Titolo: 22/11/'63 Titolo originale: 11/22/63 Autore: Stephen King Traduzione: Wu Ming 1 Casa editrice: Sperling & Kupfer pag: 767 costo: 23,90 €
Il 22 Novembre del 1963 John Fitzgerald Kennedy veniva assassinato a Dallas, sotto gli occhi della terrorizzata moglie Jackie e di una folla attonita, nel mezzo di una parata che avrebbe dovuto riconciliarlo con un sud del paese ostile al vento di riformismo rivoluzionario della sua amministrazione. Chi ha vissuto in prima persona quegli anni non può fare a meno di pensare che la morte di Kennedy sia stato un evento cruciale nella storia del mondo: alcuni ritengono che forse non ci sarebbe stata una guerra in Vietnam se Kennedy fosse rimasto in vita, altri invece che persino la diffusione della droga o la mano lunga della criminalità organizzata sarebbero state minacciate dall'azione di questo sfortunato presidente americano (fonte: mia madre; basta che io dica "Kennedy" e a mia madre parte un sospiro e l'occhio luccicoso, nonché l'enumerazione di tutto quello che sarebbe stato diverso se Kennedy non fosse stato ucciso; lei è assolutamente convinta che avremmo avuto un mondo migliore). Tutti sanno che ufficialmente ad uccidere Kennnedy è stato un uomo solo: Lee Harvey Oswald che, armato di un fucile Carcano, sparò sulla macchina scoperta del presidente dalla finestra del Texas Book School Depository. Una volta catturato, l'uomo dichiarò di essere solo un capro espiatorio. Due giorni più tardi, il 24 Novembre, lo stesso Oswald fu ucciso a colpi di pistola da Jack Ruby, un uomo collegato alla mafia, descritto nei rapporti ufficiali come uno psicolabile. La fin troppo opportuna rapida dipartita di Oswald, nonché l'enormità dell'azione che si suppone abbia commesso, davvero troppo storicamente rilevante per essere dovuto ad un semplice folle, hanno più volte fatto fiorire teorie complottiste che coinvolgevano i gradi più alti del potere americano.Non sembra però pensarla in questo modo Stephen King, assolutamente convinto della bontà dell'inchiesta svolta dalla commissione Warren che si occupò del caso. Come precisa anche nei ringraziamenti finali, King ritiene che davvero un uomo solo possa cambiare la storia. Partendo da questa premessa, lo scrittore imbastisce una romanzo che verte proprio sul tentativo di cambiare il corso degli eventi di Dallas, per garantire al mondo un futuro migliore, da parte di un casuale viaggiatore nel tempo: Jake Epping, insegnante di letteratura alla Lisbon Falls High, nel Maine (notare il doppio riferimento autobiografico: King ha davvero insegnato letteratura e da giovane frequentò come studente proprio la Lisbon Falls). Jake è un ex-alcolista (come lo fu lo stesso King), divorziato dalla moglie Christie, che lo ha lasciato con l'accusa di essere un uomo emotivamente freddo e insensibile. Epping, che racconterà tutta la storia in prima persona, ci mostra invece che è stata proprio la commozione provata leggendo il tema di uno dei suoi studenti lavoratori, il bidello Harry Dunning, che lo ha spinto ad imbarcarsi in una avventura paradossale nei meandri della storia: l'uomo scrive infatti, in un compito in classe, la storia di come sia scampato, sul finire degli anni '50, al massacro della sua famiglia da parte del suo stesso padre, sopravvivendo alla madre e ai fratelli, uccisi sotto i colpi di un martello. Quando il morente Al Templeton rivela a Jack che nello scantinato della sua tavola calda esiste un passaggio temporale verso il 1958 e gli chiede di completare una importante missione al suo posto, quella di arrivare fino al 1963 e salvare Kennedy, Jake non resiste all'idea di essere un deus ex-machina della storia e di poter dare una raddrizzata ai torti del mondo: potrebbe infatti non solo evitare l'omicidio del presidente, ma anche salvare tutta la famiglia di Harry. Attraverso un piccolo e stretto passaggio (che ricorda moltissimo la porticina di "Alice nel paese delle Meraviglie"), Jake sbuca nel passato, il 9 Settembre 1958, e fornito di contanti, documenti falsi che rispondono al nome di George Amberson, e precise istruzioni da Al, tenta la propria avventura. Naturalmente le cose non sono facili, perché il passato non vuole essere cambiato, e delle forze quasi oscure tentano in ogni modo di rallentarlo ed eliminarlo dall'equazione della storia. I cinque anni che devono trascorrere per arrivare al 1963, dal punto di partenza del 1958, vissuti in tempo reale, offrono a King la possibilità di illustrare, con gli occhi di un uomo moderno, la vita degli anni '50 americani: più ingenui, più spontanei per certi versi, ma anche incredibilmente crudeli, con la segregazione razziale e una condizione femminile ancora molto lontana dall'uguaglianza. Gran parte del libro è dedicata proprio a quel mondo più piccolo, ma non per questo più semplice, fatto di paesetti che possono essere l'accogliente Jodie, dove il protagonista troverà l'inaspettato amore per la collega Sadie, ma anche l'oscura Derry, dove invece gli abitanti sono scontrosi, inclini alla diffidenza e dove avvengono strani omicidi (viene anche citato un misterioso clown, con un riferimento ad uno dei romanzi più famosi di King: "IT") e in cui Jake/George dovrà fermare Frank Dunning, prima che stermini tutta la sua famiglia. Solo nella seconda parte del volume il romanzo è maggiormente incentrato sull'omicidio di Kennedy, con una analisi minuziosa dello stile di vita di Lee Oswald e della moglie Marina. Anche se King sposa la teoria "dell'uomo solo", non può comunque fare a meno di mostrare come ci siano state carenze tali da parte delle forze dell'ordine, in particolare dell' FBI (capeggiata dal famigerato J. Edgar Hoover, a cui è stato dedicato proprio recentemente un film da parte di Clint Eastwood) e che il clima era così bollente a Dallas, che la tragedia era praticamente inevitabile. Quindi sebbene King ritenga Oswald davvero l'autore materiale del delitto (cosa di cui molti dubitano fortemente), la responsabilità morale dell'omicidio viene comunque spostata su un piano più grande: in un certo senso è la città stessa, con il suo carico di violenza, odio, razzismo ad aver premuto il grilletto insieme ad Oswald. Benché non condivida minimamente la tesi di King sul reale autore dell'assassinio di Kennedy, il romanzo è assolutamente ben congegnato: infatti solo partendo dal presupposto che un singolo sia l'autore di un grande cambiamento storico, si può accettare narrativamente che un altro singolo possa influire a sua volta in modo altrettanto significativo sul corso degli eventi. Immaginare un Jake Epping/George Amberson combattere contro un intero sistema di potere da solo sarebbe stato poco credibile: King sceglie quindi, forse sacrificando l'aderenza alla realtà storica, una versione che si confà ad un romanzo di fantascienza, quale è 22/11/'63. Il risultato è assolutamente ben riuscito: lo scrittore dosa con precisione al milligrammo la giusta quantità di tensione, buoni sentimenti, strategia (è appassionante vedere come Jake deve prevedere come sarà ostacolato dal passato che non vuole cambiare) e perfino romanticismo (ampio spazio è dedicato alla storia d'amore fra Jake e Sadie), raccontando non una, ma molte storie allo stesso tempo: a volte si ha persino la sensazione che Kennedy non sia altro che un pretesto per raccontare altro, come ad esempio le gioie e i dolori dell'insegnamento.Nonostante la mole, 22/11/'63 è un libro appassionante, un vero page-turner, anche se non si può certo dire che brilli per precisione storica o per incredibile originalità. Quando ad esempio Jake Epping riceve da Al un elenco di eventi sportivi su cui fare delle scommesse per guadagnare denaro, non ho proprio potuto fare a meno di pensare ad uno dei film più famosi in assoluto sul viaggio nel tempo, il mitico "Ritorno al futuro", nel cui secondo episodio il perfido Biff ruba l'almanacco con i risultati sportivi dal 1950 al 2000 al protagonista Marty, cambiando la propria sorte e il futuro. Nonostante i déjà vu, il libro è molto godibile e non ho dubbi che arricchirà la lunga schiera di volumi di King diventati pellicole di Hollywood: sembra fatto apposta per diventare un film.