L'angolo di Jane

Una ragazza da Tiffany - Susan Vreeland


Titolo: Una ragazza da Tiffany Titolo originale: Clara and Mr. Tiffany Autrice: Susan Vreeland Traduzione: Massimo Ortelio Casa editrice: BEAT pag: 504 costo: 9 €
Tra la fine dell'800 e i primi decenni del '900, Louis Comfort Tiffany, figlio del più celebre e ricco gioielliere Charles, diresse la Tiffany & Co., una azienda che realizzava oggetti artistici in vetro pregiato o in altri materiali come smalto e ceramica, divenuta famosa soprattutto per le sue lampade e le vetrate ispirate alla natura, in stile Art Nouveau.La Tiffany & Co. aveva sede a New York e fu innovativa da molti punti di vista, non solo perché accanto ad oggetti di stampo più industriale ne produceva altri assimilabili a vere e proprie opere d'arte, ma anche perché uno dei suoi reparti più importanti, quello dedicato ai mosaici in vetro, impiegava soprattutto donne, che ricevevano una paga paragonabile a quella degli uomini, le Tiffany Girls,  scelte perché giudicate da Louis Tiffany più adatte a cogliere le sfumature dei colori, questo in un epoca in cui il lavoro femminile non solo era molto difficile da trovare, ma anche estremamente malpagato.Fra le lavoratrici della Tiffany & Co che si guadagnarono un posto nella storia del design c'è Clara Driscoll, ritenuta la probabile ideatrice delle celebri lampade Tiffany, fatte di mosaico di vetro: tanto belle, quanto costose, visto che il loro prezzo a volte superava lo stipendio annuo di un operaio, opere quindi destinate soprattutto al pubblico dei nuovi ricchi americani.
“Una ragazza da Tiffany” è la storia romanzata di Clara Driscoll, nata Clara Pierce Wolcott, ma presto rimasta vedova,  e della sua esperienza presso i laboratori della Tiffany & Co., un lavoro impegnativo, esaltante, in grado di dare molta libertà ad una artista donna, ma allo stesso tempo anche con pesanti limitazioni. Ad esempio le Tiffany Girls erano sì ben pagate, ma potevano continuare a lavorare per la ditta solo se nubili, una volta sposate erano automaticamente licenziate.La storia del reparto dedicato ai vetri artistici della Tiffany, i Tiffany Studios, è stata ricostruita da Susan Vreeland sulla base della corrispondenza di Clara Driscoll, visto che la gran parte della documentazione ufficiale finì distrutta in vari modi, fra cui alcuni incendi.Susan Vreeland è sicuramente molto brava a far rivivere la Tiffany & Co e il lavoro che vi si svolgeva,dal lavoro di gruppo delle Tiffany girls, al modo di assemblare i vetri e alla scelta delle migliori sfumature per rendere la vivacità delle scene naturali, nonché a rendere la personalità stravagante ed egotista del suo fondatore Louis Comfort Tiffany.
“Una ragazza da Tiffany” ha in verità, più di altri libri di Susan Vreeland, un marcato sapore documentaristico, piuttosto che romanzesco, cosa che sa da un lato rende l'opera più interessante da un punto di vista strettamente storico, dall'altro la rende forse leggermente meno appassionante del solito.Il romanzo è suddiviso fra la vita professionale di Clara alla Tiffany & Co e quella privata, contraddistinta dai rapporti con i vari abitanti della pensione in cui vive.Per la Clara Driscoll del romanzo, che deve, per poter lavorare da Tiffany, rimanere nubile, Susan Vreeland immagina una serie di relazioni segnate dalla sfortuna: prima la vedovanza, poi una relazione con uomo instabile, Edwin, ed infine quella contraddistinta da vari fraintendimenti con Bernard (nome scelto dall'autrice, in
quanto il vero nome di quest'uomo era in realtà Edward). A dominare la vita sentimentale di Clara sono però due relazioni platoniche: da un lato quella con uno degli abitanti della pensione, il pittore George Waldo (realmente esistito), da cui è attratta a livello emotivo, ma da cui può essere solo parzialmente ricambiata, vista la sua dichiarata omosessualità; dall'altro il legame professionale, vissuto soprattutto su un piano artistico, con Louis Comfort Tiffany, il cui gusto guida quello di Clara e viceversa.Susan Vreeland ricostruisce non solo il lato artistico del lavoro alla Tiffany & Co, ma anche la difficile lotta per il lavoro femminile, raccontandoci di come le Tiffany Girls furono addirittura osteggiate dai lavoratori maschi della loro stessa ditta, che scesero in sciopero per chiedere che venissero licenziate o che venisse loro diminuita la paga rispetto agli uomini: un episodio increscioso, ma certamente non l'unico nella lunga lotta per la parità del lavoro femminile.Susan Vreeland immagina che le ragazze sfilino in corteo, ripetendo uno slogan di una eroina dell'emancipazione femminile, Susan B. Anthony, ripetendo:“La vera repubblica: gli uomini, i loro diritti, niente di più; le donne, i loro diritti, niente di meno”.Dopo oltre cento anni, dal quel primo '900, molti diritti sono certamente stati conquistati, eppure questo slogan, proprio in questo momento storico, è ancora purtroppo molto attuale.
di Susan Vreeland ho recensito anche:La passione di Artemisia