L'angolo di Jane

Il cacciatore di teste – Jo Nesbø


Titolo: Il cacciatore di teste Titolo originale: Hodejegerne Autore: Jo Nesbø Traduzione: Maria Teresa Cattaneo Casa editrice: Einaudi pag: 293
Roger Brown è un cosiddetto cacciatore di teste, un uomo incaricato cioè di trovare i migliori candidati per determinate posizioni lavorative di alto livello, in una agenzia di Oslo. Roger ha anche una moglie bellissima e che ama, Diana, che dirige una galleria d'arte in forte perdita economica. Così per far quadrare i conti, fra un'intervista ad un manager ed un altro, Roger si fa anche confidare, en passant, se per caso i candidati non posseggano preziose opere d'arte che provvede poi a rubare personalmente, con la complicità di un responsabile della ditta di sicurezza Tripolis suo complice, Ove Kjikerud(che lui stesso ha fatto assumere).Nel corso del furto di un quadro preziosissimo, “La caccia al cinghiale calidonio” di Rubens, che potrebbe renderlo ricco e mettere fine alla sua carriera di ladro, l'uomo, che da sempre inganna anche la consorte, ignara dell'attività criminale del marito, scopre un indizio che la bella Diana, che credeva fedelissima, ha una relazione con uno dei top manager a cui dovrebbe dare un incarico di grande responsabilità, Clas Greve. In realtà il tradimento di Diana è solo la punta dell'iceberg di una macchinazione complicatissima in cui Roger rischierà più volte la vita, dando il via ad una fuga durante la quale verranno seminati numerosi cadaveri.Molti libri richiedono, per essere apprezzati, una certa sospensione dell'incredulità, l'accettazione che quanto avviene nel romanzo, per quanto poco probabile nella realtà, venga accettato dal lettore come possibile, dando quindi senso alla narrazione.Jo Nesbø però richiede davvero un notevole esercizio di questa sospensione del dubbio da parte dei lettori nel suo “Il cacciatore di teste”, che vanta un elenco di comportamenti improbabili, situazioni assurde e ragionamenti distorti semplicemente fuori dal comune.Si parte naturalmente dal personaggio principale, Roger Brown, costruito volutamente come un antieroe, un protagonista fatto per suscitare diffidenza ed antipatia, un uomo complessato dal fatto di non essere molto alto (un metro e sessantotto), che deve il suo successo come cacciatore di teste al fatto di interrogare i candidati con metodi da FBI, sfruttando le tecniche della polizia statunitense sviluppate da Inbau, Reid e Buckley nel loro “Criminal Interrogation and Confessions”.Posso certamente credere che Roger usi metodi marziali nel suo lavoro, ma davvero ritengo molto difficile che anche l'uomo più desideroso di ottenere un lavoro non trovi sospette frasi del tipo “possiede opere d'arte preziose” a la successiva domanda “e qual è il suo sistema di sicurezza?” durante un colloquio per ottenere un posto. Se poi a queste domande fa addirittura seguito un furto, per quanto scoperto a distanza di tempo, è ben difficile che dei top manager, che suppongo non siano proprio le persone più stupide sulla terra, non facciano due più due e non sospettino di uno strano head-hunter che ha rivolto loro quesiti così curiosi e poco attinenti al loro incarico. Se poi tutti i furti avvenissero in case protette dalla stessa ditta di sicurezza, quanto tempo impiegherebbero polizia e assicurazioni a scoprire che c'è una talpa? Io direi molto poco.
Quanto è probabile poi che prima di tentare di avvelenarlo, Clas Greves riveli a Roger la tecnica che userà per farlo, cioè una microscopica sfera dotata di punta?Quando in questo romanzo, durante uno dei momenti topici della storia, il protagonista, per sfuggire al suo inseguitore si nasconde in un pozzo nero che raccoglie le feci di un gabinetto in campagna, e il terribile Clas Greves si materializza con il suo deretano sulla suddetta tazza, mentre Roger è immerso nella melma, ammetto che ho trattenuto una risata. Quando poi per evitare il soffocamento dovuto al fatto che la non profumata materia emessa da Clas sulla suddetta tazza è finita proprio sul tubo che Roger tiene in bocca per respirare, mentre si trova nel liquido del pozzo nero, e il cacciatore di teste è costretto a guardare in alto e, supponiamo nel buio, si trova a valutare la “virilità” di Clas (ricordo, sempre seduto sul water), trovo incredibilmente ridicolo che con occhio migliore di un andrologo esperto, si trovi a dichiarare (ma anche ad essere interessato ad un simile dettaglio in una tale situazione) che egli è certamente sterile.Ma se questo non vi sembra abbastanza buffo (ne dubito fortemente), cosa ne pensate di qualcuno che, per sfuggire ad un nemico in mercedes, si avvia nella notte a bordo di quell'eccitante mezzo che è un trattore, la cui velocità e silenziosità sono note certamente a tutti coloro che qualche volta se ne sono ritrovati davanti uno in una stradina di campagna: probabile che andando a piedi si faccia prima.Non mi dilungherò in ulteriori ridicoli dettagli (e ce ne sono tanti), ma perfino il finale di questo libro, che pure per la sua natura dovrebbe avere un po' più rispetto delle convenzioni poliziesche, si risolve in tarallucci e vino per il protagonista grazie ad un errore che non commetterebbe mai nessun medico legale, prendendo per appena defunto un uomo morto da più di 24 ore, mentre ne ha accanto uno davvero appena morto.Penso di aver letto raramente un simile cumulo di assurdità tutte nello stesso volume. La trama è sì molto complicata, ma piena di falle logiche e di comportamenti irrazionali che rendono il volume involontariamente comico piuttosto che noir, come dovrebbe essere nelle intenzioni dello scrittore.Non sono una grande divoratrice di thriller, e ammetto che non è uno dei miei generi preferiti, ma penso che questo sia abbastanza al di sotto dello standard.