttosto di individuo totalmente incapace di esprimerle, anche al di là di una qualunque timidezza. Un Keats trattenuto nei propri sentimenti, avrebbe anche potuto essere in tono con la storia, viste le notevoli difficoltà che ostacolavano il rapporto fra i due giovani innamorati, ma sul volto di Wishow domina la più totale indifferenza: che guardi Fanny o la sua tazza da tè decisamente fa lo stesso, anzi credo che per il tè ci sia una maggiore simpatia e senz'altro più trasporto emotivo. In  effetti quasi tutto il cast è all'altezza della propria parte, ma davvero persino il gatto di Fanny Browne ispira più emozioni di Keats, nella versione di Jane Campion: anche il gatto avrebbe recitato meglio i versi di Keats, quando questo cita le proprie poesie, esattamente come se leggesse la lista della spesa.Visto che in un film di questo tipo l'interpretazione degli attori è fondamentale, viene a mancare la tensione emotiva che potrebbe tenere svegli gli spettatori e nel complesso questa è una storia d'amore a metà, praticamente per assenza della controparte.Un peccato perché fra un capolavoro ed un film solo discreto il passo è, purtroppo, molto breve.