L'angolo di Jane

Riflessioni sull'utilità di scrivere un bookblog


Sono ormai quasi sette anni che esiste “L'angolo di Jane” e dopo un tempo così lungo viene da chiedersi se abbia senso fare qualcosa per così tanto tempo. In effetti può darsi benissimo che non ne abbia affatto, non sono di quelle persone che fanno qualcosa solo perché se ne può avere un ritorno o un utile, anzi credo di aver continuato a fare cose perfettamente inutili, anche nella vita, per pura ostinazione, ben più di una volta e non senza conseguenze.Quindi la mia risposta potrebbe non piacere a molti, ma onestamente non so perché un bookblog dovrebbe servire o garantire un ritorno a qualcuno, se non il piacere per chi lo scrive di condividere qualcosa di bello o perfino una delusione riguardo a letture non soddisfacenti.Non credo di essere in grado di dare una risposta universale e valida per tutti sul perché abbia senso parlare di libri: ho capito in questi ultimi anni che ci sono molti bookblogger che hanno intenti completamente diversi dai miei, tutti ovviamente perfettamente legittimi, sebbene spesso non li condivida.Ad esempio non credo che un bookblogger debba curarsi del fatto che i libri si vendano o meno, ma piuttosto di qualcosa di ben più importante: si leggono? Personalmente non mi sento un anello di una catena commerciale che parte da chi i libri li scrive, per passare a chi li stampa e finire su questi lidi come una vetrina. E' legittimo anche fare questo, sia chiaro, ma io vi dico sinceramente che rifiuto questo ruolo per il semplice fatto che non mi interessa, né mi procura gioia.Penso che il mio atteggiamento rispetto al bookblogging, dopo sette anni che scrivo queste pagine virtuali, sia esattamente quello di quando da bambina mostravo a qualcuno i miei giocattoli con la sottesa domanda “Belli vero?”. Mi piace parlare delle cose interessanti, curiose, belle che trovo nei libri, ma non ho idea se in effetti se poi questo porti da qualche parte, né effettivamente me ne curo.Vorrei che tutto il mondo leggesse, questo sì. Non credo di essere una folle sognatrice se penso che se tutti leggessero di più in questo paese, adesso staremmo tutti meglio e in generale avremmo imparato a riflettere e ad analizzare meglio ciò che accade, anche se non sono certo fiduciosa che solo con questo avremmo risolto tutti i problemi. Ho imparato a mie spese che la verità brilla luminosa, ma c'è chi pur di non vederla si copre gli occhi o si mette gli occhiali da sole.Se questo blog esiste non è perché penso che le miei opinioni siano radicalmente migliori delle altre (sebbene ammetto che ogni tanto questo pensiero mi sfiori, ma poi non so perché, sarà forse la vecchiaia, il dubbio mina in parte questa fiducia), né perché mi senta una promoter, ma perché amo davvero parlare di libri, un fatto che credo resisterà a ben più di una rivoluzione digitale, economica e mondiale, dovessi anche passare il tempo a rileggere tutto quello che ho già letto, anche perché se c'è una cosa che ho imparato negli anni è che quando si cambia anche gli stessi libri dicono cose nuove.Così se non posso garantire a nessuno che tutto questo abbia una qualche forma di utilità, posso invece dire in tutta onestà che le opinioni qui espresse saranno sempre perfettamente sincere.