L'angolo di Jane

Colazione da Tiffany - Truman Capote


Titolo: Colazione da Tiffany Titolo originale: Breakfast at Tiffany's Autore: Truman Capote Traduzione: Bruno Tasso Casa editrice: Garzanti pag: 128 costo: 14,60
Se avete in mente l'indimenticabile e bellissimo film di Blake Edwards con Audrey Hepburn, leggere il romanzo da cui fu tratto potrebbe sorprendervi, perché "Colazione da Tiffany" non è affatto una storia romantica, anche se il nucleo centrale sia del film che del romanzo è, almeno nello spirito molto simile ed interamente basato sull'eccentrica, tenera, forse autentica, forse no, perennemente "in transito" Holly Golightly.Il romanzo di Capote, scritto nel 1958, è ambientato nel 1943 a New York (mentre il film è ambientato negli anni in cui fu prodotto, nel 1961), durante la seconda guerra mondiale ( dove un giovane scrittore, di cui non sappiamo mai il vero nome (viene soprannominato alternativamente "Fred" come il fratello di Holly, o "tesoro" o "brutto"), e che quindi sembra identificarsi quasi con Capote stesso, vive in un appartamento al piano sotto quello di Holly.La ragazza è una diciannovenne bon-viveur dell'alta società newyorkese, nella quale vive accompagnando ricconi che le lasciano grosse mance e le comprano regali costosi.Il racconto è interamente realizzato come un flashback: un barista amico di Holly, che da sempre prova per lei una autentica fascinazione, ma che non la vede ormai più da anni e non ha sue notizie, chiama lo scrittore per mostrargli delle foto che mostrano delle statuette africane che hanno esattamente le fattezze di Holly: non c'è dubbio che sia stata lì e che le statuette siano il frutto della perenne capacità della donna di lasciare una traccia indelebile nel cuore altrui.Lo scrittore rievoca allora la storia, punteggiata di scene spassosamente comiche, della sua relazione con Holly, di come evolva dalla superficiale amicizia con una ragazza eccentrica, fino alla conoscenza più intima del suo passato da orfana, di ex-campagnola del Texas il cui vero nome è Lula Mae, sposatasi praticamente bambina, in perenne fuga dalle convenzioni e dai legami, la cui costante allegria è la conquista di qualcuno che ha imparato a buttarsi alle spalle il dolore con grazia.Fra i due in realtà non scocca mai l'amore (mi spiace deludervi), perché ciò che "Fred/Capote" dice a sé stesso riguardo al suo rapporto con la giovane è:"ero innamorato di Holly? In piccola parte, sì. Perché ero davvero innamorato di lei. Come una volta ero stato innamorato dell'anziana cuoca negra di mia madre e di un postino che mi permetteva di seguirlo nei suoi giri e di una intera famiglia di nome McKendrick.". Quindi molto più affetto, che non passione.La storia per il resto si svolge in maniera simile alla pellicola, ed anche nel racconto Holly infine finisce nei guai e deve fuggire da New York, perché coinvolta, nei loschi giri del gangster Sally Tomato che  la
usa, forse a sua insaputa, forse no (nel libro Holly non è forse del tutto inconsapevole di quel che fa), come mezzo per portare messaggi dal carcere al suo braccio destro, l'avvocato O'Shaughnessy.Ma la scelta fatta dalla Holly del libro è completamente diversa da quella del film, visto nel film alla fine il personaggio di Audrey Hepburn non fugge, ma resta perché innamorata dello scrittore: la ragazza creata da Capote non nutre attaccamento per nulla, nemmeno per il gatto, a cui non darà mai un nome, che finisce davvero per abbandonare alla fine del racconto (sebbene se ne penta e poi Fred/Capote si incarichi di ritrovarlo).Ci sono poi molte cose presenti nel racconto di Capote che mai avrebbero potuto finire in una pellicola Hollywoodiana: la disinvolta quasi bisessualità di Holly, che ammetta allegramente di aver fumato marijuana, che un suo ex-fidanzato, noto per le molte relazioni con donne bellissime sia in realtà omosessuale, il fatto che alla fine del libro Holly abbia un aborto, per non parlare di quanto lo scrittore ci lascia intuire riguardo ad una infanzia in cui la giovane Lula Mae ha subito abusi.La storia di Capote racconta una donna molto più complessa e dal passato molto più duro di quello della Holly interpretata da Audrey Hepburn, ma cui comunque non manca mai la forza di rimettersi sempre in piedi, di passarsi il rossetto sulle labbra, inforcare i perenni occhiali scuri e affrontare con un sorriso ammaliante il futuro.Un'altra cosa che potrebbe forse sorprendere coloro che amano il film con Audrey Hepburn, che grazie a quella pellicola divenne una vera icona di stile (e che era senz'altro perfetta per il ruolo), è che in realtà Capote avrebbe preferito una attrice completamente diversa per interpretare la parte: Marylin Monroe. Forse lo scrittore vedeva la Monroe, dal passato molto travagliato, come la stessa Holly/Lula Mae, più adatta ad interpretare una ex-texana capace di reinventarsi in chiccosissima new-yorkese, ma devo dire che la scelta di Blake Edward fu senz'altro più lungimirante.Dopo che libro e film ebbero un grandissimo successo, molte star e starlette rivendicarono di essere state l'ispirazione per il personaggio di Holly Golightly, ma a quanto pare sembra che l'ipotesi più sorprendente sia che in realtà a dare corpo al più indimenticabile dei personaggi di Capote sia stato il ricordo della madre, dal passato molto simile a quello della ragazza raccontata in "Colazione da Tiffany": la madre di Capote, il cui vero nome era Lillie Mae (molto simile alla Lula Mae del racconto) era una ex-campagnola (dell'Alabama), trasferitasi a New York, dove viveva esattamente come Holly e che abbandonò spesso marito e figli. Forse questo rende conto dell'affetto con cui il personaggio è raccontato.