L'angolo di Jane

Amerigo - Stefan Zweig


Titolo: Amerigo. Il racconto di un errore storico Titolo originale: Amerigo. Die Geschichte eines historischen Irrtums Autore: Stefan Zweig Traduzione: Luisa Paparella Casa editrice: Elliot pag: 115 costo: 12 €
Amerigo Vespucci ha donato il proprio nome al "mondo nuovo", il continente chiamato in suo onore America, rimasto sconosciuto fino a quando il 12 Ottobre 1492, Cristoforo Colombo, inseguendo il sogno di raggiungere le Indie da Ovest, non approdò, dopo molte traversie e quasi per caso, all'isola di San Salvador.Ma perché, se l'onore della prima scoperta va a Colombo, il nuovo continente non ha il suo nome, ma quello di un uomo che non guidò mai personalmente una spedizione, che svolse fino a quarantacinque anni il lavoro di impiegato e che si imbarcò su una delle spedizioni dirette al nuovo mondo in cerca di fortuna, perché quasi rovinato?Nel suo "Amerigo" Stefan Zweig indaga sul mistero della nascita del nome "America" in una strenua difesa di una figura storica, quella di Amerigo Vespucci, più volte accusata di essersi attribuito volontariamente onori che spettavano ad altri, tentando per vanagloria di nascondere i meriti altrui, e che alcuni storici credettero addirittura essere un nemico di Colombo.La vicenda di "Amerigo" è affascinante perché dimostra, come poche, che la storia non sia di chi effettivamente la fa, ma soprattutto di chi la racconta e che la manipolazione dell'informazione scritta è antica praticamente quanto la stampa stessa.All'origine della fama, di grande navigatore, ma anche di grande usurpatore di Vespucci c'è il "Mondus Novus", apparso per la prima volta nel 1503 a Parigi e Firenze, nel quale venivano raccolte alcune lettere inviate da tale Albericus Vesputius a Pierfrancesco de' Medici, in cui per la prima volta si affermava che le terre scoperte oltreoceano non erano affatto le Indie, come riteneva Colombo, ma un continente completamente diverso, appunto "un nuovo mondo".La notizia era semplicemente esplosiva e fece il giro del "mondo vecchio" in breve tempo. Alcuni stampatori decisero di aggiornare la "Cosmographia" di Tolomeo con le nuove scoperte, ma nello sperduto ducato di Lorena, lo stampatore Guthier Lud, insieme al matematico e geografo Martin Waldseemüller, al poeta Matthias Ringmann e al traduttore Jean Basin, fecero qualcosa di molto più ardito: tradussero le lettere di Vespucci dall'italiano al latino ed inventarono che il navigatore italiano le avesse inviate al loro duca René, per conto del quale sarebbe partito in esplorazione, sostituendo il nome di Pierfrancesco de' Medici con quello del nobile vanitoso; nella stesso stesso volume proposero che in onore di Amerigo, il nuovo continente, venisse chiamato "America".Il mondo del '500 è piccolissimo, i libri sono pochi e le buone storie ancora di meno: il volume, ideato con l'inganno, fa il giro dell'Europa e la parola "America" insieme ad esso, destinata a celebrare Vespucci come un grande navigatore e segnare la sua fama con l'ombra dell'usurpazione.Sembra che ad un certo punto Waldseemüller si sia pentito di aver generato un inganno di tali proporzioni, ma come ci dice Zweig:"Ben di rado la verità corre più rapida della leggenda. Una parola, una volta lanciata nel mondo, prende forma da questo mondo e continua a vivere libera e indipendente da chi le ha dato vita. E' vano che il piccolo individuo che per primo l'aveva pronunziata voglia pudicamente farla tacere, la parola America già aleggia nell'aria, balza da lettera a lettera, da libro a libro, vola di bocca in bocca oltre lo spazio e il tempo, irresistibile e immortale, idea e realtà insieme"."Amerigo" è un libro interessantissimo che restituisce ad Amerigo Vespucci la giusta dimensione storica, trasformandolo da antagonista di Colombo addirittura in suo amico: né ladro di gloria, né glorioso navigatore, ma un uomo che, mentre faceva insieme a tanti altri la storia, ebbe per primo l'idea di mettere per iscritto le proprie intuizioni ed il coraggio di vedere ciò che aveva sotto gli occhi.