L'angolo di Jane

Cosmetica del nemico - Amélie Nothomb


Titolo: Cosmetica del nemico Titolo originale: Cosmétique de l'ennemi Autrice: Amélie Nothomb Traduzione: Biancamaria Bruno Casa editrice: Voland pag: 144 costo: 7 €“Ma sappia che è terribile scoprire la nullità di Dio da una parte e l'onnipotenza del nemico interiore dall'altra. Uno crede di avere sopra la testa un tiranno benevolo, e si rende conto di vivere sotto il giogo di un tiranno malvagio che si annida nelle viscere”.
Nera e tagliente come in ogni suo libro, in “Cosmetica del nemico” Amélie Nothomb affronta il tema del lato oscuro nascosto dentro di sé: non c'è peggior nemico di quello che si ospita nel proprio corpo, nessuno più implacabile e capace di lunghe persecuzioni di quello sconosciuto che abita la propria testa.Seduto nella sala d'aspetto di un aeroporto Jérôme Anguste viene abbordato da un implacabile scocciatore, che si presenta come Textor Texel, deciso ad usare l'uomo come bersaglio della sua loquacità, visto che come dice lui stesso “quello che piace a me nella vita è danneggiare gli altri senza infrangere la legge. E' tanto più divertente perché le vittime non hanno diritto di difendersi”.Apparentemente i discorsi di Texel sono senza senso, fino a quando l'uomo non comincia a raccontare un passato fatto di violenza contro una donna, dimostrando di essere un folle con ben pochi freni.Ma la follia di Texel non è slegata da quella di Jérôme Anguste, come avremo modo di scoprire, e i due hanno un legame molto più profondo di quanto potrebbe apparire.“Cosmetica del nemico” è un libro crudo nel suo dare voce ad un personaggio, Textor Texel, che non ha inibizioni a coltivare i lati peggiori del proprio carattere e a trovarli anzi divertenti: la sua violenza, il suo cinismo, in maniera forse meno esasperata, si annidano forse in più di un insospettabile individuo, così come il suo mostro interiore, che lacera la sua integrità mentale portandolo ad auto-umiliarsi e ad infliggersi comportamenti assurdi, perché “quando si è destinati a diventare colpevoli, non è necessario avere qualcosa da rimproverarsi. Il senso di colpa si aprirà un varco con qualsiasi mezzo.”Spiazzante come sempre Amélie Nothomb si muove abilmente sul confine che separa la lucidità dalla follia per raccontare la parte oscura dell'io, la violenza persecutoria di un'anima che non ha pace perché non può sfuggire a se stessa.