L'angolo di Jane

Curiosità letterarie, più o meno note


Nei libri del ciclo di Thursday Next, ambientati in un mondo fittizio in cui la letteratura è il bene più importante di tutti e c'è addirittura una sezione della polizia dedicata ai crimini letterari  (il primo volume è “Il caso Jane Eyre” recensito qui), lo scrittore inglese Jasper Fforde mostra una considerazione non troppo benevola per il genere del “romance”, cioè dei romanzi rosa ad alto contenuto di passione. Non tutti sanno però che le frecciatine al romance sono probabilmente uno scherzo verso la cugina Katie Fforde, affermata autrice di romance.I romanzi ad alto contenuto passionale hanno però giocato un brutto tiro a Jasper Fforde: nel 2010 lo scrittore ha iniziato una serie di libri dal titolo “Shades of Grey”, cioè sfumature di grigio.Nel 2012 tutto il mondo ha parlato di ben altre sfumature, le “Cinquanta sfumature di grigio” di E.L. James (Fifty Shades of Grey” in orginale) e c'è da immaginarsi che Fforde non sia stato poi molto felice di vedere il proprio titolo confuso con uno appartenente proprio ad uno dei suoi generi meno amati.Charles Dickens e Wilkie Collins collaborarono per molti anni, ad esempio “La donna in bianco”, uno dei romanzi più famosi di Collins (recensito qui), fu pubblicato nel 1860 proprio sulla rivista “All the Year Round” di proprietà di Dickens.Non tutti sanno che i due non furono solo colleghi ed amici, ma erano anche imparentati: Kate Dickens, la figlia minore di Charles Dickens, sposò infatti il fratello di Wilkie Collins, Charlie.Uno dei maggiori estimatori di Jane Austen, mentre questa era ancora in vita, fu Sir Walter Scott, l'autore di “Ivanhoe” che nel 1816 scrisse una recensione molto positiva di Emma. Ne1826, quando la scrittrice era già scomparsa, Scott scrisse parole di apprezzamento per “Orgoglio e Pregiudizio” dolendosi che la scrittrice fosse morta così presto.Ernest Hemingway fu uno scrittore molto prolifico, fra romanzi, poesie e raccolte di racconti, scrisse una quarantina di opere. Nonostante lo scrittore non avesse certo problemi di produzione letteraria, fu letteralmente sconvolto quando nel 1922, durante uno spostamento in treno in Francia, la prima moglie Hadley perse una valigia piena zeppa dei manoscritti del marito, fra cui degli inediti. Sembra che la cosa abbia provocato molto rancore fra i due coniugi, forse mai superato, tanto che nel 1927 i due divorziarono. George Orwell, l'autore di 1984, è forse uno degli scrittori più iconici del nostro tempo, tanto che  il termine “orwelliano” è un aggettivo usato spesso per indicare distopie moderne.Forse non tutti sanno però che George Orwell non era il vero nome dello scrittore, ma solo uno pseudonimo utilizzato al posto del più comune Eric Blair. Sembra che Orwell non abbia mai particolarmente apprezzato il proprio vero nome.Molti conoscono i romanzi delle tre sorelle Brontë (Charlotte, Emily e Anne), pochi conoscono invece la triste storia del fratello maggiore Patrick Branwell.Branwell si innamorò infatti perdutamente di una donna sposata, Lydia Robinson, per il cui marito, il reverendo Edmund Robinson, lavorava. Secondo quanto riferito da Elizabeth Gaskell nella sua biografia di Charlotte Brontë, Mrs. Robinson  introdusse Branwell all'uso degli oppiacei, dai quali divenne dipendente. Quando la sua amante divenne vedova, Branwell si illuse che questa, amandolo, lo sposasse, ma in realtà lo rifiutò in maniera estremamente decisa. Questo fece precipitare l'uomo nella sua già forte dipendenza da alcol e droghe, portandolo ad una morte prematura, forse dovuta anche al fatto che, come altre sue due sorelle, Emily ed Anne, anche Patrick Branwell Brontë era probabilmente affetto da tubercolosi.
Sir Arthur Conan Doyle è noto per aver creato l'investigatore più famoso della letteratura, l'infallibile Sherlock Holmes. Mentre il razionale Holmes non sembra credere molto a fantasmi e creature mitologiche, come dimostra in “Il mastino dei Baskerville”, ma poggia saldamente solo sui fatti, il suo creatore professò invece convinzioni decisamente opposte. Conan Doyle amava tutto quanto era soprannaturale: si dedicava a sedute spiritiche e amava tanto l'idea che le fate esistessero, che credette ad una clamoroso falso del 1917, noto come "Le fate di Cottingley", realizzato da due cugine, Elsie Wright e Frances Griffiths, che avevano rispettivamente sedici e dieci anni. Le due dissero di aver realizzato degli autentici scatti di fatine danzanti. Si trattava in realtà di falsi molto artigianali, realizzati con figure disegnate dalle stesse ragazze, ma nel 1922  nel suo libro “The Coming of The Fairies” lo scrittore pubblicò le presunte foto di fate come vere.Solo nel 1981, quando ormai Doyle era da tempo passato a miglior vita, la verità fu rivelata: le fatine altro non erano che figure di cartone sostenute da spilli, ma le due, ormai anziane, donne non avevano mai avuto il coraggio di rivelarlo, perché troppe persone avevano creduto alla loro “magia”.