L'angolo di Jane

Il ballo - Irène Némirovsky


Titolo: Il ballo Titolo originale: Le bal Autrice: Irène Némirovsky Traduzione: Margherita Belardetti Casa editrice: Adelphi pag: 83 costo: 7 €
Nel 1928, quando fu scritto “Il ballo” (pubblicato poi nel 1930), prima che scoppiasse la Grande Depressione, la società parigina pullulava di nuovi arricchiti che avevano fatto la loro fortuna giocando abilmente le loro carte in borsa. Unendo il suo sagace spirito di osservazione ad elementi della propria biografia, in particolare il rapporto assai conflittuale con la madre, Irène Némirovsky descrive la scena di una vendetta tanto terribile quanto buffa da parte della trascurata ed umiliata quattordicenne Antoinette nei confronti della madre Rosine.I Kampf sono proprio una di quelle famiglie di nuovi ricchi che bramano ansiosamente di unirsi alla buona società: quale occasione migliore, se non un ballo, per annunciare al mondo la loro presenza e finalmente entrare a far parte del mondo dorato che hanno per anni osservato da lontano?Rosine Kampf, in particolare, attende con ansia il momento in cui potrà vivere allo stesso tempo il momento della rivincita verso chi l'ha umiliata e l'esperienza di una nuova luccicante vita fatta di ricchezza e forse anche di nuove passioni amorose.Nella sua frenesia di vivere, Rosine tratta con disprezzo la giovane Antoinette, figlia colpevole di rammentarle, con la sua età, che la giovinezza volge al termine.Rimproverata, trascurata, umiliata, Antoinette, che ha appena iniziato ad affacciarsi alla soglia della vita, vorrebbe almeno assistere un quarto d'ora a quell'evento magico e carico di aspettative che può essere, nell'immaginazione di una ragazzina, un ballo. Ma anche questa piccola soddisfazione le viene negata, facendo così crescere di pari passo frustrazione e desiderio di vendetta, finché, in preda ad un accesso di rabbia, Antoinette compie il suo primo gesto di ribellione: incaricata dalla sua giovane tata inglese di mettere gli inviti nella buca delle lettere, mentre questa distratta si intrattiene con il suo fidanzato, li butta invece tutti nella Senna.La vendetta di Antoinette sarà ancora maggiore di quanto previsto, perché essa ha consegnato a mano un solo invito, proprio ad una vecchia pettegola, la sua insegnante di pianoforte, che renderà il disastro che si sta per preparare ancora più cocente, perché sarà la testimone della disfatta sociale dei Kampf, che crederanno di essere stati rifiutati perché troppo parvenu.Il racconto mette alla berlina il desiderio di accettazione sociale, il senso di inadeguatezza che forse anche anche la famiglia di Iréne Nèmirovsky, fuggita dall'Ucraina per trasferirsi a Parigi, deve aver provato nei primi tempi in terra francese. Probabile che Rosine non sia altro che una delle tanti versioni della madre della Nèmirovsky, con cui la scrittrice non andò mai d'accordo: una donna che vedeva nella figlia una specie di rivale al proprio stesso desiderio di vivere ed essere in luce.Difficile non pensare che “Il ballo” non nasca da qualche segreta fantasia, accarezzata in gioventù, di ricambiare le critiche materne, vissute con vero dolore, con l'unica moneta in grado di di ferirla davvero: un'offesa alla vanità.“Il ballo” è un racconto scritto alla perfezione, in cui è facile immedesimarsi nella giovane Antoinette, attendendo, proprio come lei, che il disastro si compia, spiando da dietro un canapè e come lei provando un segreto brivido di soddisfazione all'idea di una burla così tremenda, così buffa.