L'angolo di Jane

Lettera di una sconosciuta - Stefan Zweig


Titolo: Lettera di una sconosciuta Titolo originale: Brief einer Unbekannten Autore: Stefan Zweig Traduzione: Ada Vigliani Casa editrice: Adelphi pag: 83
Lettera di una sconosciuta o lettera da una stalker? Nel 1922, quando l'austriaco Stefan Zweig scrisse questa brevissima, ma intensissima novella il termine stalking non era forse stato ancora coniato, o certamente non era in uso nel senso che intendiamo oggi, ma la protagonista e voce narrante del piccolo romanzo pur avendone tutte le caratteristiche, forse solo in parte potrebbe rientrare nella definizione. Di  certo la sconosciuta ha tutta la determinazione del classico stalker: si apposta di notte alle finestre dell'amato, lo pensa in continuazione, lo rende il centro del proprio universo e naturalmente, come ogni stalker che si rispetti, è totalmente ignorata dal destinatario di tanta passione. Al contrario di una pericolosa stalker però, la sconosciuta non forza la mano all'oggetto dei suoi pensieri: vistasi respinta, si ritira in disparte a crogiolarsi nella propria incontenibile adorazione, persa in un'amore tutto mentale, ma che per la sua travolgente intensità essa non può fare a meno di considerare una relazione reale, che le provoca perfino del risentimento di fronte all'evidente noncuranza che le viene destinata, ma che non la porta mai a compiere un solo atto che possa in qualche modo disturbare l'uomo che ama. Essa brama, più di ogni cosa, di essere vista, un premio finalmente alla sua costanza, ma non tollera che ciò possa avvenire in modo non  spontaneo.Solo alla fine ormai imminente della propria esistenza, dopo la morte del bambino che ha concepito proprio con quell'uomo affascinante e libertino che l'ha amata una notte, ma l'ha subito dimenticata, essa ha infine il coraggio di esigere qualcosa, di chiedere finalmente di essere notata e ricordata e lo fa con la lettera semplicemente indimenticabile, che vibra di emozione in ogni riga, nella quale viene raccontata la storia di una somma indifferenza che riesce ad innescare un amore incontrollabile, e certamente un po' folle, ma non per questo meno commovente.Questo piccolo libro è un vero capolavoro di caratterizzazione psicologica: Stefan Zweig riesce ad immedesimarsi in maniera così convincente nella sua narratrice, che quasi siamo portati a darle ragione (ma diamine, perché non la riconosce mai? Avrà avuto bisogno di un paio di occhiali?), nonostante il suo sia un modo fin troppo contorto di intendere l'amore, e di sicuro non si può fare a meno di compatirla per l'amara solitudine che ha finito per scegliere nel rincorrere con tenacia la propria illusione, al posto di una vita vera.Dal libro è stato tratto anche un film del 1948, diretto da Max Ophüls, nel quale il destinatario della lettera è un pianista anziché uno scrittore.