L'angolo di Jane

Qualcosa di scritto - Emanuele Trevi


Titolo: Qualcosa di scritto Autore: Emanuele Trevi Casa editrice: Ponte alle Grazie pag: (riferite al cartaceo) 246 formato: ebook (esiste anche il cartaceo) costo: 1,99 € "Tenace e paziente, la mediocrità riafferma sempre i suoi diritti. Se cercate un mandante della morte di P.P.P., dovrebbe essere, la mediocrità, la prima sulla lista dei sospetti. L'omicidio, per inciso, è un numero tutt'altro che marginale del suo repertorio".
P.P.P. è Pier Paolo Pasolini, il poeta e scrittore ucciso in maniera brutale, in circostanze misteriose, mai del tutto chiarite, il 2 Luglio del 1975, mentre lavorava al manoscritto di "Petrolio", un romanzo che molti, nel corso degli anni, hanno visto come la possibile causa scatenante dell'omicidio, perché potenziale fonte di scottanti rivelazioni in merito a molte oscure vicende italiane.Del delitto fu accusato il giovane Pino Pelosi, detto Pino la rana, appena diciassettenne,  ma mai nessuno ha davvero creduto che l'uomo possa aver agito da solo e che a scatenare una dirompente furia omicida, viste le molte ferite inflitte al martoriato corpo di Pasolini, possa essere stato il debole movente attribuito a Pelosi che asserì di aver aggredito lo scrittore a causa di alcune minacce. Quella di Pelosi apparì a molti, da subito, come una confessione dettata dalla paura.La morte di Pasolini resta uno dei tanti misteri italiani, delle tante inutili morti forse messe in scena, come a teatro, da un sistema di potere incapace di gestire le difficoltà."Qualcosa di scritto" non è però un romanzo inchiesta sulla morte di Pasolini, ma un tentativo di fotografarne l'immagine, di catturarne lo spirito e infine di capire la vera natura dell'artista attraverso il contatto con coloro che conobbero o studiarono il poeta e un viaggio nel suo romanzo "Petrolio", di cui vengono analizzate a fondo, quasi come in saggio, molti passaggi fondamentali, paragonando ad esempio molti suoi elementi a raffigurazioni dei "misteri eleuisini" greci.Capire "Petrolio" significa capire Pasolini e il modo in cui lo scrittore pensava al suo romanzo.Ben difficilmente, secondo Trevi, Petrolio avrebbe potuto contenere davvero, come alcuni hanno prospettato, rivelazioni che non fossero già state fatte altrove. Pasolini era un uomo di raffinata cultura, ma non un investigatore o qualcuno inserito in un oscuro sistema di passaggio di informazioni riservate. Anche il capitolo "Lampi sull'Eni", di cui ci resta solo il titolo, e che alcuni ritengono avrebbe potuto chiarire la morte del presidente dell'Eni, Enrico Mattei , avvenuta per esplosione dell'aereo su cui viaggiava, se mai fosse stato compiuto, secondo Trevi, avrebbe contenuto probabilmente informazioni già di dominio pubblico, quasi certamente le stesse presenti in un libello anonimo dell'epoca chiamato "Questo è Cefis", che faceva scottanti rivelazioni su macchinazioni da parte del successoro di Mattei, Eugenio Cefis, ventilandone un coinvolgimento nella sua morte.
Emanuele Trevi è nato nel 1964 e non ha mai potuto conoscere Pasolini, morto quando era appena bambino, ma ha invece lavorato negli anni '90 per la fondazione dedicata allo scrittore, diretta da Laura Betti, attrice e cantante intima amica dello scrittore.In un certo senso Laura Betti è la vera star di questo romanzo, il personaggio che, insieme a Pasolini, lo domina e gli conferisce carattere: aggressiva, instabile, offensiva fino al limite estremo della sopportazione, Trevi le attribuisce per quasi tutto il libro l'appellativo di "La pazza".Pasolini è visto attraverso le pagine dei suoi romanzi, le interviste, i servizi fotografici ed i film, ma Laura Betti è invece una figura viva, amata e odiata allo stesso tempo, perché Trevi la conobbe davvero e, sebbene in piena decadenza, bulimica e tendente alla follia, in lei brilla una luce residua di saggezza che ogni tanto lo scrittore fa emergere a sprazzi nel suo libro, come quando le fa dire "Siete giovani, siete paraculi, potete farcela. Ma per farcela davvero ci vuole la rabbia. Pier Paolo ad un certo punto lo aveva capito, la rabbia è più importante del talento, il talento lo può avere qualunque borghesuccio, la rabbia no, la rabbia è un dono raro, bisogna coltivarlo, è come avere il cazzo grosso, o la testa fina, o tutti e due - che è sempre meglio, dico bene?"."Qualcosa di scritto", che deve il suo nome al titolo di un appunto di "Petrolio", è costruito come un romanzo semi-autobiografico, che si sposta continuamente da episodi relativi alla conoscenza con Laura Betti, ad approfondimenti su "Petrolio" e sulle opere di Pasolini, ad elementi che riguardano invece quasi solo la vita di Trevi, ma visti come chiarificatori dell'opera di Pasolini.L'esperienza alla fondazione di Pasolini diviene nel corso del romanzo una specie di rito di iniziazione, come quello dei misteri eleusini che Trevi vede al cen
tro di "Petrolio", e finisce per concludersi proprio con un chiarificatore viaggio in Grecia, nel quale emergono con più forza i passaggi fondamentali dell'opera incompiuta di Pasolini che, con singolare preveggenza, termina con un capitolo intitolato "Storia delle stragi" in cui si fa accenno a Bologna (città che fu scenario, nel 1980,  di uno dei più gravi episodi di terrorismo della storia italiana).La figura di Pasolini viene ricostruita da Trevi in maniera tutt'altro che agiografica: si intuiscono rispetto e perfino venerazione nei confronti dello scrittore, ma non viene tralasciato di riportare che Pasolini era un uomo che cercava spesso l'estremo in tutto, nella scrittura e nella sua vita privata, che non aveva paura di scandalizzare perché non si curava minimamente di l'approvazione altrui, una personalità forte, forse perfino egocentrica, da vero "divo" della scrittura (o almeno io ho avuto questa impressione)."Qualcosa di scritto" è un libro estremamente coinvolgente, scritto con stile impeccabile, che cattura fin dalle prime righe e che non si può lasciare fino al momento di aver raggiunto l'ultima pagina, e questo nonostante sia per una buona metà un saggio su "Petrolio". In un certo senso credo sia il più "furbo" saggio che abbia mai letto: il suo travestimento da romanzo è praticamente perfetto, grazie soprattutto agli episodi che riguardano "La pazza" Laura Betti.  Il volume lascia con il desiderio di conoscere più a fondo l'opera di Pasolini e fornisce non pochi strumenti per capire "Petrolio".Si può condividere o meno le idee di Trevi riguardo al potenziale "esplosivo" di "Petrolio", ma le sue riflessioni sono assolutamente tutte ben argomentate, probabilmente futura fonte di discussione infinita per gli studiosi di Pasolini e della storia moderna italiana.Il libro è tra i finalisti del "Premio Strega 2012" ed è il primo della cinquina di titoli candidati che ho recensito nel blog. Nei prossimi giorni, recensirò tutti gli altri titoli, e infine stilerò la mia classifica (sperando di terminare in tempo entro il 5 Luglio, data della premiazione).Il libro di Emanuele Trevi è dato tra i favoriti per la vittoria e una parte di me gongola all'idea che legioni di lettori potrebbero acquistare questo libro, che contiene in alcuni punti un linguaggio sessualmente molto esplicito, solo perché vincitore del premio Strega, e rimanere stecchiti alla prima citazione di "Petrolio" e alla discussione, ad esempio, sul fatto che l'autore abbia davvero voluto scrivere "glande" o "la glande" in un determinato passaggio. Quello di Trevi è un libro colto e intelligente: non esattamente le tipiche caratteristiche dei grandi best-seller...Vincerà questo libro? (sul blog o allo Strega?): restate sintonizzati su questo blog e lo scoprirete.