L'angolo di Jane

I ferri dell'editore - Sandro Ferri


Titolo: I ferri dell'editore Autore: Sandro Ferri Casa editrice: E/O pag: 160 formato: e-book costo: gratuito (era in promozione)
Sandro Ferri è il fondatore, insieme alla moglie Sandra Ozzola, della casa editrice E/O e questo breve libro, a metà tra il saggio e il manifesto, cerca di spiegare, da un punto di vista estremamente personale, cosa voglia dire essere un editore in questo momento storico di grandi cambiamenti tecnologici e culturali nel campo della lettura.Il libro si apre con la dichiarazione di un antagonismo che non sospettavo: editori e scrittori collaborano, ma sono anche rivali, secondo Sandro Ferri, visto che entrambe le parti meditano in continuazione di tradirsi, di fare a meno uno rispettivamente dell'altro, per approdare a migliori soluzioni; sono una "strana coppia" che sta insieme per motivi a metà tra l'affinità e l'interesse.Proprio per questa sua tendenza alla fuga, uno scrittore potrebbe essere tentato dallo scrivere in e-book al di fuori di una casa editrice e della sua revisione editoriale, competenze che potrebbero essere svolte dallo stesso scrittore o da altri soggetti indipendenti. Il lettore, infatti, non sempre ricorda la casa editrice che ha pubblicato un certo libro, ma spesso solo il nome dell'autore (io non sono fra questo tipo di lettori).Nel libro l'editore ammette "L'autore è più importante dell'editore. La squadra conta meno del singolo. E' duro ammetterlo per un editore, ma è difficile negarlo"A questo punto, Ferri cerca di spiegare perché ritenga indispensabile il lavoro di una casa editrice, un organismo che opera come "filtro" del "mare magnum" delle produzioni letterarie, per scegliere, secondo alcuni criteri, i manoscritti da pubblicare.I criteri in questione sono "il progetto editoriale" della casa editrice, in cui si tenta di tenere insieme i gusti del pubblico, le tendenze del mercato, la qualità dell'opera letteraria e la possibilità, a volte minima, che questa possa avere successo.Una cosa che Ferri dichiara quasi subito è che l'editore è anche un imprenditore: non può pubblicare solo quello che pensa sia bello, deve pubblicare quello che pensa si venda, testuali parole "Il buon editore non sceglie un libro solo perché gli piace". Il progetto editoriale è una specie di "patto" con i lettori: la promessa di letture che garantiranno un certo tipo di qualità e di assortimento.Offrire la qualità sembra essere la parte più difficile del lavoro, perché, sempre secondo Ferri, "ci sono in Italia, più persone che scrivono di quante non leggano".Ogni giorno la casa editrice E/O deve valutare almeno otto opere al giorno e di queste solo una su cento viene pubblicata. Fra coloro che vengono pubblicati per la prima volta, la gran parte vende meno di duemila copie ed è destinato ad essere dimenticato.Per far fronte alla enorme mole di manoscritti da valutare, l'editore è costretto a leggere in fretta, spesso saltando parti di manoscritto ("non finisce la maggior parte dei testi che inizia"), passando da un'opera ad un'altra in maniera a volte frenetica, leggendo in ogni istante a disposizione, in un continuum fra la vita reale e quella sulla carta.Cosa cerca un editore in un libro? La risposta che ho potuto desumere da questo libro è complessa, a volte controversa. L'editore cerca infatti in primo luogo qualcosa che rifletta il suo progetto editoriale, che a sua volta riflette la sua visione del mondo, quindi in primo luogo cerca qualcosa che sia in sintonia con quello che già pensa. In un altro punto del libro però l'editore sostiene di rimanere affascinato quando invece legge qualcosa che lo sorprende, libri che offrono nuove prospettive, in cui la letteratura svolge un ruolo di "rivelazione o disvelamento". In generale, per la E/O, sembra essere apprezzato il fatto di cogliere problemi e cambiamenti in atto nella società: non letteratura di puro intrattenimento, ma che colga un po' lo spirito dei tempi. Per questo motivo, dice Ferri, questo editore ha assortito un vasto catalogo di letteratura dell'Est Europeo, nell'ottica di offrire un modo di conoscere realtà diverse da quella occidentale.Il modo in cui legge un editore è quindi molto diverso dal modo in cui legge un comune lettore: raramente l'editore può provare il piacere di dire "ora mi leggo un buon libro" (e questo mi ha fatto capire che se vivessi mille vite, mai vorrei fare l'editore).Come legge un editore? Questa è la parte più interessante del libro, per qualcuno che non sia addetto ai lavori. Come già detto l'editore legge in continuazione, al punto di rischiare l'istupidimento, solo ogni tanto prende in mano un classico tanto per "rifarsi il palato", ma non ha mai il tempo di terminarlo. La vera realtà diventa quella di carta, in una vita passata sempre con qualche manoscritto da leggere, i cui fogli cadono a terra, man mano che si procede nella lettura, tanto che Ferri può dire:"Perché io non sono capace di vedere la realtà, nel senso preciso degli oggetti che mi stanno attorno più che nel senso generale di una situazione o di un ambiente, mentre vedo le parole scritte e capisco i significati che veicolano. Per me leggere è vedere".Il libro riassume un po' la storia della casa editrice E/O e di come difenda la propria indipendenza rispetto ad un ambiente letterario e giornalistico spesso differente, a volte percepito perfino come "ostile". Qui il libro mostra un lato molto "partigiano" dell'editore, che difende le proprie creature un po' come fossero suoi figli: c'è perfino una lunga filippica contro una brutta recensione che risale ad una ventina di anni fa, che ancora scotta perché percepita come ingiusta, per di più fatta sotto Natale, periodo di massime vendite. Nonostante questo, l'editore però sembra ritenere le recensioni molto meno importanti del "passaparola": è ancora il consiglio fra lettori, a volte degli stessi librai, il motore che innesca le vendite.I blog e le moderne tecnologie invece sono percepiti con una certa diffidenza, il libro termina infatti con un intero capitolo dedicato ad una specie di distopia, in cui, a seguito del diffondersi del digitale, la maggioranza delle persone finisce per perdere la capacità di leggere e la cultura di appiattisce.Non condivido tutto quello che Sandro Ferri scrive, soprattutto per quanto riguarda la visione piuttosto pessimistica del ruolo del digitale, dei blog, di ogni cosa che non sia carta, riguardo alla diffusione della lettura, perché penso che invece la lettura si diffonderà di più e non di meno, ma che questo cambiamento, come tutti quelli molto grandi, richieda del tempo per affermarsi in pieno, tuttavia trovo questo libro molto interessante per capire "da dentro" il mondo editoriale, un altro titolo di questo libro avrebbe potuto essere "Nella mente dell'editore.A chi consiglierei questo libro? A tutti i lettori maniacalmente interessati al "libro", in tutti i suoi aspetti, non solo al contenuto, perché questo volume dà un'idea di come si arrivi al prodotto finito; a coloro che aspirano alla pubblicazione per capire quali siano i meccanismi attraverso cui si opera una scelta editoriale; agli scrittori che non sappiano come caratterizzare il personaggio dell'editore in un libro, qui troveranno materiale in abbondanza; a tutti coloro che sono affascinati dalla psicologia altrui, soprattutto se originale.