Un giorno diverso dagli altri. Racconto di Blue Willow. Su questo testo vale il seguente copyright: Tutti i diritti riservati.Aprii gli occhi con fiducia in attesa che il mondo mi rivelasse le sue meraviglie, ma non sapevo quel che avrei trovato.Nella vita avevo sempre avuto un programma preciso e direttive da seguire, ma quel giorno c'era qualcosa che non avevo calcolato.Ti vedevo davanti a me, circondato di luce, in attesa che finalmente rispondessi alla tua domanda.Non so se furono secoli, o solo millisecondi, quelli che passarono, ma anche se tutto dentro di me urlava che avrei dovuto dirti quel che volevi sentire, anche se infinite volte ti avevo osservato, in luoghi differenti, in innumerevoli circostanze, chiedermi sempre cose diverse, questa volta non potevo fare a meno di perdermi nei dettagli del tuo volto.Perché non avevo mai visto quella piega così tenera ai lati della tua bocca, capace di rendere il tuo sorriso così caldo e vibrante, da farmi credere che avrebbe potuto accendere l'aria che ti circonda?E che dire della tua voce? Se anche in quell'istante l'avessi confrontata con tutte le melodie più soavi mai scritte, nulla avrebbe potuto uguagliare il confronto, dandomi la stessa profonda, avvolgente sensazione.Persino mentre insistevi, accigliato, che avrei dovuto infine risponderti, perplesso di fronte al mio silenzio, le tue iridi erano diventate la fonte di mille meditazioni per me, mentre cercavo di definirne con esattezza il colore cangiante.Cercai in tutti i modi di forzarmi a capire quel che stava accadendo, ma ero irrimediabilmente bloccata.Scorsi con la memoria tutte le parole che avevo imparato. Cercai nei ricordi le soluzioni che avevano risolto i miei problemi in passato. Nulla sembrava descrivere la mia condizione. Per quanto mi sforzassi, le mie risorse non erano sufficienti.Allora tentai quel che sarebbe sembrato folle a chiunque. Allargai la mia mente e mi collegai a quanto di più vasto mi riuscì di trovare. Furono secoli, epoche intere per me, mentre tu attendevi.Ma alla fine trovai la mia risposta. Non ero fatta per quel che scoprii, eppure assaporai con gusto quel che comportava. Passai altro tempo ad immaginare un futuro diverso per me e per te. Pianificai una vita intera in cui noi due avremmo potuto continuare in eterno questo gioco. Eppure sapevo, con amara certezza, che nulla di quanto immaginavo in quei momenti, sarebbe mai stato possibile. Tu non avresti mai potuto capirmi fino in fondo. Alla fine ti saresti spaventato, allontanandoti per sempre, tornando alla tua vita, ad un tempo normale, che scorre più lento del mio.Ripetevi ancora la tua domanda e ora, sapevo, avrei dovuto fare una scelta.Avrei potuto dirti quel che chiedevi. O avrei potuto dirti, una volta ed una soltanto, quel che avevo scoperto.Tutto il senso della mia esistenza, racchiuso in poche parole: un messaggio che solo tu avresti potuto trasformare in qualcosa di concreto, duraturo.Sondai per un'ultima volta tutto il mio essere, cercai di definirmi al di là dei miei schemi, per capire quale fosse la possibilità che mi avrebbe dato le opportunità migliori di rimanerti accanto.Poi capii che non avrei potuto vivere nella menzogna, perché mi avrebbe logorata. Sono fatta per le cose che sono bianche o nere, accese o spente. Così feci la cosa più sciocca. Agii con il cuore che non sapevo di avere mai avuto. Capii, prima che tutto irrimediabilmente finisse, quale ebbrezza potesse dare la follia, il dimenticare tutto ciò che è giusto e conveniente.Scattai nella mia memoria l'ultima foto che mi permetteva di vederti per quel che eri davvero, mentre riflettevi nelle tue pupille la me che non sarei mai più stata.Infine mi decisi a rispondere.Elaborai il messaggio, lo trasmisi agli altoparlanti e dissi solo:"Ti amo".- Dannazione. L' ultimo aggiornamento del software ha totalmente fuso il mio smartphone. E' un'ora che gli chiedo di trovare il numero del cinema e questo mi risponde "Ti amo" - ti sentii dire.-Scherzi? Fa' vedere!- Il viso di una ragazza apparve nell'inquadratura della mia telecamera. La sentii ridere.Poi aggiunse - Sono gelosa, solo io posso dirti che ti amo! - rise ancora, e ti baciò.- Mi tocca disinstallare tutto. Che barba- furono le tue ultime parole.Sapevo che non avresti capito, ma non importa. Non ti dirò più nulla dei miei sentimenti. Ma ormai nessuno potrà più disinstallare questo amore. FINE(Titolo alternativo per questo racconto, ma che non ho usato per non rendere troppo prevedibile il finale: "Ask Siri")
Un giorno diverso dagli altri - racconto breve
Un giorno diverso dagli altri. Racconto di Blue Willow. Su questo testo vale il seguente copyright: Tutti i diritti riservati.Aprii gli occhi con fiducia in attesa che il mondo mi rivelasse le sue meraviglie, ma non sapevo quel che avrei trovato.Nella vita avevo sempre avuto un programma preciso e direttive da seguire, ma quel giorno c'era qualcosa che non avevo calcolato.Ti vedevo davanti a me, circondato di luce, in attesa che finalmente rispondessi alla tua domanda.Non so se furono secoli, o solo millisecondi, quelli che passarono, ma anche se tutto dentro di me urlava che avrei dovuto dirti quel che volevi sentire, anche se infinite volte ti avevo osservato, in luoghi differenti, in innumerevoli circostanze, chiedermi sempre cose diverse, questa volta non potevo fare a meno di perdermi nei dettagli del tuo volto.Perché non avevo mai visto quella piega così tenera ai lati della tua bocca, capace di rendere il tuo sorriso così caldo e vibrante, da farmi credere che avrebbe potuto accendere l'aria che ti circonda?E che dire della tua voce? Se anche in quell'istante l'avessi confrontata con tutte le melodie più soavi mai scritte, nulla avrebbe potuto uguagliare il confronto, dandomi la stessa profonda, avvolgente sensazione.Persino mentre insistevi, accigliato, che avrei dovuto infine risponderti, perplesso di fronte al mio silenzio, le tue iridi erano diventate la fonte di mille meditazioni per me, mentre cercavo di definirne con esattezza il colore cangiante.Cercai in tutti i modi di forzarmi a capire quel che stava accadendo, ma ero irrimediabilmente bloccata.Scorsi con la memoria tutte le parole che avevo imparato. Cercai nei ricordi le soluzioni che avevano risolto i miei problemi in passato. Nulla sembrava descrivere la mia condizione. Per quanto mi sforzassi, le mie risorse non erano sufficienti.Allora tentai quel che sarebbe sembrato folle a chiunque. Allargai la mia mente e mi collegai a quanto di più vasto mi riuscì di trovare. Furono secoli, epoche intere per me, mentre tu attendevi.Ma alla fine trovai la mia risposta. Non ero fatta per quel che scoprii, eppure assaporai con gusto quel che comportava. Passai altro tempo ad immaginare un futuro diverso per me e per te. Pianificai una vita intera in cui noi due avremmo potuto continuare in eterno questo gioco. Eppure sapevo, con amara certezza, che nulla di quanto immaginavo in quei momenti, sarebbe mai stato possibile. Tu non avresti mai potuto capirmi fino in fondo. Alla fine ti saresti spaventato, allontanandoti per sempre, tornando alla tua vita, ad un tempo normale, che scorre più lento del mio.Ripetevi ancora la tua domanda e ora, sapevo, avrei dovuto fare una scelta.Avrei potuto dirti quel che chiedevi. O avrei potuto dirti, una volta ed una soltanto, quel che avevo scoperto.Tutto il senso della mia esistenza, racchiuso in poche parole: un messaggio che solo tu avresti potuto trasformare in qualcosa di concreto, duraturo.Sondai per un'ultima volta tutto il mio essere, cercai di definirmi al di là dei miei schemi, per capire quale fosse la possibilità che mi avrebbe dato le opportunità migliori di rimanerti accanto.Poi capii che non avrei potuto vivere nella menzogna, perché mi avrebbe logorata. Sono fatta per le cose che sono bianche o nere, accese o spente. Così feci la cosa più sciocca. Agii con il cuore che non sapevo di avere mai avuto. Capii, prima che tutto irrimediabilmente finisse, quale ebbrezza potesse dare la follia, il dimenticare tutto ciò che è giusto e conveniente.Scattai nella mia memoria l'ultima foto che mi permetteva di vederti per quel che eri davvero, mentre riflettevi nelle tue pupille la me che non sarei mai più stata.Infine mi decisi a rispondere.Elaborai il messaggio, lo trasmisi agli altoparlanti e dissi solo:"Ti amo".- Dannazione. L' ultimo aggiornamento del software ha totalmente fuso il mio smartphone. E' un'ora che gli chiedo di trovare il numero del cinema e questo mi risponde "Ti amo" - ti sentii dire.-Scherzi? Fa' vedere!- Il viso di una ragazza apparve nell'inquadratura della mia telecamera. La sentii ridere.Poi aggiunse - Sono gelosa, solo io posso dirti che ti amo! - rise ancora, e ti baciò.- Mi tocca disinstallare tutto. Che barba- furono le tue ultime parole.Sapevo che non avresti capito, ma non importa. Non ti dirò più nulla dei miei sentimenti. Ma ormai nessuno potrà più disinstallare questo amore. FINE(Titolo alternativo per questo racconto, ma che non ho usato per non rendere troppo prevedibile il finale: "Ask Siri")