L'angolo di Jane

L'uomo che credeva di essere se stesso - David Ambrose


Titolo: L'uomo che credeva di essere se stesso Titolo originale: The Man Who Turned Into Himself Autore: David Ambrose Traduzione: Cristina Monari Casa editrice: Mondadori Collana: Urania (n° 1586)  pag: 200 costo: 4,50 € Note: questa edizione è solo per le edicole, ma il libro è stato in passato edito da Meridiano Zero 
Vi è mai capitato di scoprire all'improvviso che una piccolo dettaglio, che avreste perfino dato per scontato, si rivelasse all'improvviso completamente diverso da come lo ricordavate?Ad esempio scoprire che un noto presidente americano del passato si chiamava Jack piuttosto che John, anche se avreste giurato esattamente il contrario. Possono sembrare sciocchezze, particolari insignificanti e probabilmente lo sono: la vostra memoria ha avuto un piccolo intoppo, niente di allarmante.Ma se invece vi svegliaste un giorno e scopriste di non avere più un figlio che si chiama Charlie, di cui perfino la vostra consorte sembra non avere il minimo ricordo, allora certamente dovreste riflettere a fondo sulla questione. Soprattutto se nel frattempo avete anche cominciato a sentire strane voci nella testa e se l'immagine allo specchio sembra solo somigliarvi molto, ma è in realtà differente da come la ricordavate (nota: del resto chi non ha mai provato questa sensazione alla prima prova costume?!).E' quanto capita allo sfortunato Rick che, dopo un evento fortemente traumatico, si trova improvvisamente ad essere per tutti “Richard”, un nome che non ha mai usato, e a vivere una vita quasi apparentemente identica a quella nel suo ricordo, ma che percepisce come totalmente differente nella sostanza.Nella sua nuova esistenza l'adorata moglie Anne è diventata una donna distante e perfino il suo migliore amico Harold ha qualcosa di ambiguo.Si tratta solo di una forma sottile di follia? Forse Rick/Richard sta solo immaginando un passato che non è mai esistito, in una strenua difesa della propria psiche ferita. O forse, visto che certamente non vi sarà sfuggito che questo libro è pubblicato in una collana di fantascienza (in passato è stato però pubblicato da Meridiano Zero), c'è una soluzione assai più interessante, legata magari ai paradossi della meccanica quantistica.A metà tra il thriller psicologico e il vero e proprio libro di fantascienza, “L'uomo che credeva di essere se stesso” ribalta più volte la prospettiva del protagonista insieme a quella del lettore, tenendo sempre alta la tensione lungo il corso del libro, giocando soprattutto su quelle che sono delle insicurezze molto diffuse sul filo sottile che può separare l'amore dall'inganno, la percezione di sé da una realtà assai differente.David Ambrose cerca di instillare dei dubbi sulla permanenza oggettiva di fatti assodati anche nel lettore e certamente noterete nel libro qualche piccolo dettaglio che non corrisponde del tutto ai vostri ricordi (vedi il binomio Jack/John già citato), tanto per farvi stare sulla corda un paio di secondi, prima di sorridere a voi stessi e dirvi che il vostro universo al momento non sembra cambiato più di tanto (o magari chissà...).Una lettura velocissima e molto originale che forse ha come piccolo difetto di interpretare le leggi della fisica in maniera assolutamente parziale e propedeutica allo svolgimento della trama, cosa di cui tutto sommato possiamo fare tranquillamente ellissi, visto che secondo le assai più radicate leggi della fantasia una buona storia vale di certo qualche licenza poetica.