L'angolo di Jane

Romanzo con cocaina - M. Ageev


Titolo: Romanzo con cocaina Titolo originale: Roman s. kokainom Autore: M. Ageev Traduzione: Ljudmila e Lila Grego (dal russo) Casa editrice: E/O formato: e-book pag: 176 costo: 0,99 €
“Romanzo con cocaina” è uno di quei libri la cui storia è forse persino più interessante del romanzo stesso, ammantata com'è di un alone di mistero relativo a chi sia il vero autore di questo romanzo.Benché in rete si trovi qualche riferimento ad un tale “Mihail” o “Mikahil” Ageev come nome proprio dello scrittore, in realtà non si ha nemmeno questa certezza ed infatti la E/O pubblica questo volume con la semplice iniziale “M.” Pubblicato parzialmente per la prima volta nel 1934 sulla rivista francese, per emigrati russi, Čisla (la cui traduzione, come ci informano le note al testo, è “Numeri”), sembra che il romanzo sia arrivato da Costantinopoli avvolto in un pacco, senza alcuna notizia sul suo autore.Secondo quanto riportato da una blogger russa, che ha chiarito forse il mistero, in realtà questo romanzo avrebbe dovuto partecipare ad un concorso letterario su un'altra rivista che poi, forse per la forma anonima in cui pervenne, decise di darne i diritti alla rivista Čisla, la quale lo pubblicò solo parzialmente, perché a causa di problemi economici venne interrotta. Successivamente il romanzo fu ripubblicato in volume, suscitando contrastanti critiche e attribuzioni di paternità.Da subito lo stile piuttosto raffinato evocò il sospetto che dietro tutta questa tendenza all'anonimato si nascondesse un nome celebre e ad essere additato al mondo come vero autore di “Romanzo con cocaina”  fu soprattutto Vladimir Nabokov, che però diede pubblicamente critiche assai poco favorevoli a questo libro, definendolo addirittura disgustoso (cosa che immagino abbia rafforzato i sospetti nei suoi confronti).Il romanzo ebbe lunghi anni di oblio, quando fu riscoperto nel 1983 e ripubblicato in francese, inglese ed italiano, ritornando a far rinascere il dibattito sul suo autore.Per il modo complicato in cui fu pubblicato, però, non tutte le parti del manoscritto originale furono date alle stampe, cosa che ha permesso una sua identificazione postuma, quando è stato ritrovata una lettera del suo vero autore, tale Mark Lazarevich Levi, conservata presso l'istituto di slavistica di Parigi, in cui è contenuta l'ultima frase del manoscritto originale che non è mai stata inclusa in alcuna pubblicazione. Mark L. Levi sarebbe stato effettivamente un emigrato russo negli '30, sarebbe poi tornato in U.R.S.S. nel 1942, dove poi sarebbe morto nel 1973.A suscitare molti dubbi sul romanzo deve essere stato il connubio tra un argomento come la tossicomania, portata alle sue estreme conseguenze, e con il sospetto che chi scrive lo faccia in nome di una esperienza personale, e lo stile piuttosto elevato che non sembrerebbe in alcun modo appartenere a qualcuno destinato a rimanere nell'oscurità volontariamente. Questo deve aver fatto pensare che ci fosse una persona famosa dietro la mania dell'anonimato, qualcuno forse interessato a nascondere i suoi peccati.“Romanzo con cocaina” rivela però, e questo è forse il segno del principiante, la chiarissima influenza sulla scrittura di Dostoevskij, direi anzi che questo volume è una specie di rivisitazione di “Delitto e Castigo” in chiave cocainomane, in cui però non c'è alcuno spazio per la redenzione, né per idee di grandezza.Protagonista è l'adolescente moscovita Vadim Maslennikov, in un epoca che è compresa tra la prima guerra mondiale e l'inizio della rivoluzione bolscevica. Vadim è un liceale di pochi mezzi, figlio di una donna piuttosto anziana, che vive sfruttando la povera genitrice,di cui si vergogna sia per l'indigenza che per l'età avanzata, dedicandosi alla ricerca di avventure sensuali prima e che poi, ferito dall'unica donna che abbia realmente amato, proprio nel momento in cui crede di aver raggiunto una autentica elevazione morale, precipita nella dipendenza da cocaina che lo porterà alla rovina, distruggendo anche la vita della madre.La vecchina che Raskol'nikov assassina, in maniera brutale, per avere del denaro che lo porterebbe a diventare come Napoleone, nel romanzo di Dostoevskij, è in questo caso la madre del giovane protagonista, assai anziana, che non viene uccisa ad accettate, ma attraverso la progressiva disillusione verso suo figlio, un debosciato che non sembra aver alcun sentimento di pietà o amore figliale e che diviene infine un tossicodipendente, disposto a tutto per la sua droga.La redentrice Sonja, la prostituta di cui si innamora il protagonista di Dostoevskij e che aiuta la sua salvezza morale, diventa  in questo romanzo l'ultimo gradino prima della caduta, nella forma dell'unica donna davvero amata dall'altrimenti insensibile protagonista Vadim Maslennikov, e che anche in questo caso si chiama Sonja: l'amore frustrato, anziché fonte di salvezza,  precipiterà il ragazzo nell'abisso dell'abuso di cocaina, quando sarà per lui fonte di umiliazione.Ma oltre a questi paralleli, omaggi evidenti a Dostoevskij, in tutto il romanzo c'è il desiderio di imitare il maestro, cercando di ricostruire i conflitti psicologici del giovane Vadim, che sembra volontariamente degradarsi e lasciarsi vedere nel suo stato di bassezza non appena sembra sentire dentro di sé uno sprazzo di un più alto stato di elevazione.La tesi alla base di “Romanzo con cocaina” però non ha niente a che vedere con Dostoevskij: nella parte finale del libro l'autore stabilisce infatti un parallelo fra il meccanismo della dipendenza e la autentica natura umana.Secondo Ageev, la cocaina procura una felicità indipendente da ogni fatto esterno, per poi, cessato l'effetto, precipitare chi ne fa uso nella più totale depressione, portandolo ad azioni bestiali e brutali.L'autore sostiene che questo meccanismo d'azione non sarebbe altro che una estremizzazione di quanto tutti gli uomini provano quando sono immersi nei sentimenti elevati: non appena ci si sente purificati, secondo Ageev, l'uomo sente più forte il desiderio di ricadere in basso e di commettere azioni bestiali che compensino tale squilibrio.Forse tali riflessioni furono ispirate proprio dalla rivoluzione russa: animata da alti ideali, ma che portò a manifestazioni di estrema violenza.Se a Nabokov non piacque questo romanzo c'è forse un motivo ben preciso: c'è una totale identificazione tra autore protagonista. Dostoevskij ci mostra la caduta di Raskol'nikov, analizzandolo fin nei lati più nascosti della sua coscienza, ma allo stesso tempo l'unica cosa in cui ci fa identificare è la sua angoscia, il suo desiderio di purificazione. Qui invece c'è solo un mesto andare a fondo, senza alcun pentimento. L'autore ci dice che se proviamo disgusto per il suo protagonista, se pensiamo che mai ci comporteremmo come lui al suo posto, è perché abbiamo sottovalutato il potere della cocaina. In un certo senso questo libro è una specie di libello contro la droga che non fa appello alla nostra coscienza, che verrebbe semplicemente travolta dagli effetti della cocaina, quanto piuttosto al nostro senso di dignità: Ageev cerca volontariamente il nostro disgusto, perché forse è l'unica arma che potrebbe sottrarci alle blandizie di una felicità troppo facilmente a portato di mano, ma che già racchiude in sé una infelicità ancora più grande.Fonti per i riferimenti storici:Novel with cocaine (wikipedia)Detektiv s RomanomM Ageyev (wikipedia)