Va bene, lo ammetto è un bel titolo sensazionalistico e se fossimo nella Terra di Mezzo sarebbe sulle prime pagine di tutti i quotidiani locali, con i nostri amici dai piedi pelosi a convenire, fra una merenda e l'altra, che solo un vero Hobbit poteva conoscere così a fondo gli Hobbit.Nel nostro comune mondo, invece, sappiamo solo che di recente è stata ritrovata una lettera inedita di J.R.R. Tolkien allo scrittore Arthur Ransome, nel quale Tolkien ringraziava l'amico per alcune modifiche suggerite a “Lo Hobbit”, poco prima di una ristampa del volume, pubblicato per la prima volta nel 1937, che raccontava le avventure di Bilbo Baggins e di come, fra le altre cose, il simpatico Hobbit era entrato in possesso dell'anello di Sauron, che nei successivi libri del ciclo de “Il signore degli anelli” avrebbe avuto così grande importanza.
La cosa curiosa è che, secondo l'esperto di letteratura tolkeniana Alaric Hall, nella lettera Tolkien parla del suo scritto come se tutti i personaggi fossero veri e il suo compito fosse semplicemente tradurre un manoscritto perduto, e addirittura inizia la lettera a Ransome dicendo:“Caro Mr. Ransome, sono sicuro che Mr. Baggins esprimerebbe la propria soddisfazione, con parole simili a quelle usate con Thorin, dicendo che essere aiutato da voi è più di quanto un hobbit potrebbe aspettarsi”Ransome aveva infatti suggerito a Tolkien, preoccupato per le vendite del libro, non esaltanti nei primi tempi, di fare qualche piccolo cambiamento: l'amico aveva fatto notare come fosse “un insulto” chiamare Gandalf “ragazzo” (boy) in alcuni punti del testo (Gandalf è infatti un saggio e anziano mago) e aveva anche suggerito un differente uso della parola uomo (man).Come tutti sappiamo, il libro di Tolkien era destinato ad aprirsi la sua strada nella letteratura e nel complesso le vendite del volume nel mondo sono state oltremodo rosee.La lettera è attualmente conservata nella biblioteca dell'università di Leeds e anche se non è esattamente la prova incontrovertibile che Tolkien fosse solo un traduttore di manoscritti fantastici scritti da hobbit, lo è di sicuro del fatto che amasse profondamente i propri personaggi, al punto da sentirli reali e vivi.Fonti:
Adn Kronos e
BBC