L'angolo di Jane

Quel bel biondone di Ulisse


La storia, specie quella molto antica, viene spesso riscritta quando si fanno nuove scoperte che illuminano zone d'ombra non chiarite, ma la teoria che verrà discussa il 6 giugno, in un convegno presso l'Università La Sapienza di Roma, è di quelle che ridefiniscono l'intero panorama.Sembra che alcuni studiosi abbiano messo in dubbio l'origine greca dei poemi omerici: basandosi sulle abitudini di vita, di guerra e di alimentazione degli eroi descritti nell'Iliade e nell'Odissea, è stata avanzata l'ipotesi che quelli descritti non siano antichi greci, bensì vichinghi!Se questa ipotesi trovasse fondamento, dovremmo dimenticare un Ulisse dalla pelle dorata, il marcato profilo greco e bei riccioli scuri che si aggira per il caldo Mediterraneo giocando tiri mancini a giganti monocoli e seducendo ninfe, per immaginare invece uno stangone biondo con le trecce, vestito non di pepli, ma di pelli conciate, intento a trovare il modo più astuto per cavarsi d'impaccio, nel suo periglioso e lunghissimo viaggio di ritorno a casa.Questa originale teoria, che certamente risulterà indigesta ai greci, già provati da ben più di un problema, è stata esposta nel libro "Omero nel baltico. Le origini nordiche dell'Odissea e dell'Iliade" di Felice Vinci.Ad avere spinto Vinci verso l'identificazione con il Baltico del mare omerico sono stati, testuali parole "un clima sistematicamente freddo e perturbato, battaglie che proseguono durante la notte, eroi biondi intabarrati in pesanti mantelli di lana, fiumi che invertono il loro corso, come avviene solo sulle coste oceaniche per effetto delle maree, il Peloponneso pianeggiante, isole e popoli introvabili". Faccio fatica ad immaginare Iliade ed Odissea in climi freddi, ma è una ipotesi interessante.Personalmente, però, faccio smaccatamente il tifo per i greci!