L'angolo di Jane

La paziente privata - P. D. James


Titolo: La paziente privata Titolo originale: The Private Patient Autrice: P. D. James Traduzione: Grazia Maria Griffini Casa editrice: Mondadori pag: 461 costo: 10,00 €
P. D. James è stata spesso paragonata alla più celebre Agatha Christie e, sebbene lo stile delle due scrittrici sia decisamente differente, il parallelo non è affatto infondato: entrambe le scrittrici non si limitano solo a descrivere la scena di un crimine o di un mistero, per quanto elaborato, ma gettano sempre una luce singolarmente oggettiva su regole sociali non scritte, su intricate relazioni umane e sui molti modi in cui le persone costruiscono le proprie difese contro il mondo, talora giungendo a perfino a mentire e ad uccidere. Si ha spesso ha l'impressione che anche se c'è in effetti un solo assassino, in qualche modo ci siano in verità molti colpevoli, perché l'omicidio è solo l'ultimo e più clamoroso atto di una catena molto lunga di meschinità.La differenza principale tra le due è forse nello sguardo più ironico della Christie, che non manca quasi mai di inserire una nota divertente nei suoi romanzi, rispetto a quello decisamente più compunto di P. D. James. Del resto anche gli investigatori delle due scrittrici sono completamente differenti: l'adorabile Miss Marple, tanto modesta quanto implacabile nelle sue convinzioni, e lo stravagante Poirot , tanto immodesto quanto esuberante, sono decisamente più espansivi e fortemente caratterizzati rispetto al freddo Adam Dalgliesh della James che, oltre che risolvere delitti, sembra impegnato anche a portare avanti una partita a scacchi non tanto con l'assassino, che non sembra essere un vero antagonista, ma con i suoi sottoposti, con la propria fidanzata, con l'insieme di persone che costituiscono il suo universo sociale, portando avanti due storie parallele all'interno del romanzo: quella che riguarda il mistero da risolvere e l'ennesimo capitolo delle sue vicende personali."La paziente privata" si apre immediatamente con l'annuncio di un delitto: la scrittrice ci informa, già dalle prime righe, che la quarantasettenne Rhoda Gradwin, giornalista d'inchiesta senza scrupoli, morirà dopo un'operazione di chirurgia plastica, effettuata in una lussuosa clinica per vip, situata nel mezzo delle campagne inglesi, a Cheverell Manor.Il primo terzo del volume non è quindi dedicato all'indagine vera e propria, ma ad illustrare nel dettaglio il passato della vittima ( che ha deciso di eliminare una deturpante cicatrice dal volto, dopo oltre trenta anni, perché "non ne ha più bisogno"), di un suo amico  e di tutto il personale della clinica, fra cui si nasconde certamente il colpevole, in modo da disseminare il libro di false piste: dal cuoco che vorrebbe aprire un proprio ristorante, ma si sente costretto a mantenere un lavoro sicuro dalla moglie, all'infermiera e amante del chirurgo che non riesce a farsi sposare, alla vecchia proprietaria della tenuta di Cheverell, che potrebbe forse meditare vendetta per chi ha occupato la dimora dei suoi avi. Infatti l'omicido di Rhoda sembra avere come scopo apparente solo quello di rovinare la reputazione della clinica, piuttosto che essere nato da odio personale nei suoi confronti.La parte iniziale del volume ha forse la pecca di essere un po' lenta, mancando totalmente l'azione, ma serve alla scrittrice non solo per illustrare a tutto tondo la psicologia dei suoi personaggi, tentando di confondere le idee al lettore-investigatore, ma soprattutto per dipingere un quadro non esattamente idilliaco della società inglese minata da tensioni sociali, delinquenza crescente e scarsa attenzione verso la middle class. Una descrizione che ha un valore notevole se si tiene anche conto che viene da  quella che non è solo una scrittrice, ma anche un membro permanente della camera dei Lord, di ala conservatrice, visto che la James coniuga l'attività politica a quella romanzesca.Così descrive infatti P. D. James la generazione che precede quella di Rhoda, quando la donna osserva gli amici della madre, intervenuti alle sue seconde nozze, in cui si mescolano classe media e alta classe lavoratrice:"Quelle persone avevano vissuto per vedere deriso il loro semplice e onesto patriottismo, disprezzata la loro moralità, svalutati i loro risparmi. Non avevano dato fastidio. Milioni di sterline del denaro pubblico non venivano regolarmente dirottati nei quartieri dove abitavano con la speranza di indurli, persuadendoli con le buone maniere o costringendoli con le cattive, a dare prova di senso civico. Se protestavano dicendo che le loro città erano diventate completamente aliene e i loro bambini frequentavano scuole sovraffollate, nelle quali il novanta per cento degli allievi non parlava inglese, si sentivano fare un predicozzo sul peccato cardinale di razzismo da quelli che si trovavano in condizioni finanziarie più floride e soddisfacenti delle loro. Mancando la protezione dei commercialisti erano le perfette vacche da mungere da parte di un fisco rapace."Uno sguardo decisamente cinico, ma molto realistico.Dalla seconda metà in poi del volume l'intrigo poliziesco decolla e il libro acquista più ritmo, anzi forse c'è persino troppa carne al fuoco, visto il delitto si svelerà essere persino troppo contorto.Dal punto di visto della storia personale di Adam Dalgliesh invece, questo volume segnerà un passo importante: il matrimonio (in questo volume i matrimoni abbondano, ce ne sono addirittura due!).Per continuare il confronto con Agatha Chirstie, visto che non amo moltissimo i gialli, ma adoro la Christie, anche in questo caso il libro, dal mio personalissimo punto di vista, merita la lettura più per il modo in cui si indagano caratteri e situazioni sociali, che non per il mistero in sé, ma ammetto che l'opera di depistaggio è assolutamente ben fatta e benché i primi capitoli lascino solo una vera pista affidabile, quelli successivi confondono bene le acque e nel complesso il giallo è quindi costruito con arte. Un libro che consiglierei a coloro che amano i libri vecchio stile, senza sangue e violenza, ma in cui l'arma principale è la lama affilata dell'ingegno, in cui ad essere squartate non sono le vittime, ma molte ipocrisie sociali.