L'angolo di Jane

Vent'anni dopo - Alexandre Dumas (padre)


Titolo: Vent'anni dopo Titolo originale: Vingt ans après Autore: Alexandre Dumas Traduzione: Albertina Palau Casa editrice: Mondadori pag: 866 costo:10,40 €
In molti hanno letto e amato "I tre moschettieri" di Alexandre Dumas, ma in pochi sanno che c'è un seguito, anzi che ce ne sono addirittura due: "Vent'anni dopo" e "Il visconte di Bragelonne".Un'anno dopo la felice pubblicazione de "I tre moschettieri" (1844), nel 1845 l'inarrestabile penna di Dumas, sempre assistito dal fido consulente e braccio destro Auguste Maquet, cominciò a stendere altre avventure per gli indomabili D'Artagnan, Athos, Porthos ed Aramis.Come lascia facilmente intuire il titolo, lo scenario non è più quello di una irruente gioventù, ma un periodo storico successivo, in cui alla guida della storia politica di Francia, come primo consigliere del re, non c'è più il nemico di sempre, il cardinale Richelieu, ma il suo successore, il cardinale Mazarino, odiato dal popolo e contro cui si è organizzato un movimento di opposizione chiamato "La fronda".Il precedente volume si era concluso con l'esecuzione della perfida Milady, un tempo amata da Athos, e con i quattro moschettieri per l'ultima volta insieme.A venti anni di distanza, negli anni '40 del XVII secolo, i quattro amici hanno preso strade diverse e ormai solo d'Artagnan è ancora nei moschettieri, come tenente. L'enigmatico e tormentato Athos è ora il conte de La Fère ed è impegnato ad allevare il proprio figlio, nato illegittimo, il giovane Raoul, visconte di Bragelonne, che sarà protagonista del tomo successivo.Il goffo Porthos, che ha preso al suo servizio Mosqueton, si annoia nella sua parte di agiato signorotto di campagna, poiché la nobiltà circostante lo isola, visto che non ha alcun titolo di cui farsi fregio.Aramis, invece, da sempre la personalità più sfuggente fra quelle dei moschettieri, e a cui in questo libro Dumas riserva una certa ambiguità, perché finiremo a volte a dubitare della sua fedeltà alla vecchia amicizia, è divenuto abate e in segreto appoggia la Fronda, così come Athos.D'Artagnan, assoldato dal cardinale Mazarino, per riunire il vecchio quartetto e compiere una missione contro i frondisti, si troverà quindi con l'appoggio del solo Porthos, desideroso di tornare a menar le mani e di conquistarsi l'ambito titolo nobiliare come ricompensa: in questo libro si rivelerà un comprimario fonte di molti buffi episodi.Ovviamente Dumas non ha nessuna intenzione di separare gli amici di un tempo, questo libro anzi ha tutta l'intenzione di riunirli, così mentre da un lato Athos ed Aramis agiscono come frondisti per salvare dalla prigionia il conte Beaufort, grande avversario del Mazarino, dall'altro D'Artagnan e Porthos, finiscono per imbattersi, durante un viaggio verso l'Inghilterra per portare un messaggio ad Oliver Cromwell e giustiziare gli usurpatori che hanno cacciato Carlo I, legittimo sovrano d'Inghilterra, dal suo trono, proprio nei due loro vecchi amici, che fingono di catturare come prigionieri.Compagno di viaggio dei quattro, finalmente riuniti in viaggio verso la terra di Albione, ci sarà anche il figlio della loro vecchia nemica, la perfida Milady, del tutto intenzionato a punire gli assassini della madre, fra cui ci sono proprio i nostri quattro moschettieri, e a segnare per sempre la storia d'Inghilterra.In questo volume Dumas ci fa conoscere meglio le personalità dei suoi protagonisti, calcandone i tratti fondamentali, già emersi nel precedente capitolo: la spavalderia di D'Artagnan, "il fortunato e coraggioso" del gruppo, sempre abile a fingere di avere più frecce al suo arco di quanto non ne abbia realmente, la goffa forza di Porthos, "il forzuto" un gigante buono e fedele all'amicizia, ma anche con poco sale in zucca, i chiaroscuri di Aramis, "l'elegante e ambiguo" un personaggio che lascia sempre un lato in ombra anche per i suoi più fidati compagni, ed infine ci svela qualche segreto in più su Athos, il personaggio forse più a tutto tondo fra quelli dei moschettieri, colui che in questo gruppo verrebbe forse definito "l'intelligente".Inizialmente qualcuno potrà rimanere deluso dall'apparente fiacchezza con cui il tempo sembra aver segnato gli ex-moschettieri di un tempo, qualcun altro invece sarà quasi scioccato di vedere, nei primi capitoli, d'Artagnan affiancarsi niente di meno che a Rochefort, una volta anima nera al servizio di Richelieu. Ma Dumas sa come imbastire la sua storia e ben presto tutti i pezzi andranno al loro posto, con i cattivi e i buoni tutti dalla parte giusta, anche se entrambi spesso non otterranno quello che desiderano e vedranno i loro piani andare all'aria.Se i moschettieri vi mancano, "Vent'anni dopo" vi restituirà forse solo in parte un po' del loro vecchio smalto, perché a parte l' irruente Porthos, i nostri amici si sono fatti fin troppo riflessivi, come accade a chi abbia superato da un pezzo i trenta, ma in compenso vi troverete in un altro di quei romanzi storici complicatissimi, che vi terranno col fiato sospeso, che solo il caro Dumas sa imbastire in maniera così perfetta e potrete facilmente consolarvi del fatto che il tempo sembra passare anche per le creature fatte d'inchiostro (che sia elettronico e meno!).Ironicamente credo di aver letto "Vent'anni dopo", qualche tempo fa, oltre una ventina di anni dopo "I tre moschettieri", quando cioè la mia età era più simile a quella dei personaggi nel libro, eppure credo ancora di preferire il primo volume: più avventura e nessuna esitazione, più suspense e meno pagine, il che forse non guasta troppo, vista la tendenza di Dumas a divagare quando è possibile.Credo che aspetterò ancora un po' prima di inziare "Il visconte di Bragelonne", visto anche il fatto che avendo acquistato il libro in epoca pre-ebook, si tratta di un pesante tomo di oltre mille pagine, per gustarmi ancora un po' l'immagine dei moschettieri che mi è più cara e non vederli magari ancora più maturi di quanto non siano diventati.